Il 23 marzo prossimo CasaPound, i cui militanti si definiscono fascisti del terzo millennio, vorrebbe celebrare una data nefasta, non soltanto per il nostro Paese: il centenario della nascita dei fasci di combattimento avvenuta a Milano in piazza San Sepolcro il 23 marzo 1919. Nella situazione determinatasi dopo la fine della Prima guerra mondiale, caratterizzata da un profondo malessere dei ceti popolari animati da grandi speranze di riscatto, Mussolini assunse inizialmente un atteggiamento profondamente contraddittorio: si dichiarò aristocratico e democratico, conservatore e progressista, reazionario e rivoluzionario, legalitario e illegalitario. CasaPound vorrebbe resuscitare l’immagine di questo primo fascismo sansepolcrista e fintamente antiborghese. In realtà l’iniziale ambiguità del fascismo non servì a nascondere la sua vera natura, connotata da volontà di dominio e di conquista, esaltazione della violenza, retorica bellicistica, sopraffazione e autoritarismo, supremazia razziale.
A distanza di cento anni da quella infausta data e di 74 anni dalla sconfitta del nazifascismo siamo ancora in presenza di movimenti neofascisti e neonazisti che si contrappongono ai principi della nostra Carta costituzionale e alle leggi Scelba e Mancino. Milano e la Lombardia sono da tempo al centro di queste costanti e continue provocazioni. Nella notte tra giovedì e venerdì 8 febbraio, a Milano, una mano di vernice bianca ha coperto il murale dedicato a Franca Rame, dipinto sul palazzo che ospita il liceo Agnesi. Accanto è comparsa una croce celtica. A Cologno Monzese un consigliere comunale di Fratelli d’Italia aveva preannunciato l’intenzione, peraltro rientrata, anche a seguito della presa di posizione dell’Anpi provinciale, di intitolare una piazza a Giorgio Almirante. L’iniziativa di CasaPound sta girando da tempo sui social. C’è la data del 23 marzo, ci sono i nomi dei gruppi musicali che parteciperanno all’evento, ma non c’è ancora il luogo che, probabilmente, verrà comunicato a militanti e simpatizzanti solo alla vigilia. Nell’annuncio ci si limita a una indicazione che rimanda a Milano e ai Comuni della Città metropolitana. Se il 23 marzo 1919 furono meno di trecento (tra interventisti, ex combattenti e futuristi) quanti presero parte al battesimo ufficiale dei fasci di combattimento nella sala dell’Alleanza industriale in piazza San Sepolcro, all’evento del prossimo 23 marzo è prevista la partecipazione di almeno duemila neofascisti. Sulla locandina spiccano i nomi dei gruppi che saliranno sul palco: sono band espressione del circuito nazirock. Ad aprire la scaletta gli ZetaZeroAlfa, ovvero la band di CasaPound. In linea con il fascismo diciannovista nelle canzoni degli ZZA si parifica il socialismo al capitalismo, ritenendoli figli della modernità che viene rifiutata in blocco, in nome di quella tradizione che altro non è se non il peggior oscurantismo feudale che per secoli ammorbò l’Europa. I brani degli ZZA si ispirano al nonsense futurista di quegli anni, rivisitato al presente e in chiave violenta. Come nel testo di “Nel dubbio mena”. “No, non stare in pena! Nel dubbio mena e vedrai vivrai di più”. Oltre alla band di CasaPound il 23 marzo si esibiranno gli SPQR che nella loro canzone “Fino alla fine” chiudono con il ritornello “Io non tremo, pronto a morire fino alla fine: RSI!” Nel pezzo “Belli come la vita, neri come la morte” gli SPQR strillano: “L’insegna nera splende ancora. Testa di morto, pugnale in bocca”.
Ci siamo appellati, in questi giorni, al sindaco di Milano e alle amministrazioni comunali della Città metropolitana perché non concedano spazi ad organizzazioni che, con le loro preannunciate iniziative, arrecherebbero un gravissimo sfregio alla nostra città che, anche nei momenti più bui della repressione fascista seppe resistere, e a chi ha sacrificato la propria vita per la libertà di tutti noi.
Roberto Cenati, presidente provinciale Anpi di Milano
Pubblicato martedì 19 Febbraio 2019
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