Se ci fossero ancora dubbi sulla provenienza “ideale” di CasaPound, e dunque sulla sua concezione criminale dello stare al mondo, è la stessa tartaruga frecciata a fornire regolarmente lumi.
Napoli. Il giorno 16 giugno alcuni militanti si sono recati al cimitero di Poggioreale per una visita nostalgica ad Aurelio Padovani.
Lo si apprende da un post pubblicato sulla pagina facebook dell’organizzazione: “Con le radici nel passato, la testa nel presente e lo sguardo rivolto al futuro. Questa mattina siamo stati prima al cimitero di Poggioreale, per omaggiare la memoria di Aurelio Padovani, fondatore del fascio di Napoli ed eroe di guerra”.
Padovani era un illustre squadrista, uno col vizio efferato delle spedizioni punitive.
Il periodico www.nuovomonitorenapoletano.it – da sempre indignato per la presenza, nel recinto degli uomini illustri del cimitero di Poggioreale, di una tomba monumentale a Padovani “a pochi metri da quella del martire antifascista liberaldemocratico Giovanni Amendola (Napoli 1882-Cannes, 1926), morto per gli effetti di due aggressioni squadriste subite” – riporta in un articolo alcune notizie biografiche tratte dal volume dello storico Mimmo Franzinelli “Squadristi. Protagonisti e tecniche della violenza fascista 1919-1922”; eccole: “Dopo varie esperienze politiche (dalla ‘Democrazia sociale’ ai movimenti combattentistici), Padovani si iscrisse nel 1920 al Partito Nazionale Fascista, affermandosi subito in modo duro, deciso, intransigente, fino a divenire comandante dello squadrismo campano e segretario del fascio di Napoli (dal 1921 al 1923). Il 20 febbraio 1920 diresse una spedizione contro Torre Annunziata, roccaforte socialista. Il 1 maggio 1921 guidò l’assalto squadrista al comizio comunista in piazza Mercato, nel corso del quale fu ucciso un ferroviere. Nei primi mesi del 1922, pose lo squadrismo napoletano e campano al servizio degli armatori, aggredendo i lavoratori portuali in sciopero. L’11 settembre 1922 mobilitò gli squadristi napoletani contro il commissariato di Pubblica Sicurezza di Piedigrotta, esigendo la liberazione dei fascisti arrestati; negli scontri fu ferito il commissario capo. Due giorni dopo compì la stessa azione contro il commissariato di Torre del Greco. Aurelio Padovani fu uno dei cinque comandanti di zona che vollero la Marcia su Roma ed organizzò le squadre di azione della Campania, condotte nella Capitale dal 27 al 31 ottobre 1922”. Un curriculum di un’evidenza schiacciante, ma non sconcertante se si pensa ai 34 militanti di CasaPound, proprio di Napoli, accusati in un processo in corso di associazione sovversiva e banda armata.
Pubblicato mercoledì 3 Luglio 2019
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