La Resistenza rappresenta un passaggio storico di grandissima importanza per l’Italia, dove donne e uomini, giovani di origini sociali diverse hanno agito per riconquistare la libertà e poi per fare ripartire un Paese frantumato sia nella coesione sociale sia nella dimensione economica mettendo in atto straordinarie energie, i valori della solidarietà e la “tensione” concreta e ideale verso l’affermazione di un bene comune.
Sono anni cruciali per ricostruire le Istituzioni ma anche l’appartenenza, una rinnovata relazione civile e la coesione sociale sulla base di valori che hanno animato la Resistenza. Anni cruciali, percepiti adesso dalle generazioni più giovani (ma non solo) come lontani, e quel che è peggio senza rapporto con il presente. Insieme alla difficoltà a tenere viva la memoria c’è fra gli altri aspetti l’aggravante dei contesti anche formativi in cui vivono i giovani, che hanno perduto tanti punti di riferimento, complice anche una globalizzazione che impone l’omologazione delle esigenze personali in tutti gli aspetti del vivere quotidiano.
E allora come spiegare ai ragazzi di oggi la Resistenza, il significato che ha avuto, ma anche l’importanza di conoscerla nella sua attualità? E ancora come fare capire che a compiere scelte fuori dall’ordinario sono stati molti giovani del tutto normali che si sono trovati a vivere anni decisivi, ma la cui vita con molta probabilità era attraversata da aspirazioni non diverse dai loro coetanei di oggi? E cosa significa oggi resistere, quando in certi momenti sono necessarie prese di posizione come partecipazione alla vita collettiva, ma anche nel percorso personale? Sono questioni che si pongono nel lavoro di chi si occupa di storia e di memoria, venendo a contatto con generazioni diverse e provando talvolta l’inadeguatezza di approcci già messi in atto.
Con il Progetto R-Esistenze l’Istituto Alcide Cervi in collaborazione con la Fondazione Arturo Toscanini realizza da quattro anni un percorso di conoscenza e attualizzazione della Resistenza attraverso la musica coinvolgendo in diverse tappe realtà scolastiche dei territori.
Il progetto si svolge durante l’anno scolastico attraverso un’articolazione in tappe: la prima tappa di Laboratorio prevede l’incontro con la storia e con il luogo, con il Museo Cervi, da cui si avvia la contestualizzazione storica fondamentale per la successiva elaborazione dei contenuti su cui i ragazzi lavoreranno per attualizzare e legare alla loro esperienza la Resistenza storica. Sono fondamentali in questo percorso gli oggetti, i documenti e le testimonianze raccolte nel percorso di visita del Museo nato come sviluppo della casa abitata dalla famiglia Cervi, e le testimonianze di chi ha attraversato quel periodo e i fermenti dell’immediato dopoguerra. L’approccio è volutamente laboratoriale e teso a verificare l’attualità dell’esperienza della Resistenza e anche la normalità di chi l’ha vissuta, come i fratelli della Famiglia Cervi. E insieme la normalità dei sentimenti che hanno attraversato coloro che vi hanno preso parte: la tensione verso la libertà, ma anche la paura, i drammi della separazione dagli affetti, la difficoltà della scelta e della decisione, il dovere crescere anzitempo, la difficoltà a fare sentire la propria voce… Sono tutte suggestioni che acquistano concretezza nel confronto diretto con il luogo e con i documenti, con le testimonianze di una realtà che non è lontana, che ha prodotto le conquiste e le libertà di cui ancora oggi godiamo. L’esperienza della famiglia Cervi viene utilizzata come paradigma di quanto si è vissuto durante i 20 mesi della Resistenza, per guardare poi al più ampio contesto storico, e da lì anche per provare a costruire uno stare nel presente con la consapevolezza del “da dove si arriva”, che sia condizione di una memoria attiva.
Fa parte della fase di laboratorio anche l’incontro con un Testimone, momento nodale del progetto che prova a declinare attraverso un incontro e confronto pubblico (dal titolo Io resisto) la Resistenza nell’attualità, dove si può manifestare in diverse forme richiedendo altrettante prese di posizione, e altrettante scelte. Si sono così incontrati negli anni Testimoni di eccezione come Margherita Asta (figlia di vittime di mafia), Don Luigi Ciotti (Presidente di Libera), Tiberio Bentivoglio (testimone di giustizia).
Nel frattempo vengono selezionati nelle classi coinvolte materiali di lavoro, storici, musicali e più in generale dell’arte, relativi alla Resistenza partigiana ma anche (e questo costituisce un altro aspetto fondamentale del progetto) alla Resistenza di altri popoli, con l’obiettivo di portare uno sguardo anche alle altre Resistenze contemporanee. Un filo conduttore importante lo rappresenta la musica, di ieri e di oggi, dalla canzone alla dodecafonia, dalla musica classica a quella pop. Tali materiali saranno poi oggetto di un lavoro combinato fra gli insegnanti delle classi che seguono il progetto, insieme all’Istituto Cervi e alla Fondazione Toscanini, e un musicista-direttore di orchestra. Le riflessioni che ne seguiranno da parte degli studenti, sulla base di questi materiali e di altri dal Museo Cervi e dalla Fondazione Toscanini, produrranno degli elaborati diversi (scritti, multimediali, musicali) dove vengono raccontate e condivise storie ed esperienze, di resistenze vissute in un ambito anche personale o semplicemente solo ipotizzate, avendo nel patrimonio di valori e di solidarietà che ha attraversato la Resistenza storica un riferimento.
La rielaborazione finale di questi materiali, di diversa natura anche multimediale, e la loro organizzazione diventano la sceneggiatura di uno spettacolo musicale/teatrale come evento conclusivo, da rappresentare sul palcoscenico con insegnanti e studenti, con un attore, dove la musica (dell’Orchestra Regionale dell’Emilia Romagna) dà vita ad una narrazione che restituisce il senso di tutto il lavoro, componendo un viaggio attraverso la Resistenza, le Resistenze che durante l’anno si sono conosciute e le testimonianze delle resistenze di oggi, il confronto emerso nel lavoro con gli studenti.
Il progetto è articolato e si dipana lungo diversi mesi di preparazione, intrecciando diverse fasi dove la storia dialoga con altre discipline e forme di comunicazione.
Con uno scopo, centrale fra gli altri: quello di fare capire come il passato ci dice qualcosa anche di noi. Toccando anche le emozioni, come la musica sa fare molto bene.
Paola Varesi, dell’Istituto Alcide Cervi, responsabile del Museo Cervi
Pubblicato giovedì 5 Novembre 2015
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