Dopo l’Atlante delle stragi nazifasciste realizzato grazie a un progetto dell’Anpi e dell’allora Istituto nazionale per la storia del movimento di Liberazione in Italia (un’idea nata da un giovane prof. Paolo Pezzino, amava ricordare il presidente emerito dei partigiani Carlo Smuraglia, colui che ottenne i finanziamenti dalla Germania «dopo un “memorabile” incontro a Berlino»), ecco che l’Istituto nazionale Ferruccio Parri di Milano (capofila della rete Insmli) ora guidato da Pezzino ha messo a segno un altro progetto.
È una mappa consultabile online che ha registrato finora 1.400 tra monumenti, lapidi, scuole, intitolazioni di piazze e strade che rievocano il ventennio.
Sul database all’indirizzo https://www.luoghifascismo.it/ è possibile digitare una località e assegnando una tipologia di ricerca (necessaria per la consultazione), scegliendo tra monumenti, lapidi, intitolazioni e anche scritte, appare una cartina geografica della memoria locale, e nazionale, del fascismo storico (1919-1945) e non solo. Il sito offre anche un approfondimento scientifico e schede delle personalità omaggiate.
È un work in progress, come si suol dire, e infatti si possono inviare segnalazioni al Parri direttamente dal sito.
Siete curiosi di sapere quante sono le vie, cioè luoghi pubblici, dedicate nel 2022 a Italo Balbo (proprio il quadrumviro a cui FdI ha dedicato una nuova sezione)? A una prima ricerca sono 30 in tutta Italia, da Nord a Sud. E al meno noto quadrumviro Michele Bianchi, con Federzoni e De Vecchi un altro dei cinque che prepararono la marcia su Roma? Ben 37, questa volta praticamente tutte tra Calabria e Sicilia. Per inciso, esiste una via Emilio De Bono a Corigliano Calabro, Cosenza, tra le località evidentemente ammalate di nostalgia.
E quante sono le strade o piazze intitolate a Giorgio Almirante, che non solo è stato segretario del comitato di redazione della rivista antisemita e razzista La difesa della razza, nel 1944 capo gabinetto del ministero della Cultura popolare della collaborazionista RSI, ma nel dopoguerra diventò deputato e segretario del Msi? Addirittura 48, e in tutto il Paese o quasi. Cercare per credere.
Che il database non sia completo lo dimostrano alcune assenze dalla mappa del cippo. Ne indichiamo qualcuna di cui abbiamo contezza.
Nel Lazio al fucilatore di partigiani Almirante dal 2014 è dedicato un cippo: campeggia a Borgo Sabotino, frazione del comune di Latina, la ex Littoria.
Ancora. Mussolini naturalmente compare nella banca dati del Parri. Selezionando “scritte”, e navigando nelle regioni, risultano anche i suoi volti impressi ai lati dei portoni di ingresso di abitazioni private che affacciano su strade pubbliche..
Sul sito stesso sono precisati i criteri di inclusione nel progetto: le opere o la toponomastica “che portano il segno esplicito di un messaggio politico-ideologico”. Per questo le architetture fasciste generiche non sono state incluse.
Forse però meritava una menzione il gigantesco mosaico di Ferruccio Ferrazzi, alto più di 14 metri e largo quasi 4, dal titolo L’Annuziazione, che a Sabaudia, località marittima nel territorio di Latina, sul fronte della chiesa della SS. Annunziata dagli anni Trenta ritrae il capo del fascismo impegnato nella battaglia del grano. Poteva valerne la pena pensando alla terminologia autarchica rispolverata dal presidente del Consiglio, il signor Giorgia Meloni. Vedi, restando in ambito, il ministero della Sovranità alimentare.
E nessun riferimento neppure all’opera, oggi protetta da plexiglas e in sfavillanti condizioni, con le foto delle facce del duce e del re Vittorio Emanuele III che nel parco ai Caduti di Cerreto laziale, provincia di Roma, sembrano benedire i soldati d’Italia della Seconda guerra.
Monumenti dell’epoca a parte, quali il noto obelisco con l’incisione Mussolini Dux, la capitale e il suo territorio possono vantare, documenta la mappa del Parri, un bel numero di vie e monumenti che rendono onore a gerarchi o dirigenti neri di calibro.
A Ciampino c’è via Balbo e ad Affile è in buona compagnia il sacrario eretto nel 2012 in memoria del generale Rodolfo Graziani, agognato da Francesco Lollobrigida, ministro e cognato di Giorgia Meloni. Poco conta se celebra il “macellaio di Libia e di Etiopia”, che usò gas come l’iprite contro la popolazione, e nel 1937 ordinò il più grande massacro di massa compiuto da italiani in Africa orientale, oltre 2.000 religiosi ortodossi trucidati nel monastero di Debra Libanòs. La scheda del Parri segnala sempre ad Affile un busto bronzeo del 2012 dedicato ad Almirante e così una piazza.
L’istituto fortemente voluto da “Maurizio” esplicita gli intenti del progetto: analizzare come la memoria del fascismo sia stata “preservata e/o ricostruita, come questa costruzione si collochi in relazione con altre memorie politiche e come, nel corso di questi anni, in concomitanza con la rilegittimazione in corso dell’esperienza fascista, queste memorie si siano ridefinite e rialimentate”.
Richiamando inoltre alcuni luoghi “oggetto di commemorazioni e cerimonie, per lo più presidi di una memoria minoritaria, ma che riappare carsicamente nella storia d’Italia, coltivate da minoranze neofasciste o della nuova destra, che cercano di costruire un ponte che legittimi il presente attraverso la storia del passato fascista, ma anche che permetta di coltivare costruzioni identitarie antidemocratiche”.
A questo fine dunque, a titolo di esempio, la scheda del segretario Msi non sottace che a Putignano, città metropolitana di Bari, gli è stato “dedicato un parco, a Corigliano Rossano un ponte, a Viterbo la circonvallazione”, che il 14 giugno 2018 è passata una mozione al Comune di Roma per l’intitolazione di una strada, ma è stata bloccata in seguito a proteste”, e nell’ottobre dello stesso anno, a Sutri, il sindaco Vittorio Sgarbi gli ha intitolato una via alla presenza di Giorgia Meloni. A Verona, nel 2019, è passata la proposta di intitolazione di una strada”.
Il progetto del Parri nasce da un libro pubblicato quest’anno: “I luoghi del fascismo. Memoria, politica e rimozione” curato dalle storiche Lucia Ceci e Giulia Albanese per le edizioni Viella. Albanese ne è pure coordinatrice, affiancata dal Comitato scientifico del Parri, dove operano oltre a Ceci, anche Filippo Focardi (direttore scientifico), Laura Bordoni, Annalisa Cegna, Chiara Colombini, Andrea Di Michele, Nicola Labanca, Matteo Mazzoni, Santo Peli, Antonella Salomoni e Giovanni Scirocco. “Fondamentale – puntualizza il Parri – è stato il lavoro dei volontari della rete degli istituti per la storia della resistenza che hanno inviato segnalazioni o realizzato il primo censimento, ma anche da studiosi indipendenti”.
Insomma, un invito a tutti a contribuire.
Pubblicato venerdì 2 Dicembre 2022
Stampato il 30/12/2024 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/terza-pagina/quanto-e-lungo-il-tour-tra-i-monumenti-in-camicia-nera/