Aldo Vallerio “Riccio”

“La squadra matta”, come si definivano, aveva sicuramente una vena di follia, ma un’idea chiara: attaccare i nazifascisti, ogni volta che fosse possibile. Anche sul mare. Tanto che ad Aldo Vallerio “Riccio”, inarrestabile comandante della Brigata Zelasco, appartenente alla Divisione Coduri, attiva nella VI zona Liguria, tra Lavagna e il Passo del Bracco, l’idea di attaccare un convoglio di bettoline della Kriegsmarine tedesca sembrò un’azione come un’altra, in quella notte dell’11 dicembre 1944.

Il libro di Vallerio

Tanto “matta” quanto ardita e vittoriosa: perché la “squadra matta” riuscì con i suoi bazooka un po’ artigianali, ad affondare una delle motozattere e danneggiarne gravemente un’altra, in quella che probabilmente è l’unica azione di “guerra marittima” della Resistenza italiana, segnalata ed esaltata in quei giorni persino da Radio Londra e ricompensata, molti anni dopo, con una Medaglia d’Argento al Valor Militare per “Riccio”, che nella vita – scomparso nel 1986 a 63 anni a seguito di una grave malattia – sarebbe stato poi esponente del Pci, amministratore locale e dirigente Anpi, ma anche giornalista e autore di un libro dal titolo “Ne è valsa la pena?”.

Ezio Vallerio da noipartigiani.it, il Memoriale della Resistenza italiana. Per vedere e aacoltare clicca qui

Lui, in quelle pagine, si risponde di sì, anche se le domande e le riflessioni non mancano. Ma il suo ricordo è talmente vivo nella zona – anche grazie alle instancabili attività del fratello Ezio, presidente onorario dell’Anpi Sestri Levante, già più che novantenne, anche lui giovanissimo resistente, oggi sempre presente agli eventi della memoria partigiana – che, intorno alla sua figura e a quell’azione spericolata adesso è nata una canzone. Si intitola “Pescatore”, l’hanno composta e interpretata il trio “I Three Bigul” di Rivolta d’Adda, nel cremonese: musicisti appassionati di storia e di Resistenza, che scrivono canzoni in dialetto locale per promuoverne la memoria. La storia di “Riccio” l’hanno scoperta nel corso delle estati al mare di Cavi di Lavagna, e da qui è nata l’idea: il testo in italiano su un rock da West Coast, si ispirano a lui per “Pescatore”.

I Three Bigul sulla scogliera di S. Anna

La prima esecuzione della canzone (oggi si può scaricare dalle piattaforme Spotify, Amazon e Apple) l’hanno regalata il 15 marzo scorso a un pubblico riunito a Chiavari intorno ad una mostra-evento sulle donne costituenti, promossa da Anpi Chiavari, presso lo studio del maestro scultore e scultore Franco Casoni. Quello stesso giorno sono arrivati in Liguria per girare il video di “Pescatore” proprio nei luoghi dove si svolsero quei fatti, a partire dalla stele nei giardini di Cavi di Lavagna che ricorda “Riccio”.

Matteo Brugnoli, in alto nel riquadro, è presidente di Anpi Lavagna-Valli Aveto, Sturla e Graveglia, e ideatore e animatore della mappa digitale “Luoghi della Resistenza nel Tigullio”

Matteo Brugnoli, presidente di Anpi Lavagna-Valli Aveto, Sturla e Graveglia, animatore della mappa digitale “Luoghi della Resistenza nel Tigullio” ricorda che tutto è nato con una telefonata arrivata da Rivolta d’Adda per chiedere, al di là di quanto già raccolto, un aiuto alla realizzazione del video, e in particolare la possibilità di riprendere un gozzo, tipica imbarcazione ligure da pesca ligure, che richiamasse quello usato da Vallerio e dai suoi, per rappresentare la storia romanzata del “partigiano pescatore”. Spiega Brugnoli: “A questa richiesta la prima persona che ci viene in mente è Lorenzo Dasso, pescatore e ristoratore di Cavi Borgo, li mettiamo in contatto e tutto si incastra alla perfezione. Quel giorno c’è anche l’evento a Chiavari, così li invitiamo e chiediamo loro di presentarci il brano in anteprima: il resto lo fa il fragoroso applauso dei presenti”.

Il cantante de “I Three Bigul” vicino al cippo che ricorda l’impresa di “Riccio”

Nicola Palella, chitarra lead e voce, che insieme a Paolo Costa (voce e basso) e Matteo Locatelli (chitarra rhytm) dal 2015 costituisce “I Three Bigul”, ha raccontato così al Secolo XIX l’ispirazione giunta dalla lapide di “Riccio”, peraltro mai notata in tanti anni di vacanza a Cavi Borgo e incrociata per caso: “È stata una folgorazione, ho immediatamente telefonato ai miei amici della band , gli ho raccontato la storia di “Riccio” e abbiamo tutti convenuto che non potevamo esimerci dal dedicargli un brano”. Una storia romanzata, certo, perché sul gozzo della “squadra matta” non c’erano pescatori: ma sul libro di Vallerio si legge come andò quella notte. “L’idea escogitata è questa: a bordo di un gozzo, tipica imbarcazione ligure per la pesca e le regate, portarsi il più vicino possibile alle bettoline che navigavano sempre sotto costa e sferrare l’attacco con due micidiali Bazooka. Sono necessari due uomini esperti di mare, due provetti nel maneggio di queste armi e una squadra con la “pesante” e diverse mitragliatrici leggere. Viene così deciso che l’equipaggio sarà composto da “Scoglio (Bruno Pellizzetti, vice di Riccio, diplomato al Nautico) e “Bios (Luigi Latiro) quali uomini di mare, “Tito” e il sottoscritto abbastanza abili nel maneggio di questi “tubi di stufa”.

Sulla collina ci sono altri cinque compagni con una mitragliatrice Breda 37 e altre armi più leggere. Nella notte scendono sulla spiaggetta, recuperano un gozzo e via. L’azione, come si è detto, sarà eccezionalmente positiva: un natante viene colpito e affonderà dopo qualche ora – il relitto verrà poi recuperato dopo la guerra e lasciato a lungo sul molo di Sestri Levante – il secondo viene danneggiato pesantemente, e il terzo si allontana prima di entrare nella linea di tiro. Scrive ancora Vallerio: Il Comando (…) stupito e affascinato al contempo, inviò il commissario Italo al comando della VI Zona a Capanne di Carrega con una azione di merito per questa azione eclatante, che venne prontamente trasmessa al comando alleato. Infatti due giorni dopo Radio Londra dava notizia dell’azione eseguita dalla cosiddetta “Squadra matta” della formazione garibaldina “Zelasco” con queste parole: “Per la prima volta la guerriglia è giunta al mare; in Liguria partigiani della Brigata ‘Coduri’ hanno attaccato e affondato una bettolina tedesca, danneggiandone gravemente un’altra”, portandola così ad esempio per proseguire la lotta sempre più fiduciosi nella vittoria finale

Fu la prima azione partigiana sul mare, e anche l’unica, quella della “Squadra matta”. Riccio e i suoi meritavano bene una canzone, ma anche di essere più ricordati e conosciuti. Ecco il video del “Pescatore”, buon ascolto!