
Nessuno avrebbe mai potuto immaginare che l’ottantesimo anniversario della Liberazione si sarebbe svolto in un clima nazionale e internazionale così teso e pericoloso. Le ingiustizie sociali, le nuove e vecchie povertà, le guerre nel mondo stanno minando il nostro futuro e quello delle giovani generazioni. Perché dall’aggressione di Putin al territorio ucraino e dall’orrendo massacro del 7 ottobre 2023 compiuto da Hamas, fino all’altrettanto orrenda ritorsione su Gaza e i suoi abitanti da parte di Netanyahu, oltre ai conflitti “minori” aperti nel mondo, tutto ci dice l’inaudita gravità della situazione in cui siamo.
E che dire dell’avanzata di una destra muscolare e irresponsabile con la rielezione di Trump, della crescita di formazioni politiche fascistizzanti in Europa con il risorgere di vecchi fantasmi della storia come nazionalismo esasperato, riarmo e odio razziale, crescita inaudita di violenze contro le donne e contro le minoranze, abbandono crescente delle politiche ecologiche, e chi ne ha più ne metta!

Allora, tra le molte iniziative per l’anniversario, il nostro Gruppo di lavoro ANPI di Milano “Artisti e Resistenze” ha organizzato una mostra di pittura e scultura di quasi settanta tra artisti storici e contemporanei attivi nel nostro territorio, per testimoniare con le suggestioni delle loro opere una significativa adesione ideale ai valori civili e sociali espressi dalla Resistenza antifascista e dalla Costituzione repubblicana che ne è scaturita.
Una testimonianza, dunque, che non è direttamente sulla Resistenza bensì per la Resistenza, per fare non solo memoria, ma esprimere esplicitamente convergenza, compartecipazione, solidarietà con quelle idee e quei contenuti. Per esserci. Per essere e dichiararsi di parte.

Certo, oggi le cose sono molto diverse dal ’45, e diverso è l’atteggiamento con il quale questo stesso impegno si manifesta. Perché in Italia, in Europa, nel mondo intero il tempo che viviamo si viene riempiendo di oblio e di rimozioni, di slogan e contenuti che negano radicalmente il senso sociale, culturale, umano di ciò che è avvenuto in passato e di ciò che sta avvenendo. Di fronte alle guerre e alle persecuzioni, di fronte alla protervia dei forti contro i deboli e dei violenti contro i pacifici, la cultura del presente è molto spesso un verminaio di contraddizioni e di ripiegamenti verso un passato drammatico di totalitarismi e nazionalismi che consideravamo ormai superato.
Anche per questo abbiamo voluto organizzare questa mostra di pittura e scultura di artisti storici e contemporanei attivi nel nostro territorio, testimoniando con le suggestioni delle opere una esplicita resistenza culturale e valoriale a ciò che sta avvenendo. Per dire e ribadire, insomma, che non sono pochi oggi gli artisti che, appunto, vogliono esserci. Che partecipando, cioè, hanno inteso prendere posizione, dimostrare di essere anche loro da questa parte, dalla parte della resistenza contro ogni indifferenza, contro ogni opportunismo, ogni stanchezza o rassegnazione.

Era stato Pablo Picasso, forse il più “pittore tra i pittori” di tutto il Novecento, a inquadrare magistralmente questo modo di pensare già dal 1937 (l’anno di “Guernica” e dell’aggressione nazifascista a fianco del generale Franco contro la Repubblica spagnola), in un messaggio inviato a un Congresso degli artisti americani. «In un momento come questo – scriveva – desidero ricordarvi che ho sempre creduto e credo ancora che, davanti a un conflitto il quale mette in gioco le più alte qualità della civiltà umana, l’artista che vive e opera con valori spirituali non può e non deve restare indifferente».

Ecco, soprattutto oggi questi “valori spirituali” dell’arte divengono importanti e assumono, secondo noi, un ruolo prezioso all’interno della collettività e del suo immaginario. Poiché è proprio nei suoi linguaggi espressivi, nelle sue metafore, nelle sue allusività che l’arte può concorrere a contrastare quella sorta di perfida e pervasiva condizione distopica che viene invadendo il nostro comune sentire, attiva pericolosamente già da tempo e incrementata dalla crescita travolgente della telematica ieri, e dell’intelligenza artificiale oggi: una condizione cioè che attiene alla nostra stessa percezione della realtà, di ciò che è vero o falso tra le cose che accadono attorno a noi. Dalla televisione alla sfera internet e social, dai giornali al cinema e all’editoria si direbbe, infatti, che non esista più attorno a noi una realtà reale, una verità inoppugnabile, vera per tutti come era in passato. Ogni dato, ogni notizia, ogni posizione appare passibile d’essere falsificata, trasformata, mutata nel proprio contrario per ingannare e fuorviare, al punto da portarci a credere una cosa piuttosto che un’altra.
È un oggettivo svuotamento di credibilità, una sfiducia indotta in ciò che pure vediamo con i nostri occhi, qualcosa che potrebbe essere vero ma potrebbe anche essere stato manipolato e volgersi nel suo contrario. Mai nella storia dell’umanità si era determinata una tale incertezza generale, una tale diluizione dell’oggettività.

Di fronte a una situazione storica siffatta, sembra chiaro che solo la cultura può davvero mettere un freno a tutto ciò, promuovendo un adeguato spirito critico assieme a una sana pratica del dubbio e della riflessione. E in questa chiave anche l’arte, come “cultura” particolarissima dell’immaginare e dello svelare, come speciale processo di ricostruzione e comprensione del reale, ha un suo ruolo straordinario.
La nostra mostra costituisce dunque qualcosa di diverso e di più rispetto a un semplice omaggio. Diventa una testimonianza corale di artisti diversi, però anche uniti dalla scelta di non essere stati e non essere indifferenti alle sostanze umane e sentimentali di ciò che accade attorno a loro. Uniti dal trasmettere a noi spettatori lo specifico delle loro visioni nella densità di una lettura delle cose spogliata da sovrastrutture artificiali. Una sorta di “campionario” articolato per generazioni e per scelte di linguaggio, per stili, personalità, temi e contenuti anche divergenti ma qualitativamente intensi nella varietà delle espressioni e delle poetiche a disposizione.

E c’è anche da dire che questa rassegna prosegue idealmente una linea tracciata già ottant’anni fa, da cui emerge il forte legame mai perduto tra artisti e valori della Resistenza. Difatti la prima mostra d’arte per la Resistenza venne fatta a Roma appena liberata nell’agosto del 1944, con il titolo “Arte contro la barbarie”.
Invece a Milano, subito dopo il 25 aprile 1945, venne aperta in luglio la “Mostra della Liberazione”, inaugurata all’Arengario con opere d’arte realizzate dai maggiori artisti antifascisti d’allora.

Un anno dopo, sempre a Milano, il 25 aprile 1946 fu aperta la prima esposizione celebrativa della data che oggi segna la Liberazione: fu tenuta anch’essa all’Arengario, sotto il titolo “Mostra del 1° e del 2° Risorgimento”, con il quale si equiparava la Resistenza alle guerre risorgimentali.
Poi una serie di rassegne, tra le quali importante fu “Arte e Resistenza in Europa” tenuta nel 1965 a Bologna e poi a Torino. Imponente e straordinaria era la selezione espositiva, che comprendeva opere di duecentoquarantacinque artisti provenienti da diciotto diverse nazioni.

A Milano nel 1975 ci fu la “Mostra della Resistenza” per il 30° anniversario a Palazzo Reale, e, dieci anni dopo, nel 1985, un’altra esposizione a cura del Comune di Milano venne aperta sempre a Palazzo Reale col titolo “Corrente: un movimento di arte e cultura di opposizione 1930-1945”.
Poi, per il 50° anniversario, Milano diede vita a un’altra grande esposizione di pittori e scultori intitolata “Le ragioni della Libertà” e curata al Palazzo della Triennale da Mario De Micheli nel 1995, che in catalogo scriveva: “Questa mostra muove dal presupposto che la Resistenza non si è conclusa col 25 aprile 1945. I motivi per resistere, in questi ultimi anni, sono andati moltiplicandosi poiché oggi è in gioco la sorte stessa del nostro destino futuro”.

In quello stesso anno un’altra memorabile mostra raccontò il tempo della Resistenza con il titolo “Arte della libertà” a Palazzo Ducale di Genova, con opere di artisti di diverse nazionalità riuniti nella prospettiva antifascista tra il 1925 e il 1945.

E ancora a Milano seguì l’esposizione del 2005 intitolata “Un’immagine dell’Italia, Resistenza e ricostruzione – Le mostre del dopoguerra in Europa”, ospitata a Palazzo Reale.
Da ricordare infine le numerose manifestazioni artistiche del 2015 organizzate dall’ANPI milanese per il 70° anniversario, dal titolo “Artisti e Resistenze”, con una serie di mostre di pittori e scultori contemporanei e del novecento, tenuta in vari siti di Milano e hinterland.
I curatori Francesca Pensa e Giorgio Seveso

La mostra, accompagnata da un esauriente catalogo edito da Poliartes, si tiene dal 17 Aprile al 25 maggio presso la “Casa della Memoria” di Milano, per essere poi trasferita nel periodo estivo presso lo Spazio BPL Arte di Lodi con l’aggiunta di un gruppo di artisti storici e contemporanei lodigiani.
Gli artisti in mostra
Storici: Aurelio Ceccarelli, Enrico Baj, Paolo Baratella, Luciano Bianchi, Floriano Bodini, Aldo Carpi, Bruno Cassinari, Alik Cavaliere, Giancarlo Colli, Giovanni Conservo, Enrico Della Torre, Agenore Fabbri, Dario Fo, Genni, Giandante X, Mirko Gualerzi, Giuseppe Guerreschi, Gianfranco Lamon, Piero Leddi, Giacomo Manzù, Marino Marini, Carola Mazot, Giuseppe Migneco, Luciano Minguzzi, Ennio Morlotti, Gabriele Mucchi, Mario Nigro, Bianca Orsi, Giovanni Paganin, Remo Pasetto, Vitale Petrus, Giovanni Rubino, Aligi Sassu, Giuseppe Scalvini, Paolo Schiavocampo, Giangiacomo Spadari, Mauro Staccioli, Emilio Tadini, Ernesto Treccani, Tino Vaglieri, Luigi Veronesi.
Viventi: Vincenzo Balena, Tindaro Calia, Giovanni Campus, Nado Canuti, Mino Ceretti, Fernando De Filippi, Gioxe De Micheli, Pino Di Gennaro, Attilio Forgioli, Renato Galbusera, Carlo Adelio Galimberti, Paolo Gallerani, Maria Jannelli, Pino Jelo, Enzo Maio, Fabrizio Merisi, Antonio Miano, Marco Petrus, Barbara Pietrasanta, Agostino Pisani, Stefano Pizzi, Giancarlo Pozzi, Gunter Pusch, Maria Luisa Simone, Alessandro Spadari, Togo, Alberto Venditti, Carmelo Violi, Claudio Zanini.
Artisti di Lodi
Storici: Ettore Archinti, Fausto Locatelli, Gianni Vigorelli, Ugo Maffi, Luigi Volpi. Viventi: Mario Massari, Mario Diegoli, Andrea Viani, Walter Pazzaia, Ettore Santus.
Pubblicato venerdì 11 Aprile 2025
Stampato il 12/04/2025 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/terza-pagina/ora-e-sempre-quando-larte-e-testimonianza/