Luglio 1980, furono tante le manifestazioni in quel mese a Rosarno. Altri tempi. Da tutta Italia arrivò un fiume di persone per rendere omaggio a Peppe Valarioti e solidarietà al popolo calabrese.

Ad una di quelle manifestazioni, molto grande e partecipata, arrivò Arrigo Boldrini.

Peppe Valarioti

Così ricorda quella giornata Giuseppe Lavorato, all’epoca sindaco: “Mentre camminavamo il presidente nazionale dell’Anpi mi poggiò la mano sulla spalla e mi disse parole che avevano questo significato: capisco, il dolore è grande, lo conosco perché lo provai anch’io molte volte, nella lotta partigiana, quando ho visto cadere tanti compagni. Bisogna stringere i denti, resistere e continuare a combattere”.

Arrigo Boldrini “Bulow”, comandante della 28ª Brigata Garibaldi, MdO VM, presidente Anpi dalla fondazione al 2006 e fino alla sua scomparsa nel 2008, presidente onorario dei partigiani

E così è stato davvero in questi quaranta anni passati. Nessuno della Calabria sana e onesta ha voluto dimenticare il sacrificio del giovane Valarioti, il suo esempio, la sua scelta sempre dalla parte dei lavoratori, dei contadini, dei giovani. Di quegli anni, del contesto politico, sindacale e sociale in cui si inserisce la biografia di Peppe Valarioti ci parla nel suo libro, appena pubblicato, lo storico Rocco Lentini.

Un lavoro durato alcuni anni che rende merito ad una figura che seppur molto amata non sempre è stata compresa e presentata nella sua complessità. Militante comunista, segretario della locale sezione impegnato nelle lotte bracciantili, ma anche, se non soprattutto, un fine intellettuale che nei suoi soli trenta anni di vita aveva dato grandi prove di maturità.

Il libro di Rocco Lentini già dal suo titolo “L’utopia di un intellettuale” indica in quale direzione ha lavorato l’autore. Leggiamo tra l’altro nella quarta di copertina: “Amò la Calabria e la sua storia, i contadini, i giovani. Si impegnò per la elevazione culturale del nostro popolo. Amò la musica, le arti, la bellezza, che voleva fossero godute da tutti e soprattutto dai poveri”.

Difficile davvero dar conto in una breve nota della mole di informazioni, molte inedite, contenute nel libro. Traspare dalle pagine non solo la conoscenza di fatti storici che hanno segnato la Calabria in quegli anni, ma anche una narrazione a tratti emozionante nella quale è difficile per lo storico allontanarsi dall’amicizia con la persona scomparsa. Anni di frequentazione, condivisione di momenti difficili consentono a Rocco Lentini un ricordo minuzioso sin nei minimi particolari.

Un libro necessario che ci aspettavamo nel quarantesimo anniversario dall’uccisione di Peppe Valarioti. A chi si starà chiedendo perché ancora si sente il bisogno di raccontare queste storie dopo tanto tempo, ci limitiamo a consigliarne la lettura prestando attenzione all’intensità delle parole: “Peppe aveva trent’anni, aveva partecipato alle lotte per il lavoro, s’era opposto ai loschi affari della criminalità, alla speculazione edilizia, aveva difeso il patrimonio culturale, storico e ambientale della Calabria”. Per questo è stato ammazzato. In linea con altre vicende giudiziarie di quegli anni, si legge, nemmeno il processo Valarioti ha conosciuto un processo vero.

Seguirono indagini approssimative e depistaggi, poi il processo ad alcuni boss della ‘ndrangheta accusati di essere i mandanti e assolti per insufficienza di prove senza che fosse mai celebrato – caso unico in Italia – un processo d’appello per l’omicidio. Sarebbe vano il tentativo di rendere conto delle quasi 200 pagine del libro, tutte intense, con oltre 300 note e un’accurata bibliografia. Un intreccio tra storia, memoria e attualità.

Rocco Lentini, non nuovo a questo tipo di scrittura, senza mai indulgere in nostalgie passatiste-sudiste lamentose quanto sterili, con questo lavoro riesce ad affrontare quattro decenni di vicende terribili ma anche di grandi speranze spezzate da una certa politica che – oggi come allora – non ha fatto grandi passi avanti dallo stereotipo non c’è salvezza, tutto è crimine. Un modo per scrollarsi di dosso responsabilità e mancate scelte.

Non possiamo che essere d’accordo con le conclusioni di questo bel libro. “Anche in questi tempi difficili di pandemia che non risparmia nessuno, divora vite e risorse di tutti i Paesi, ma aumenta il divario tra ricchi e poveri, fa ingrassare la ‘ndrangheta che specula anche sulla vita delle persone, Valarioti sarebbe stato con gli umili, con quanti si schierano per la giustizia, la legalità, la libertà, la democrazia. Come sempre. È la battaglia da intraprendere, o riprendere, per onorarne la memoria”. Questa non è una storia locale, riguarda tutte e tutti da vicino se vogliamo davvero dare un senso alle parole della Carta Costituzionale: La Repubblica, una e indivisibile.

Mario Vallone, coordinatore Anpi Calabria, componente del Comitato nazionale Anpi


Nell’anno del 40° dell’omicidio il volume sarà presentato dal Comitato provinciale Anpi di Catanzaro in una diretta Facebook in programma il 29 dicembre 2020 alle ore 17. A introdurre i lavori sarà Mario Vallone, coordinatore Anpi Calabria e componente del Comitato nazionale Anpi. Parteciperanno Giuseppe Lavorato, già sindaco di Rosarno, Albertina Soliani, presidente Istituto Cervi e vice presidente nazionale Anpi, il Collettivo Peppe Valarioti.