Il tenente Tedj Benlazar è un bel tipo, lui capisce l’Algeria e “sente che sta per arrivare il caos”. Frédéric Paulin, scrittore e giornalista, in La guerra è un inganno, pubblicato in Italia dalle Edizioni E/O, racconta con ritmo e tensione da poliziesco il potere della menzogna e del terrore attraverso le operazioni dei servizi di sicurezza algerini e dei servizi segreti francesi.
«Il tenente Benlazar non è affatto uno statale buono a nulla come pensano gli agenti del DRS (il servizio segreto algerino, ndr). Tedj ha fiuto, li sente nell’aria i casini. Forse perché è per metà algerino, e il suo sangue è in parte quello dei suoi nemici. E dei suoi sedicenti amici, i militari al potere — si legge quasi all’inizio del romanzo —. Se davvero i militari hanno allestito dei campi in cui marciscono e muoiono gli islamisti e la cosa si viene a sapere, il caos che scoppierà sarà ancora più terribile di quanto lui potesse immaginare».
La storia si svolge in Algeria tra il 1992 e il 1995, l’autore Frédéric Paulin mescola con arguzia intrighi, violenza, tensione, riflessioni sugli esseri umani, politica.
La guerra è un inganno è il primo volume della “trilogia Benlazar” — vincitrice del Gran prix de Littérature policière — la saga noir con cui Paulin ha raccontato l’ascesa del terrorismo islamista dagli anni 90 fino all’attentato del Bataclan a Parigi. Certamente un romanzo cosiddetto “di genere” — ma in fondo, cosa importa? — con ambizioni letterarie più alte proprio grazie ai ritratti dei personaggi e alla descrizione del contesto storico e sociale che spiega la gestione del potere e della sicurezza consentendo al lettore di sbirciare dietro le quinte.
L’Algeria, a trent’anni dalla fine della guerra d’indipendenza che ha chiuso il capitolo del colonialismo francese, è stanca di un regime che ha preso il potere e non lo ha ceduto. Le grandi proteste di piazza sfociano in un successo elettorale dei nuovi partiti islamisti. Così forze armate e servizi segreti, per non perdere il controllo, decidono di ricorrere alla forza per trasformare un Paese laico e (fintamente) democratico in un emirato governato dalla Shari’a. Tra leggi speciali, arresti e deportazioni, gli islamisti cominciano a darsi alla clandestinità armata.
La formula della violenza e dell’odio si innesca attraverso la repressione. Sotto gli occhi di Benlazar prende avvio una strategia della tensione che presto sfocerà in una sanguinosa guerra civile che si diffonderà anche fuori dal Paese.
«Il bene e il male in Algeria hanno sempre indossato abiti molto simili. Il bene e il male non sono il bianco e il nero. Semmai, due sfumature di grigio indistinguibili», riflette a un certo punto nel libro Filali, un commissario della polizia che è riuscito a salvare da morte certa una ragazza che ha visto troppo.
Uno dei personaggi del romanzo è anche la città di Algeri, che è bella seppure ferita. Si percepiscono il caldo della capitale nordafricana e la disillusione. Le voci dalla Casba e poi l’improvviso silenzio se sta per accadere qualcosa di brutto, un attentato, un regolamento di conti. «In alto, il cielo sopra Algeri è di un azzurro perfetto. Sotto il sole, i muri bianchi degli edifici mandano un riverbero accecante. Ci sono giorni in cui a Benlazar piace sedersi di fronte a uno di quei muri e lasciarsi inebriare da quella luce, fino a raggiungere una sensazione di totale serenità. Una sensazione che non è riuscito a provare da nessun’altra parte se non in Algeria. Una sensazione che placa le sue angosce, e tiene lontana la voglia di cacciarsi la pistola in bocca».
Algeri c’è anche in notturna, negli incontri tra informatori sul lungomare, o nelle strade secondarie, tra traditori, traditi e doppiogiochisti. Tedj Benlazar è un interessante personaggio, tormentato, fragile e forse un po’ disilluso, che ci aiuta a comprendere la storia recente. Non resta che aspettare la traduzione del secondo volume della “trilogia Benlazar”.
Frédéric Paulin è un autore rodato e apprezzato, ha pubblicato una decina di romanzi. Ha lavorato come giornalista freelance e insegnante, è il fondatore di Le Clébard (à sa mémère), testata di satira pubblicata a Rennes.
Spesso è proprio leggendo i romanzi e le storie di finzione che si comprendono meglio le vicissitudini del mondo, i sentimenti che muovono le decisioni degli esseri umani. Paulin maneggia con sapienza la storia recente così da mettere in luce verità nascoste o falsificate dalla versione ufficiale.
Antonella De Biasi, giornalista e autrice di vari libri tra cui: “Astana e i 7 mari – Russia, Turchia, Iran: orologio, bussola e sestante dell’Eurasia”, Orizzonti Geopolitici, 2021; e “Zehra – la ragazza che dipingeva la guerra”, Mondadori, 2021
Pubblicato martedì 20 Agosto 2024
Stampato il 21/11/2024 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/terza-pagina/librarsi/menzogna-e-terrore-il-cielo-sopra-algeri/