Ormai, quasi tutti associano alla sigla UFO l’idea di veicoli spaziali extraterrestri e di invasioni aliene. In realtà, il significato è solamente “Unidentified Flying Object”, cioè “Oggetto Volante Non Identificato” ed è una sigla usata correntemente da tutti i controlli di volo, militari e civili.
Gli UFO segnalati da osservatori non professionisti, e che ancora a volte (fortunatamente non così spesso come in passato) trovano spazio sui media, hanno di solito spiegazioni abbastanza banali. Nella maggior parte dei casi, si tratta di fenomeni astronomici e atmosferici: ad esempio, un pianeta molto luminoso, come Venere o Giove, visto vicino all’orizzonte, e quindi attraverso uno spesso strato di atmosfera, quando è appena sorto o sta per tramontare sembra muoversi irregolarmente nel cielo, proprio per effetto della turbolenza atmosferica. Altre volte si tratta di prodotti tecnologici poco conosciuti dal pubblico: tra la fine degli anni 70 e i primi anni 80, i media siciliani furono invasi dalle segnalazioni di dischi luminosi che solcavano a bassa quota i cieli della Sicilia occidentale. Però non si trattava di dischi ma, grosso modo, di sfere e non volavano affatto a bassa quota ma a oltre 40 km di altezza: erano i palloni stratosferici lanciati dalla base di Punta Milo, allora del Consiglio Nazionale delle Ricerche, che trasportavano ai limiti dell’atmosfera telescopi spaziali e altri strumenti scientifici. A quell’epoca, il grande pubblico non sapeva che questi palloni avevano il diametro del Colosseo e apparivano luminosi perché fatti con un’unica sottilissima molecola di mylar, una resina termoplastica, con un’area totale di un ettaro ma spessa molto meno di un millimetro, che appariva luminosa perché illuminata in trasparenza dai raggi del Sole, sicché venivano interpretati come oggetti molto più piccoli, più bassi e più veloci.
Non sono certo questi gli UFO pericolosi. Se invece un centro di controllo del traffico aereo vede dai radar che nella sua area di competenza c’è un Oggetto Volante Non Identificato, la faccenda è assai più seria, anche se, tutto sommato, neppure troppo rara: nei tre anni (dal ’73 al ’76) passati a dirigere il Reparto Radarmeteorologia dell’Istituto di Fisica dell’Atmosfera del CNR, nel nostro radar della base di Verona, ne ho visto almeno uno al giorno. Però, sapevamo di cosa si trattava: i Phantom della Base USAF che facevano voli di esercitazione senza avvertire.
Ma non sempre è così. Il video con l’incontro di un UFO, preso dalla Marina cilena nel 2014, è stato definito il più convincente mai visto. I militari cileni hanno trascorso due anni a indagare sull’incidente e hanno concluso che il filmato era reale, confermato dai racconti in prima persona, e mostrava un oggetto volante che non avrebbe dovuto esistere.
Piuttosto che mantenere segrete le proprie informazioni, il governo cileno ha rilasciato pubblicamente il video. Ve lo proponiamo.
https://www.youtube.com/watch?time_continue=74&v=3a8tTA3NqTg
In questo modo, abbastanza rapidamente, un gruppo di studio ha capito che si trattava di un aereo di linea commerciale e lo ha persino identificato con il volo Iberia Airlines 3860. Ha anche capito perché i funzionari cileni hanno ripetutamente concluso che il loro filmato mostrava qualcosa di inesplicabile: si erano sommati molti piccoli errori e i funzionari non avevano mai pensato di riesaminare le loro prime impressioni e ipotesi.
Ad esempio, i piloti cileni che avevano incontrato l’oggetto hanno pensato che fosse vicino. In realtà, era più lontano di 50 miglia. Chi avrebbe sospettato che piloti addestrati potessero commettere un simile errore? I militari cileni hanno ritenuto che le misure di un radar a infrarossi mostrassero che il mare ribolliva sotto l’UFO. In effetti, l’aereo non era a bassa quota sul mare e la misura mostrava solo lo scarico del motore.
Si potrebbe quindi concludere che c’è stata un’altra identificazione sbagliata di qualcosa di normale con un inspiegabile oggetto volante. Ma Jeffrey Lewis, un esperto di controllo degli armamenti presso l’Istituto per gli studi internazionali di Middlebury a Monterey, in California, ha fatto una connessione inquietante.
“La tua vita dipende da queste stesse persone che possono scambiare un volo di linea con un’astronave aliena ma devono essere infallibili quando si tratta di armi nucleari, falsi allarmi e lancio sotto attacco”, ha scritto Lewis su Twitter.¹
In realtà, i sistemi di rilevamento impiegati per il controllo di un attacco nemico non sono esattamente uguali a quelli che hanno portato i funzionari di molte nazioni a identificare erroneamente incontri normali come UFO, ma sono piuttosto simili. Così come sono simili i processi di valutazione e di azione su tali informazioni. In una crisi, i militari avrebbero a disposizione solo pochi minuti e, a meno che non raggiungano una conclusione chiara e corretta, si sentirebbero in dovere di assumere il peggio.
Vito Francesco Polcaro, scienziato dell’Istituto di Astrofisica e Planetologia spaziale (Istituto Nazionale di Astrofisica) e membro del Centro per l’astronomia e l’eredità culturale dell’Università di Ferrara
Note:
[1] https://www.nytimes.com/newsletters/2017/12/22/the-interpreter?nlid=61936346
Pubblicato martedì 23 Gennaio 2018
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