Morena Pedriali Errani, ventisettenne ferrarese di famiglia sinta e circense e a sua volta artista circense nonché attivista per le minoranze romanì, è autrice del libro “Prima che chiudiate gli occhi”, edito da Giulio Perrone Editore nel 2023, dove racconta la storia di sua nonna la partigiana, di etnia sinti, Fiammetta Pedriali che partecipò alla lotta di Liberazione italiana dai nazifascisti.

Famiglia sinti

Il libro è un romanzo storico, tratto da una storia vera, ambientato tra il 1936 e il 1944, e la nonna dell’autrice assume l’identità di Jezebel, tuttavia uno dei personaggi principali, nel corso della storia, la ribattezzerà Fiamma. Nel libro la giovane autrice, al suo romanzo d’esordio, racconta la storia di Jezebel costretta a convivere con l’odio e la paura che i gagé, tutti coloro che non appartenevano alla popolazione dei sinti, provavano verso di lei e il suo popolo per la loro cultura e perché tra l’altro vivevano nelle “kampine”, le carovane. La famiglia di Jezebel, così come il suo popolo, conosce il pregiudizio, il razzismo, la persecuzione e la violenza, che spesso li costringe a spostarsi di luogo in luogo sempre più inospitali perché i gagé non reputano che siano “veramente” italiani.

Vincent Van Gogh, The caravan

Tuttavia, nella grande guerra, anche loro avevano compito il loro “dovere” anche se nella loro tacita legge vi è scritto: “nessun sinto può versare sangue, né può commettere violenza”, poiché “la violenza è come cancro, come pece. Se ti sporca sei perso per sempre”. Nonostante le grandi difficoltà e il doversi spostare di luogo in luogo, Jezebel, artista circense, è abbastanza felice vivendo, grazie al circo, con la propria famiglia, ed i momenti più felici sono quando si balla e si canta la musica della tradizione e quando “Babo”, il padre, racconta le favole. La situazione però precipita e la sua famiglia non è più in grado di svolgere l’attività del circo, poi, 11 settembre 1940, la circolare telegrafica n. 63462. del prefetto Arturo Bocchini, capo della polizia politica del regime fascista, dispose che:

Arturo Bocchini a Berlino con i gerarchi nazisti

«Con richiamo circolare telegrafica 11 giugno ultimo n. 10.44509 concernente zingari et carri zingareschi comunicasi che da segnalazioni pervenute risulta che zingari pur agendo specialmente nei territori provincie confine sono sparsi anche altre provincie Regno punto. Sia perché essi commettono talvolta delitti gravi per natura intrinseca et modalità organizzazione et esecuzione sia per possibilità che tra medesimi vi siano elementi capaci esplicare attività antinazionale virgola est indispensabile che tutti zingari siano controllati dato che in stato libertà essi riescono facilmente sfuggire ricerche aut prove appunto per la loro vita girovaga punto.

Ferme restando disposizioni impartite in precedenza circa respingimento aut espulsione zingari stranieri disponesi che quelli nazionalità italiana certa aut presunta ancora in circolazione vengano rastrellati più breve tempo possibile et concentrati sotto rigorosa vigilanza in località meglio adatta ciascuna provincia che sia lontana da fabbriche aut depositi esplosivi aut comunque da opere interesse militare et dove non esistano concentramenti di truppa virgola salvo proporre per elementi più pericolosi aut sospetti destinazione in isola aut in Comuni altre provincie lontane da zone frontiera aut interesse militare punto. At zingari capi famiglia potrà essere corrisposto sussidio stabilito per confinati comuni più una lira per ciascun componente famiglia se non potranno sostenersi con proventi lavoro come praticatosi per quelli già assegnati at confino et seguiti da famigliari punto. Attendesi urgente assicurazione per lettera».

Pel Ministro [Mussolini], [Bocchini]. [ACS, MI, Gabinetto, Ufficio cifra, Telegrammi in partenza]

Rastrellamento di un gruppo di rom prima della deportazione

Questa circolare ben citata dall’autrice, nel suo libro, segna l’inizio della fine del suo popolo, che verrà internato in appositi campi in Italia dai fascisti e che subirà per mano dei nazifascisti il genocidio indicato dai rom e dai sinti con il nome «Porrajmos (che letteralmente significa “Grande divoramento” o ”Distruzione”) oppure “Samudaripen”, cioè: “tutti morti”». In questo genocidio si calcola l’uccisione di almeno 500.000 persone di etnia sinti e rom. All’interno di questo contesto Jezebel decise di diventare partigiana per combattere contro i nazifascisti e contro l’idea stessa di “guerra” respinta dalla cultura del suo popolo.

Cultura che l’autrice fa emergere molto bene nel suo libro anche grazie anche ai canti tradizionali che riporta, i quali restituiscono la voce “sacra” della sua gente e dei suoi antenati. Il titolo del libro “Prima che chiudiate gli occhi” è un chiaro riferimento a non lasciare che la memoria delle grandissime sofferenze patite dal popolo dei rom e sinti finisca nell’oblio, al non essere indifferenti di fronte al razzismo di oggi, e al non chiudere gli occhi affidandosi a un mero pregiudizio prima di conoscere davvero un popolo dalla grande cultura. L’autrice nelle prime pagine facendo proprio riferimento al titolo scrive:

«Agli ultimi non viene concessa la grazia dell’oblio. Chiedo aiuto al vento. Non basta morire: devo raccontare, prima che la morte venga a prendersi tutto, prima che il plotone esegua l’ordine, prima che voi chiudiate gli occhi. E li chiuderete, vi prometto che li chiuderete».

Il romanzo è estremamente toccante anche perché racconta la resistenza di una donna partigiana, genere spesso sottovalutato e dimenticato quando si sente parlare della Resistenza. L’autrice, tra gli altri, ha l’obbiettivo di far conoscere il genocidio del suo popolo, con l’apporto del regime fascista, al grande pubblico e il contributo dei rom e dei sinti alla Resistenza partigiana italiana. La scrittrice riesce nel suo intento anche utilizzando una scrittura molto elegante e fluida.

Andrea Vitello, storico e scrittore