Mediazione, incontro, percorso di crescita individuale e collettivo, questa è la musica. Lo è a maggior ragione la musica folk, che attinge dalla tradizione orale e che diventa anche rito, come racconta l’album “Evocazioni e Invocazioni” di Davide Ambrogio, cantante polistrumentista e vincitore del premio Loano Giovani 2021, il più importante riconoscimento in Italia per la musica folk.
“Nel 1941 eravamo costretti a utilizzare la tessera fascista per 100 grammi di pane al giorno… abbiamo perso la memoria del XX secolo” si ricorda nell’album, citando Demetrio Stratos, voce influente della storia della musica italiana.
Temi politici si intrecciano ai santi, invocati attraverso il ritmo sincopato di strumenti acustici ed elettronica nell’atavico intento di lenire i mali dell’uomo. “Tutti i brani invocano una liberazione da qualcosa, come il dolore, o attraverso qualcosa, come la danza, il sogno, la morte” spiega Ambrogio.
“I santi si legano a una ritualità e a una spiritualità che ci consentono di indagare l’uomo e le sue problematiche, come san Rocco, protettore delle epidemie e santa Rosalia, collegata all’isolamento”, aggiunge.
Uno sguardo agli strati più disagiati viene rivolto nel Canto dal carcere, luogo di isolamento per antonomasia che, sulla linea di Giovanna Marini, racconta il logoramento e la rabbia degli “scordati”, “con il sole davanti alla finestra e le strisce sulla faccia”.
Con Misteru, l’album omaggia anche il poeta siciliano Ignazio Buttitta, straordinaria testimonianza umana e politica che nel 1922 capeggiò una sommossa popolare e che avrebbe poi preso parte alla Resistenza.
L’intellettuale di Bagheria venne considerato da Pier Paolo Pasolini uno dei più grandi esponenti del Novecento italiano, anche per la condivisa posizione rispetto alla produzione poetica in lingua dialettale, intesa non come espediente letterario ma come elemento di una cultura da difendere e salvare dall’aggressione della massificazione a fronte del boom economico del secondo Dopoguerra e, prima ancora, della politica linguistica adottata dal fascismo che ne volle scardinare l’uso.
“Evocazioni e Invocazioni” si presenta dunque come un viaggio politico e antropologico, interpretato per la quasi totalità in grecanico, lingua parlata dalla minoranza greca del lembo meridionale dell’Aspromonte, in Calabria, da cui proviene Ambrogio. “C’è molta politica nel disco, che è anche focalizzato sulle emozioni – chiosa il cantautore –. Nella nostra narrazione si tende molto a polarizzare, siamo o felici o tristi, e dimentichiamo che c’è una gamma di colori emotivi che ci appartengono. Da artisti è importante comunicare che nel mondo esistono altri linguaggi perché ci stiamo conformando a modelli standardizzati”.
Pubblicato sabato 18 Dicembre 2021
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