Area geografica che si trova fra tre continenti e comprende: Turchia, Siria, Giordania, Israele, Iran, Iraq, Penisola Arabica ed Egitto.
Il Medio Oriente è stato la culla di alcune tra le più antiche e importanti civiltà umane e la sua storia è di fondamentale importanza per l’area Indo-Europea.
Si può citare la civiltà degli Egizi nella valle del Nilo; dei Sumeri, dei Babilonesi e degli Assiri in Mesopotamia (attuale Iraq); dei Fenici nella “Terra di Canaan”, chiamata “Fenicia” dai Greci (attuale Libano); degli Ebrei in Palestina; degli Ittiti nella Penisola Anatolica (l’attuale Turchia); dei Medi e Persiani tra il Mar Caspio e il Golfo Persico (l’attuale Iran).
Ancora oggi non sappiamo da dove siano giunti i Sumeri e neppure a quale stirpe essi appartenessero. Il termine deriva da Sumer che significa “terra coltivata” ed infatti furono abili agricoltori. I Sumeri si stabilirono nella zona compresa fra le foci dei fiumi Tigri ed Eufrate intorno al 3500 a.C. Probabilmente è stato il più antico impero della Storia anche se non esistono notizie molto certe. Ad essi si devono le scoperte della ruota, del chiodo e dell’aratro, nonché le prime forme di scrittura. L’unione con popolazioni seminomadi diede origine alla civiltà Babilonese (2000-1100 a.C.).
Gli Assiri dominarono la zona dal 1100 al 612, quando furono sconfitti da una coalizione di Babilonesi, Medi, Fenici, Egiziani e Persiani.
Risale a questo periodo la deportazione del popolo ebraico. La rammenta il Salmo 137 di Davide “Sulle rive dei fiumi di Babilonia sedevamo e piangevamo, ricordandoci di Sion (Gerusalemme). Sui salici abbiamo appeso le nostre cetre”. Tale tema è ripreso da Verdi nel brano corale “Và pensiero”. (“Del Giordano le rive saluta, di Sionne le torri atterrate (…) Arpa d’or dei fatidici vati, perché muta dal salice pendi?”).
Dei Persiani chiamati Parsu (lat. Parti) si trova la prima traccia da una iscrizione assira (circa (844 a.C.). Nel 550 a.C. prese il potere Ciro il Grande ed in pochi decenni, dal 522 al 486 a.C., i persiani costruirono un impero vastissimo, dall’India alla valle del Nilo, con una straordinaria varietà di popoli diversi per tradizioni, lingua, religione, economia. Dal 550 a.C. fino alla conquista nel 331 a.C. da parte di Alessandro Magno, l’impero persiano fu la potenza dominante. Ai Persiani subentrarono nei secoli successivi i Greci e quindi i Romani, che inglobarono parte della regione nel proprio impero.
La svolta decisiva per l’identità della regione si ebbe tra il 7° e l’8° secolo, ovvero la sua islamizzazione. Tale avvenimento diede origine alle Crociate. Oggi tale fede religiosa interessa il 90% circa della popolazione medio-orientale.
Il Medio Oriente fu a lungo sottoposto all’Impero Ottomano (1300-1922). Con alterne vicende e scontri con la Repubblica Veneziana per il dominio sulla Dalmazia, esso giunse persino a minacciare la città di Vienna.
Gran Bretagna e Francia, dopo il crollo dell’Impero Ottomano, ridisegnarono la carta politica del Medio Oriente. La Francia ebbe il controllo sulla Siria e il Libano, sul Marocco, l’Algeria e la Tunisia; la Gran Bretagna sull’Egitto, la Palestina, la Giordania e l’Iraq; l’Iran proseguì un suo percorso con la dinastia dei Pahlavi (1925-79).
Nel frattempo, l’insediamento di coloni ebrei in Palestina, pur in presenza della numerosa popolazione locale, pose le premesse della nascita dello Stato d’Israele (1948).
In questi ultimi decenni queste Regioni, un tempo culla di civiltà, arte e cultura, sono stati sconvolti da conflitti (conflitto arabo israeliano che dura dalla fondazione dello Stato d’Israele), invasioni (invasione dell’Iraq da parte degli Usa e dei suoi alleati), guerre civili (Siria). Permane il potere delle cosiddette “petromonarchie” – monarchie confessionali con un’economia modernissima ed una struttura statale e di costume di tipo semifeudale (Arabia Saudita, Qatar, Kuwait, Emirati Arabi Uniti, Oman). Oggi in un territorio che comprende una parte della Siria, dell’Iraq e della Libia è presente il cosiddetto Stato Islamico (Is, Isis o Dāʿish), la cui ferocia è nota da tempo.
Tuttora è l’area più turbolenta e instabile del pianeta. Motivo principale è l’esistenza di immensi giacimenti di petrolio, che causano da decenni, ed in particolare negli ultimi vent’anni, colossali interessi e pesantissime interferenze delle grandi potenze.
Girolamo Borsellino, laureato in lingue, studioso dei linguaggi
Pubblicato giovedì 5 Novembre 2015
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