“… nonostante le tragedie che accadono nel mondo, esiste la speranza di una tenerezza capace di tenerci insieme, di legarci e anche di farci rinascere. La tenerezza è la chiave di tutta la storia, spesso ne avvertiamo il bisogno, ma abbiamo anche la necessità di darla. Quando ci si rifiuta di amare si rischia di precipitare e rovinare la propria esistenza”. Con questa decisa convinzione, Gianni Amelio ha illustrato il cuore del suo prossimo film nell’intervista rilasciata a La Stampa il 5 luglio scorso. Il titolo: La tenerezza, appunto. E si capisce che si tratta di un’operazione derivata da uno sguardo ben puntato nel ventre del mondo, delle relazioni, delle conseguenze estreme di ogni atto disumano, di ogni abbandono. Uno sguardo esattamente alla Amelio. La tenerezza come chiave di rivolta. E non c’è momento migliore di questa attualità pressantemente e drammaticamente meccanica per tirare fuori quell’«antica» attitudine. Nel quotidiano come nel Globale. Non è difficile tenersi dietro alle preoccupazioni del regista rispetto a come va il tempo. Non è difficile cogliere solitudini per strada, ripiegamenti in immagini da cliccare, autorisposte nel comodo sofà dell’incoscienza, dell’autoerotismo. La tenerezza prevede un altro corpo davanti a sé. Prevede di uscire da sé. Il coraggio più importante, la meravigliosa avventura di un giorno profondamente nuovo. “Non dobbiamo avere paura della tenerezza” fu il grido di quello straordinario professionista di cose umane che è Papa Francesco. E il primo atto che mi sollecita il senso della tenerezza, e anche la sua memoria, è la carezza. Quel semplice posarsi su un amore. Sulla sua possibilità improvvisa. Quel semplice ricordare che la solitudine ammazza se stessi e tutti i se stessi che fanno inesorabilmente un mondo. Un mondo che non vede più. Che il sangue ormai quotidiano è un film da dimenticare il giorno successivo, per reincamminarsi sul solito cavernoso sentiero. E allora, attendiamo con ansia un bel colpo di Amelio. Un efficace ripasso del “noi”. Una carezza di rivolta.
Pubblicato mercoledì 6 Luglio 2016
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Periodico dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia
