Nell’imminenza del 25 aprile, ho raccolto per le lettrici e i lettori di Patria quattro mie poesie partigiane. Quattro storie di coraggio, sguardi, sacrifici, quattro storie d’amore, il più autentico: quello che ricomincia sempre. Nella coscienza dei posteri, nell’entusiasmo giovane di chi sa credere e sognare, nella vita che chiama alla responsabilità e alla cura del tempo e degli altri. Buona liberazione a tutti.

PARTIGIANI, VENE DI PACE

Sono stato

armi

per

togliervi

la follia

di farlo

E quel

sangue

ancora

urla,

ancora

mi scrive

addosso

la forza di

raccontarvi

quei cuori

di montagna,

di imbracciare

quel

sogno

di vivere

e spararlo

dappertutto

 

CI HANNO SPARATO LA LORO FINE

Nessuna paura

può sperarci

fermi

nessun ordine

legarci

a un’altra

storia

Siamo

vene

nate

come

nasce

stringersi

fino al

ventre

del coraggio

davanti

alla falsità

della vita,

a un fucile

puntato

che si sbriga

di ferocia,

di sporca

idiozia

Ci hanno

sparato

la loro

fine

 

AL COMANDANTE PARTIGIANO NELLO QUARTIERI

La morte

è solo

un volo

di pelle

comandante,

sei un mondo

d’occhi

fioriti

del canto

d’un coraggio,

dell’unica

liberazione

 

LA MORTE VIVA DI UNA STAFFETTA

Avete strappato

la pelle

non il cuore

di questi occhi

Avete goduto

un momento,

io sono

l’eternità

della vostra

fine