“Che la libertà sia riconquistata in Italia senza sacrifici, è un sogno di ingenui. Solo una via di sacrifizi e di martirî condurrà alla mèta. I giorni più tragici debbono ancora conoscersi in Italia.” Emilio Lussu
Giovedì 30 gennaio 2025, nella sala Chaplin del Teatro Binario 7 di Monza è andato in scena lo spettacolo “La Catena”, tratto dall’omonima opera di Emilio Lussu con la drammaturgia di Nicola Fano e interpretato da Andrea Bosca.
La produzione Bam Teatro ha voluto fortemente che la prima fosse a Cagliari, terra natale di Lussu, e dopo la rappresentazione monzese la prossima tappa sarà il 17 marzo a Parigi, all’Istituto italiano di Cultura. La capitale francese è fondamentale nella vita di Lussu, vi rimase per circa quindici anni e lì allacciò i fili dell’antifascismo europeo, organizzando la Resistenza e fondando “Giustizia e Libertà”. Riuscì a rientrare in Italia con la compagna di vita e di lotta Joyce Salvadori, solo nel 1943, occupandosi della Liberazione di Roma e poi della nascita del nuovo Stato repubblicano.
Ci sono storie la cui potenza travalica gli anni, parole e fatti che non hanno tempo. Emilio Lussu ne “La Catena” racconta con precisione la ferocia infima del fascismo, attraverso la sua storia personale e quella di un popolo intero.
“Nelle sue parole non manca l’ironia, perché la sua mente rimane libera”, ci racconta Andrea Bosca, protagonista e regista dello spettacolo.
In scena la cronistoria della vicenda che nell’autunno del ’26 porta Lussu, deputato e Medaglia al Valor Militare per la Grande guerra, prima in carcere e poi al confino a Lipari per essersi opposto, armi in pugno, agli squadristi che in un migliaio assalirono la sua casa in centro a Cagliari. In mille contro uno, non una cosa molto ardita. Lussu sparò un sol colpo, uccidendo uno di loro. Venne poi assolto per difesa personale, ma questo non lo salvò dal confino a Lipari.
Degli anni al confino, Lussu fa una dettagliata descrizione sulla vita quotidiana e sui dialoghi tra i confinati (400 dei circa 500 presenti sull’isola erano confinati politici) che adottavano un lessico nuovo per ingannare i carcerieri e poter parlare di politica senza esser scoperti. Una vita molto diversa da quella che il duce descriveva in pubblico. L’arresto e il confino provano il corpo di Lussu, ma non spezzano il suo pensiero.
Avvincente la costruzione del progetto di evasione dall’isola, che avvenne nel ’29 in modo rocambolesco insieme ai compagni Carlo Rosselli e Francesco Fausto Nitti in mare aperto. L’arrivo a Parigi segna, tra apparenti eventi mondani, la nascita e lo sviluppo della rete resistenziale europea, fondamentale per la Liberazione.
Le parole di Lussu che descrivono bene la vita durante il regime, fanno riflettere su quanto sia facile che un popolo quasi non si accorga delle libertà che via via possono loro esser tolte. Le violenze e le leggi speciali erano imponenti e dilaganti.
Un clima di terrore costante, in cui qualsiasi pensiero diverso dal regime veniva bloccato, in ogni modo. “Non era necessario nemmeno eseguire un processo farsa, perché bastava il sospetto. Era molto più redditizio per il regime il terrore che esso incuteva alle persone rispetto alle leggi stesse”. Riflette Andrea Bosca, su come le parole di Lussu siano molto importanti da risentire oggi, “perché ci insegnano quanto fragile sia la democrazia. Quanto sia fondamentale scorgere i segnali di una deriva autoritaria, mascherata da una apparente rispettabilità”.
Andrea Bosca, attore sensibile e impegnato da anni nella trasposizione scenica di testi sulla Resistenza, tratti dai capolavori di Beppe Fenoglio, come l’adattamento di “Una questione privata” dal titolo “Come vivo acciaio” e “Ma il mio amore è Paco”. Recentemente in tournée con un altro capolavoro della letteratura resistenziale “La Luna e il falò” di Cesare Pavese. Con Bam Teatro cerca di affrontare queste tematiche storiche legandole all’attualità.
Andrea Bosca ci racconta anche dell’associazione no profit di cui è co-fondatore “Every Child Is My Child” che considera “un pezzo di cuore”. L’associazione ha come obiettivo un futuro senza sofferenza per i bambini: Ogni Bambino è un Nostro Bambino. Si legge sul sito: “La brutalità della guerra colpisce l’infanzia in maniera implacabile, infliggendo danni diretti e indiretti alla vita e allo sviluppo dei bambini, spesso compromettendo irrimediabilmente il loro futuro. Tuttavia, non sono solo i conflitti armati a generare tali conseguenze. Povertà, separazione, abusi, violenza, sfruttamento, persecuzione, disabilità: queste non sono soltanto parole, ma tristi realtà che affliggono numerosi bambini. Questi problemi persistono in un mondo che si proclama moderno e civilizzato”.
Numerosi i progetti portati a termine in Italia e all’estero, come “La Plaster School (Scuola Cerotto)” al confine con la Turchia, nata grazie alla collaborazione con l’associazione Insieme si può fare onlus, dove circa 80 bambini hanno trovato una casa, una scuola, un posto che possa dare loro un futuro.
Ringraziamo Andrea Bosca per il tempo dedicatoci per l’intervista e per l’impegno nel diffondere i valori della Resistenza attraverso l’arte. Nella sua intensa interpretazione, è stato in grado di catturare l’attenzione della platea per oltre un’ora. Con una scenografia essenziale, un gioco di luci e musiche moderne alternate a quelle dell’epoca ha suscitato emozione ed empatia.
Nell’80° della Liberazione del nostro Paese, numerose saranno le iniziative in città volte a riscoprire gli uomini e le donne che ci hanno permesso di vivere in un Paese libero, democratico e antifascista. Emilio Lussu fu tra le figure più importanti del secolo scorso, tra i protagonisti di quell’antifascismo intellettuale e morale del ventennio, coloro che furono in grado di scorgere la deriva autoritaria e cercarono di non voltarsi dall’altra parte. Ci insegna nelle sue opere che non bisogna mai arrendersi, che anche nelle situazioni più difficili occorre mantenere la mente aperta e cercare la soluzione.
Ancora oggi è fondamentale non abbassare mai la guardia, perché i diritti non devono mai esser dati per scontati. Diritti acquisiti grazie all’impegno civile e alla lotta dei partigiani e delle partigiane durante la Resistenza, che fu una guerra di Liberazione di un intero popolo. In essa fu coinvolta l’intera popolazione, di qualunque estrazione sociale, formazione, orientamento politico e religioso, uomini e donne, giovani e meno giovani, con armi e senza armi, in città, in montagna, in pianura. Con una rete sempre più capillare e una organizzazione man mano più definita in cui ogni singolo ingranaggio era fondamentale.
Attualizzare quindi l’insegnamento della Resistenza, assumendo su noi stessi il dovere di non restare indifferenti di fronte ai venti di guerra che soffiano nel mondo, all’emergere in varie forme del razzismo e del fascismo in Europa, alle limitazioni delle libertà.
Abbiamo la Costituzione che è il nostro faro e che è il regalo dei nostri Padri e Madri costituenti. Cogliamo l’occasione anche per ringraziare l’amministrazione comunale per il costante sostegno ai nostri progetti di memoria.
Emanuela Manco, presidente Sezione Anpi Monza, vicepresidente Comitato provinciale Anpi Monza Brianza
Pubblicato sabato 8 Febbraio 2025
Stampato il 08/02/2025 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/terza-pagina/andrea-bosca-lussu-mi-fatto-scoprire-la-fragilita-della-democrazia-e-quanto-sia-fondamentale-scorgere-i-segnali-di-una-deriva-autoritaria/