Solo nel gennaio scorso, era il Giorno della Memoria, tre consiglieri comunali a Cogoleto avevano fatto il saluto romano in un’Aula istituzionale, ora accade a Ventimiglia. Un’immagine – immortalata dalle videocamere nella diretta streaming del Consiglio del 22 dicembre – mostra un esponente di Fratelli d’Italia, Ino Isnardi, mentre si esibisce con il braccio teso. Un gesto interpretato dai colleghi della maggioranza, centrodestra, come un equivocabile richiamo al Ventennio. Era intervenuto il presidente comunale Andrea Spinosi, Lega, ma il consigliere aveva negato: solo un’alzata di mano per avere la parola. Il presidente comunale aveva deciso di riguardare le immagini nell’eventualità di comminare una sanzione e segnalare la vicenda a prefettura e procura perché quel gesto è per la legge un reato.
Ora però si è scoperta un’altra foto, è di qualche anno fa, che ritrae Isnardi in camicia nera mentre con appartenenti a CasaPound Imperia si esibisce “romanamente”.
A chiedere di vederci chiaro è l’Anpi chiedendo, con Massimo Bisca, coordinatore Liguria e presidente Genova dell’associazione dei partigiani, un intervento del rappresentante del Viminale, qualora l’intenzionalità di quell’alzata di mano fosse confermata.
«Peraltro, attendiamo di conoscere – scrive l’Anpi con Bisca – dopo gli interrogatori previsti nel prossimo mese di gennaio, le decisioni giudiziarie in merito ai tre consiglieri di Cogoleto, sul cui gesto anche la prefettura di Genova aveva aperto un suo approfondimento e che nel caso di processo, noi saremo presenti come “parte offesa”. Per proseguire: «Riteniamo debba finire una volta per tutte la stagione in cui qualche eletto nei partiti di destra si richiama apertamente, con parole o con gesti, al ventennio fascista e ai suoi riti, cercando poi una giustificazione banale».
Bisca si unisce alla richiesta dell’Anpi provinciale Imperia che ieri era immediatamente intervenuta con la presidente Amelia Narciso, invitando il presidente del Consiglio comunale a verificare i fatti e, in caso di riscontri positivi, a denunciare alle autorità competenti ma: «nessun commento, ove accertato (e in tal caso sarebbe davvero disonorevole), sul comportamento di chi, per appartenenza politica, sente ardere la fiamma del patriota nel petto ed è mosso dal conseguente bisogno di offendere col saluto romano e fascista la Costituzione nata dall’antifascismo. Proprio quella stessa Costituzione che gli ha permesso di occupare il posto di consigliere comunale».
Soprattutto, rincara il coordinatore regionale e presidente Anpi Genova: «Basta con gli alibi: ci sono le leggi, dalla Scelba alla Mancino, che puniscono chi compia “manifestazioni usuali o esponga simboli riconducibili al disciolto partito fascista o di organizzazioni naziste”. Solo con il massimo rigore si può impedire che qualcuno continui a giocare con un passato condannato dalla storia. Non ci possono essere indifferenza o indecisioni nel combattere come previsto dalle leggi e dall’etica repubblicana, fenomeni che si sono espressi anche con metodi violenti. Lo dobbiamo a chi ha dato la vita per la nostra libertà e a chi quei valori li ha trasformati nelle radici della nostra Costituzione che va rispettata e più che altro applicata sino in fondo».
Pubblicato giovedì 23 Dicembre 2021
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