Un sorriso che continua a illuminarci, a dispetto della violenza e della disumanità. Eppure oggi sono trascorsi esattamente 13 anni dal giorno in cui l’artista milanese Pippa Bacca è stata violentata e assassinata a Gebze, in Turchia. Era impegnata in una performance, Brides on tour (spose in viaggio), condivisa con l’artista Silvia Moro, dalla quale si era temporaneamente separata. Infatti era vestita da sposa quando il suo carnefice le aveva dato un passaggio in autostop. Aveva 33 anni ed era partita da Milano l’8 marzo 2008 con l’intenzione di raggiungere Gerusalemme, attraversando Slovenia, Croazia, Bosnia, Serbia, Bulgaria, Turchia, Libano, Siria, Egitto, Giordania e Israele. L’obiettivo dichiarato era quello di trasmettere un messaggio di pace e di amore tra i popoli in contesti territoriali agitati da guerre, povertà, conflitti religiosi e sociali. L’autostop come simbolo della fiducia da riporre negli esseri umani, in posti dove non si è sicuri neanche con le auto blindate.
Di simboli ce n’erano tanti, a cominciare dalla meta, Gerusalemme, la città santa delle tre religioni monoteiste, da sempre al centro dei sogni di pace e di giustizia dell’umanità. Confesso che sono stato uno di quelli che, al momento della tragica notizia, allo sdegno per l’omicidio non avevano avuto la capacità di associarvi la forza del personaggio e la lungimiranza, la visione del suo progetto.
Perché in questi casi, dove una donna vestita da sposa chiede un passaggio in una strada sconosciuta, il rischio è di non perdonare il sognatore, mutuando il pensiero di Oscar Wilde. I sogni di Pippa Bacca – nome d’arte di Giuseppina Pasqualino di Marineo – li ho ritrovati in una notte insonne nel film-documentario di Simone Manetti Sono innamorato di Pippa Bacca, uscito lo scorso anno nel giorno della festa della donna.
Mi ha emozionato al punto da associarvi dopo pochi giorni la lettura di Sono innamorata di Pippa Bacca. Chiedimi perché!, scritto da Giulia Morello ed edito da Castelvecchi nel 2015. I titoli prendono spunto da una spilla che lei aveva distribuito ad amici e conoscenti a seguito di una delusione amorosa.
Sul sito www.pippabacca.it la cronistoria, anche fotografica, di questo viaggio rivoluzionario, dell’abito da sposa la cui creazione era stata condivisa con il direttore artistico di Byblos, Manuel Facchini, con undici veli al pari dei Paesi da percorrere e ricami ispirati alle loro bandiere.
La sacralità dell’abito bianco era stata volutamente sacrificata, lungo il tragitto, per il lavaggio dei piedi delle ostetriche (le eroine che danno la vita proprio nei posti in cui è più a rischio) e per la difficoltà di conservarne il candore nel viaggio “on the road” e negli alloggi di fortuna dove le due performer erano ospitate.
I vestiti da sposa erano una sorta di tela metaforica con impressi i segni degli incontri, delle storie ascoltate, dei sorrisi, delle emozioni. Mi sono immaginato Pippa Bacca come un’eroina del mondo classico, alle prese con un viaggio ardimentoso e pericoloso come quello di Ulisse, ma non disponendo della furbizia e del cinismo del re di Itaca. La sua storia, la sua tragica fine hanno impressionato e commosso la Turchia, i suoi mass media e persino il presidente Erdogan; lo stesso che recentemente si è ritirato dalla Convenzione di Istanbul, firmata nel 2011 da 32 Stati (la Turchia fu il primo a ratificare l’accordo) per sancire l’uguaglianza tra uomo e donna e per fare opera di prevenzione e lotta contro la violenza di genere, considerata atto discriminatorio e violazione dei diritti umani.
L’umanità di Pippa Bacca, i suoi sogni di una rinnovata fiducia nel genere umano, sulla necessità dell’ascolto e della gentilezza non sono stati infranti. Rimangono incisi per sempre nel ricordo, nel mito, nella poesia, nei versi che le dedicò Alda Merini.
“Ti sei vestita di bianco
ma siccome la tua anima mi sente
ti vorrei dire che la morte
non ha la faccia della violenza
ma che è come un sospiro di madre
che viene a prenderti dalla culla”
e che le sono stati rinnovati in questi giorni, in un lavoro inedito, dalla poetessa Antonella Corna.
Cara Pippa, vorrei dirti in conclusione che… “Mi sono innamorato di te”. E so il perché.
Silvio Masullo
A Pippa Bacca (09.12.1974 – 31.03.2008)
Pippa,
tutte le spose del mondo
e una lunga marcia nel sole,
arte potente che tutto muove.
Tacchi di polvere e fango,
occhi intrisi di cielo
e quel sorriso espugnato di sogni
nello splendore degli anni.
Bianca,
la meraviglia dell’essere dono,
dell’essere tuono che romba nel petto,
delizia e fatica di un viaggio
che sia benedetto.
Caviglie sottili, la gonna che sale,
quanto è lunga la strada rattoppata dal male.
Aspettami, Silvia,
non andare di fretta,
la terra, il cielo, la vita ci aspetta.
Le scarpe un po’ strette, le balze sottili,
capelli da sciogliere all’aria d’aprile,
il giorno che noi chiameremmo
“domani”
è un giorno stracciato, per te, dalle mani.
Un suono.
Stormiscono fronde.
Che muove nell’aria? Son gigli? Son cosa…?
non vedo nessuno, eppure lo sento…
mi stringe la gola un brivido, freddo.
Lontano. Vicino.
Un grido strozzato.
Aspetto, respiro,
dimentico
tutto
le scarpe, il cartello,
la mèta di pace,
la voce nel cuore: qui muore
qui muore persino l’amore!
Non passa il respiro, il ventre
è disfatto, strappato, straziato
dal seme dell’uomo che t’ha flagellato.
Aspetta, aspetta! La Pace
ci
chiama, la Pace
ci
cerca, la Pace
ci aspetta!
Aspetto.
Anche adesso mi esplodono in petto
parole di pace, parole che sono soltanto
PAROLE
ed il bianco si tinge di un altro colore.
Pippa,
tutte le spose del mondo,
una marcia che muore
non muore
diventa memoria, emblema e confine
di una Donna che
viva
cammina nel sole.
Antonella Corna
Antonella Corna, originaria di San Severo, ha pubblicato tre sillogi poetiche, particolarmente apprezzate dalla critica; è alle battute finali l’uscita della quarta. Si è aggiudicata quattro primi premi assoluti in concorsi di poesia e uno in narrativa.
Pubblicato mercoledì 31 Marzo 2021
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