I concerti di “Paesaggi sonori” dal monumento alla Resistenza di Gessopalena (CH). L’opera è costituita da una grata di ferro su cui è posto un piccolo panno in stagno e da un cippo laterale con un’iscrizione

La musica lava via dall’anima la polvere della vita quotidiana, arricchisce l’esperienza umana e racconta, creando legami anche con il passato. Così è in Abruzzo, nel corso del festival Paesaggi Sonori, ideato da Flavia Massimo e Massimo Stringini, “nell’antico borgo di gesso Petralucente e Gessopalena. Davanti a noi la Maiella, dietro di noi l’Adriatico, dentro di noi la memoria per la nostra Libertà”, scrivono gli organizzatori sui canali social.

Proprio nel punto in cui Gessopalena abbraccia le cime della Maiella, si erge il Monumento alla Resistenza, divenuto per l’occasione suggestivo anfiteatro dove al calar del sole si è esibita la compositrice e violoncellista polacca Dobrawa Czocher. “Suggestioni intense – aggiungono gli ideatori del progetto musicale nato per valorizzare e promuovere le bellezze naturalistiche e culturali abruzzesi – al pensiero degli eventi di cui quest’angolo di Abruzzo è stato scenario: è qui che dal 1943 i partigiani della Brigata Maiella hanno combattuto per la Liberazione dal nazifascismo, fianco a fianco con gli Alleati, tra cui il Corpo polacco guidato dal generale Władysław Anders. Ottant’anni dopo una giovane artista armata solo di violoncello farà risuonare di nuova luce quegli stessi luoghi in cui i suoi avi hanno udito il frastuono della Storia”.

Nell’ottobre del 1943 Gessopalena venne occupata dai tedeschi che requisirono le migliori case e vi si installarono. Fu uno dei borghi delle colline fra i fiumi Sangro e Aventino che funse da cuscinetto fra la zona costiera, dove si ebbero sanguinosi scontri fra i due opposti schieramenti – tedeschi e Alleati – e gli altipiani dell’aquilano, le roccaforti delle truppe naziste sulla Linea Gustav, la principale linea difensiva tedesca sul fronte dell’Italia meridionale.

Casa del paese vecchio di Gessopalena, oggi sede della Fondazione Brigata Maiella

A causa di saccheggi e soprusi, gli abitanti furono costretti a rifugiarsi nelle campagne e nel paese rimasero poche persone quando, il 4 dicembre 1943, un’unità della Wehrmacht – le forze armate della Germania nazista – consegnò al podestà l’ordine di evacuare tutto l’abitato che sarebbe stato fatto esplodere: la posizione geografica di Gessopalena ebbe una valenza importante da un punto di vista strategico: posta su una altura, consentiva il controllo dei territori circostanti da una posizione di vantaggio rispetto ad eventuali attacchi nemici. Per questo, venne rasa al suolo.

Alcuni partigiani della gloriosa Brigata Majella MdOVM (Archivio fotografico Anpi nazionale)

Ma ci fu chi si si attardò per salvare il bestiame o per attaccamento alla propria abitazione, morendo sotto cumuli di macerie, colpito dai detriti o da schegge di mine.

Così fu per la madre di Domenico Troilo, futuro vicecomandante della Brigata Maiella. Il dolore e la rabbia degli abitanti di Gessopalena per le morti, le distruzioni, i torti, le umiliazioni subiti fece nascere un sentimento di vendetta e un desiderio di giustizia che porterà alla costituzione di un gruppo di volontari armati di Gessopalena, capitanati proprio da Domenico Troilo, che compirà alcune azioni al fianco degli Alleati per poi essere inquadrato nel più ampio gruppo della Brigata Maiella, l’unica insignita di Medaglia d’Oro, la più importante fra le onorificenze militari, che, con gli Alleati, dall’Abruzzo risalì la Penisola per liberare Bologna (21 aprile 1945) fino agli altipiani di Asiago.

L’evento – che continuerà fino ad agosto con concerti in location d’eccezione – organizzato con il patrocinio del Comune di Gessopalena e del Parco Nazionale della Maiella, ha previsto anche un’escursione che ha toccato un altro luogo dove si è udito “il frastuono della Storia”: Sant’Agata, a metà strada tra Torricella Peligna e Gessopalena, dove persero la vita 44 persone – la più piccola aveva solo 4 anni – arse vive in un casolare in cui avevano trovato rifugio dai bombardamenti. Arsi vivi il 21 gennaio 1944 per rappresaglia, dopo l’uccisione di due soldati tedeschi che razziavano negli abitati. Per alcune di loro sarà difficile anche l’identificazione per via del deterioramento dei loro corpi.

Così, al cospetto della Maiella, la leggendaria Maja, ninfa delle Pleiadi e madre del gigante Ermes, figlio di Zeus, sulle intense note dell’artista Dobrawa Czocher, il pubblico ha viaggiato attraverso il suono, patrimonio immateriale dell’Unesco e componente essenziale del paesaggio. Che a sua volta ha raccontato la Libertà.

Mariangela Di Marco, giornalista