La storia di Pietro Macellaro, nonno e nipote, e di un’arte pasticcera nata dalla prigionia, ha attirato come in altre occasioni commenti “dolci” e spunti di ricerca ulteriori. Ne abbiamo già parlato su Patria Indipendente. Sono riuscito a entrare in contatto con Emilio Coccia, presidente dell’associazione Zonderwater Block ex Pow che vive in Sud Africa. Zonderwater è stato uno dei più grandi campi di internamento di prigionieri italiani. Aperto nel 1941 dagli inglesi nell’Unione Sudafricana (attuale Sudafrica) a circa 43 chilometri da Pretoria, ha ospitato prigionieri catturati prevalentemente nell’Africa Orientale italiana e nel Nord Africa; tra l’aprile del 1941 e il gennaio del ’47, ha recluso oltre 100mila soldati italiani catturati dagli inglesi. Tra loro Pietro Macellaro e il suo commilitone-insegnante Ferdinando Guariniello.
La corrispondenza è stata attivata tramite la figlia del prigioniero Vittorio Longarato, Elisa, che mi ha informato sulla possibilità del presidente Coccia di accedere anche agli archivi dei prigionieri nell’ex Rhodesia (ora Zimbabwe) e Kenya. Ricordo che Pietro Macellaro e Ferdinando Guariniello erano entrambi detenuti nel campo n° 3 di Gatooma (oggi Kadoma), dove avevano beneficiato di un trattamento speciale da parte delle autorità inglesi per le loro abilità professionali. Emilio Coccia ha innanzitutto confermato la circostanza, nella quale mi ero imbattuto in sede di ricerche archivistiche, che “la documentazione relativa agli Internati Civili/Evacuati italiani, prigionieri nella Rhodesia del Sud, è scarsissima e concerne quasi esclusivamente la parte degli interventi sudafricani come scorta, vettovagliamento e trasporti”.
In ogni caso, dal suo accesso agli archivi militari e civili di Pretoria è emerso, come testualmente mi scrive, che “E.16796 Macellaro Pietro fu tradotto per ferrovia nella Rhodesia del Sud, con partenza da Pietermaritzburg (Natal) il 29 gennaio 1942; E.34443 Guariniello Ferdinando fu tradotto come sopra il 2 febbraio 1942; Entrambi vennero rimpatriati il 19 dicembre 1946, con imbarco a Beira sul piroscafo “S.S. Bloemfontein”, che arrivò a Napoli il 4 gennaio 1947.
Riguardo al trasferimento in Sudafrica non esistono, negli archivi militari locali, liste di imbarco/sbarco. Dalla documentazione risulta che la nave S.S. Nieuw Amsterdam partì dal porto di Berbera con 1.900 internati/evacuati italiani, il 14 gennaio 1942, e arrivò a Durban il 21 gennaio 1942. Questa è quindi, con tutta probabilità, la nave sulla quale furono imbarcati Pietro e Ferdinando (la Nieuw Amsterdam fu la prima nave a trasportare i nostri internati dall’Africa Orientale Italiana in Sudafrica, e altre navi arrivarono dopo il 2 febbraio 1942).
Dalle mie ricerche presso l’Archivio Apostolico Vaticano, in corso di perfezionamento, sono spuntate due lettere con le quali Giuseppe Macellaro, il padre di Pietro, chiedeva notizie del figlio, del quale aveva perso le tracce dopo la cattura su uno dei campi di battaglia dell’Africa Orientale Italiana.
L’interessamento dell’ingegnere Emilio Coccia, che si occupa da anni del museo e del cimitero di Zonderwater, ci fornisce un’ulteriore conferma sull’importanza dei familiari dei prigionieri, dei Caduti e dei dispersi dei due conflitti mondiali nel mantenere accesa una fiamma permanente sulla storia e sui sacrifici dei loro congiunti. Un impegno volontaristico incontrato sovente nelle mie ricerche, che non di rado sopperisce alle carenze delle istituzioni, e si regge sul lavoro e sulle donazioni degli iscritti in una incessante ricerca della storia, della verità e dei sentimenti più profondi delle persone.
Ne citerò altri, oltre ai valorosi amici di Zonderwater, a titolo esemplificativo. La storica australiana Joanne Tapiolas, la più accreditata e generosa dispensatrice di documentazione e consigli sui prigionieri italiani in Australia, che mi aveva aiutato nella ricerca del soldato Giuseppe Polito, ripresa successivamente dalla Rai, da importanti massmedia nazionali e locali, dal quotidiano australiano in lingua italiana Il Globo, dal Corriere Canadese e da agenzie multilingua. Antonio e Fiorenzo Zampieri, animatori del sito www.navenovascotia.it in memoria del nonno materno Luigi Gino Caldiron, hanno impedito la cancellazione dalla memoria storica della tragedia della Nova Scotia, il piroscafo britannico affondato per errore da un sommergibile tedesco il 28 novembre 1942, che causò la morte di 670 italiani, in larga parte prigionieri tra i quali Domenico Masullo.
Mauro Ambrosi, un appassionato della Grande Guerra originario di Trieste, che con il suo blog continua a fornire informazioni ai familiari dei Caduti memore dell’aforisma della scrittrice-giornalista e pacifista Vera Brittain “Vorranno dimenticarvi, vorranno che io dimentichi, ma non posso e non lo farò. Questa è la mia promessa a voi a tutti voi”. Sul suo sito c’è un elenco di Caduti, sepolti a Redipuglia, con i dati anagrafici e di reparto errati, che continua ad aggiornare in maniera costante.
Mi scrive che a tutt’oggi ne ha individuati circa 6.500, e che il lavoro continua senza sosta. Ho utilizzato in diverse occasioni la guida redatta da Laura Bell, completa di tutte le indicazioni e modalità per ricercare notizie sui prigionieri italiani in mano inglese nella seconda guerra mondiale, tra i quali il fondamentale capitolo riguardante la Croce Rossa Internazionale, che si può interpellare solo in pochi e definiti giorni dell’anno. Mi sono limitato ovviamente a citare solo quelli con i quali ho collaborato e/o sono entrato in contatto, ma ce ne sono altri di uguale valore e passione omessi per ragioni di spazio. In ogni caso è stato piacevole approdare al mondo del volontariato, in ambito storico-divulgativo, partendo dalla delicata storia dei prigionieri-pasticcieri Pietro Macellaro e Ferdinando Guariniello.
Nel frattempo il nipote di Pietro, campione del mondo 2023, nelle ultime settimane ha mietuto altri successi, tra i quali il riconoscimento delle Tre Torte del Gambero Rosso con 94/100, 2 medaglie d’oro, 3 d’argento, 1 di bronzo e 2 premi speciali nella finale mondiale International Chocolate Awards, la valorizzazione dei suoi prodotti da parte di Vincenzo Napoli, sindaco di Salerno, nella seconda edizione del Panettone d’artista 2024.
Silvio Masullo
Pubblicato giovedì 30 Gennaio 2025
Stampato il 31/01/2025 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/servizi/prigionieri-di-guerra-la-ricerca-non-si-ferma/