Forse è il primo Comune della Calabria a cassare un’onorificenza praticamente imposta dalla prefettura di allora. Era il 16 maggio 1924, presidente del Consiglio e ministro degli Interni era il capo del fascismo stesso (resterà a guida del dicastero, a parte una parentesi dal 17 giugno di quell’anno al 6 novembre 1926, fino alla defenestrazione, il 25 luglio 1943).
La delibera del Consiglio comunale approvata il 31 maggio scorso per rendere omaggio alla Festa della Repubblica e alla Costituzione non si sottrae dal valutare l’importanza di una presa di posizione politica al tempo del governo della destra, in cui «vi è in atto un tentativo da parte del Governo di modifica della Costituzione attraverso l’introduzione di istituti somiglianti al presidenzialismo che modificherebbero la forma di Stato sui quali è nata la Repubblica Italiana e si sono strutturate le istituzioni democratiche e rappresentative».
Il documento precisa inoltre che «il Mezzogiorno d’ItaIia è vieppiù attaccato dai sostenitori della cosiddetta autonomia differenziata che alcune Regioni più ricche hanno avviato al fine di trattenere per sé risorse che altrimenti sarebbero, come lo sono oggi, destinate alle Regioni del Sud che scontano un divario di diseguaglianza storica».
Le valutazioni sottolineano anche come «nel contesto politico e sociale attuale sono frequenti episodi che rievocano una certa nostalgia verso il ventennio fascista, e comunque diversi politici che occupano le istituzioni non fanno mistero delle loro simpatie verso sistemi autoritari, xenofobi, intolleranti, guerrafondai, l’esatto opposto cioè dei valori contenuti nella Carta Costituzionale» che nella XII Disposizione transitoria vieta la riorganizzazione del partito fascista in ogni sua forma, e la legge n. 645 del 1952, in attuazione del testo fondamentale «all’articolo 4 stabilisce il reato di apologia di fascismo intendendosi tale qualunque attività che pubblicamente esalta esponenti, principi, fatti o metodi del fascismo oppure le finalità antidemocratiche proprie del partito fascista».
Tra le «imprese benemerite»di Mussolini indicate deliberazione ora annullata «rientra quella della “liberazione della Nazione dall’idra bolscevica”, testimoniando ancora una volta «quanto il fascismo abbia combattuto il bolscevismo ed ogni sua espressione politica nei partiti comunisti, socialisti e operai del tempo».
Grande soddisfazione e un ringraziamento al sindaco Michele Tripodi arriva dall’Anpi di Polistena, intitolata a Teresa Talotta Gullace, originaria della Calabria, la donna che ispirò il personaggio di Pina, interpretata da Anna Magnani nel film “Roma città aperta” di Roberto Rossellini. «A pochi giorni dal centenario dell’uccisione di Giacomo Matteotti da parte degli squadristi fascisti che hanno avuto ordine di ucciderlo direttamente da Mussolini – scrivono gli eredi dei partigiani – la revoca della cittadinanza al duce è l’azione giusta per fare memoria e per dare un segnale chiaro a chi ancora cerca di negare le responsabilità tragiche del capo del fascismo. Chi si è macchiato di crimini contro l’umanità non può avere spazio tra i nostri concittadini».
Quasi tutti i Consigli comunali d’Italia nel 1924 su indicazione del ministero e della prefettura dell’epoca hanno conferito la cittadinanza onoraria a Mussolini, ma a distanza di 100 anni, segnala l’Anpi “Teresa Talotta Gullace”, solo «pochi Comuni in Italia hanno revocato l’atto e Polistena è la prima o tra le prime a farlo in Calabria».
Continua l’Anpi locale: «Polistena è antifascista, lo è stata con i nostri concittadini che hanno partecipato alla guerra di Liberazione, altri hanno sacrificato la vita ed altri hanno subito la deportazione nei campi tedeschi, e lo è ancora con gesti chiari che evidenziano per chi si parteggia allontanando tutti i segnali di rigurgiti e personaggi che sotto mentite spoglie vorrebbero che si ritornasse al passato più buio che il nostro Paese ha vissuto. Oggi si è antifascisti perseguendo gli ideali di libertà e democrazia a difesa della Costituzione, contrastando quindi tutti gli ideali che limitano la libertà personale e di comunità».
Infine un impegno da associati tanto consapevoli quanto determinati (ricordiamo che hanno sede in una struttura confiscata alla mafia, per ben due volte devastata da ignoti): «L’Anpi continuerà più che mai a combattere interpretazioni distorte e nostalgie della dittatura, a riaffermare l’attualità dell’ideale antifascista”, invitando tutti i consigli comunali in vista il prossimo anno dell’80° della Liberazione, «a revocare la cittadinanza a Mussolini come gesto politico forte e chiaro a marcare la distanza con ideali già vietati dalla nostra Costituzione».
Pubblicato martedì 4 Giugno 2024
Stampato il 25/11/2024 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/servizi/polistena-rc-cancella-il-disonore-mussolini-non-e-piu-civis-honorarius/