Chi lo ha conosciuto non lo dimenticherà. Luigi era un intellettuale del 900, uno degli ultimi, di quelli che, assieme all’eccellenza della sua professione – era un insigne musicologo – ha conservato sempre l’impegno civile, sociale e politico. Ed era un partigiano, uno dei tanti a cui dobbiamo la Repubblica democratica e la Costituzione. Milanese, classe 1928, figlio d’arte – il padre, avvocato, era un violinista – se n’è andato nella sua città il 23 febbraio di quest’anno.
Così il giorno successivo la Presidenza e la Segreteria nazionale dell’ANPI lo hanno ricordato in una nota: “Con dolore e commozione apprendiamo della scomparsa di Luigi Pestalozza. Partigiano, nelle formazione di Giustizia e libertà, è stato un uomo di profondissima sensibilità civile ma anche artistica. Dirigente del PCI e poi dell’ANPI provinciale, fu un musicologo di chiara fama: docente di Storia della Musica alla scuola di Arte Drammatica del Piccolo Teatro di Milano, all’Accademia di Belle Arti di Brera, all’Università di Pisa. Numerose le collaborazioni giornalistiche: oltreché direttore della rivista Musica/Realtà scrisse per l‘Unità, Problemi del socialismo, Rinascita. Ci lascia un autentico e appassionato spirito di libertà, un intellettuale attentissimo alle dinamiche sociali del Paese e sempre pronto ad intervenire qualora si rendesse necessaria una parola di lucida saggezza e intelligenza del futuro. Ai familiari, agli amici e alle amiche dell’ANPI Provinciale di Milano, giungano le nostre più sentite condoglianze e una piena e affettuosa vicinanza”.
Pubblicato mercoledì 8 Marzo 2017
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