Il Museo della Repubblica di Montefiorino e della Resistenza italiana. L’idea di creare un Museo a Montefiorino per ricordare gli avvenimenti dell’estate del 1944 nasce già negli anni 60 e trova lo stimolo necessario dal conferimento al Comune della Medaglia d’Oro nel 1972. Il comitato promotore è composto dai Comuni di Montefiorino, Modena e Reggio-Emilia, dalle associazioni partigiane nazionali Anpi, Alpi e Fiap, dall’associazione partigiani cristiani (Apc) di Reggio, dagli istituti storici delle due province. L’allestimento – a cura di Pietro Alberghi dell’Istituto storico di Modena e di Antonio Zambonelli per Istoreco – viene inaugurato nel 1979 e trova sede in alcune sale della Rocca medievale. Il luogo è scelto per il suo forte valore simbolico, essendo stato la sede del Comando partigiano durante l’estate del ‘44 ed essendo poi stato dato alle fiamme dai tedeschi al termine del rastrellamento. Inoltre la Rocca sovrasta il territorio appartenuto alla zona libera.
In occasione del 50° della Repubblica partigiana si decide di rinnovare il Museo e nel 1994 vengono aggiunte due sale; il progetto scientifico è affidato a Claudio Silingardi, direttore dell’Istituto storico di Modena. Il nuovo percorso, inaugurato nel 1996, aggiunge l’aspetto sociale e umano della Resistenza e si concentra sul vissuto delle popolazioni montanare. Agli enti promotori originari si aggiungono la Regione Emilia-Romagna, le due Provincie di Modena e Reggio Emilia e tutti i Comuni della zona libera. Un aspetto caratteristico di questo allestimento è rappresentato dal percorso, parallelo a quello storico, curato dal poeta bolognese Roberto Roversi, il quale rielabora in chiave poetica le lettere dei condannati a morte.
Nel 2012 il Comune di Montefiorino, con il sostegno della Regione e della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, ha varato un nuovo allestimento in vista del 70°. Questo progetto, fondato sul linguaggio multimediale, è stato curato, dal punto di vista tecnico, dalla Fuse Interactive, mentre il percorso museale si deve a Fabio Emiliano Manfredi, in collaborazione con un comitato del quale facevano parte anche i presidenti dei due Istituti storici. Il nuovo allestimento è stato inaugurato nell’aprile 2015.
La narrazione passa attraverso tre tipologie di linguaggio: gli oggetti esposti nelle teche; i testi, brevi, relativi al tema di ogni sala; e il linguaggio multimediale dei vari touch e computer, per cui il contenuto va ricercato attraverso l’iterazione dell’utente con le diverse installazioni.
Il nuovo museo si divide in due momenti; una prima parte dedicata al contesto nazionale: la sala del fascismo, con particolare attenzione alla dinamica del consenso popolare, affrontato attraverso il linguaggio fotografico; la sala delle guerre fasciste, con un tavolo multimediale che offre dati tecnici approfonditi sulle diverse campagne militari del ’40-‘43 e riferimenti ai crimini di guerra commessi dall’esercito italiano; la sala della scelta, in cui si introduce l’argomento della Resistenza dopo l’8 settembre, ponendo particolare enfasi proprio sul tema della assunzione di responsabilità di fronte alla crisi del paese.
Le restanti sei sale invece sono dedicate alle vicende locali: la sala dell’inverno ’43-‘44, che affronta la nascita dei primi nuclei partigiani nella zona e il ruolo delle donne nella Resistenza; le due sale dedicate alle rappresaglie fasciste e alle stragi naziste del marzo ‘44. L’ottava sala è quella dedicata alla zona libera, e, in questo nuovo allestimento, l’esperienza complessiva dall’estate ‘44 fino alla primavera ‘45 è stata condensata in un’unica installazione, che fornisce le biografie dei principali protagonisti e la ricostruzione interattiva della battaglia di Montefiorino. L’ultima sala, dedicata alla Liberazione, offre una panoramica sulle diverse zone libere e repubbliche partigiane italiane, comprese le esperienze delle repubbliche contadine del Sud, e una geolocalizzazione dei cippi e delle lapidi presenti sul territorio della zona libera di Montefiorino.
Con questo nuovo allestimento, il Museo sta ottenendo un buon riscontro di pubblico, in particolare quello scolastico. Importante è anche il ritrovato rapporto con la popolazione locale, grazie alla rinascita dell’Anpi e alla nuova Associazione Amici del Museo di Montefiorino.
Le iniziative per il 70°. La riapertura del Museo ha coinciso con il culmine del ciclo celebrativo per il 70° della Liberazione. Nei mesi successivi si sono realizzate diverse attività, tra cui un seminario di presentazione della rivista regionale E-Review, che ha dedicato il dossier monografico 2016 alle zone libere emiliano-romagnole; la caccia al tesoro partigiana Le contrade dei Ribelli; la proiezione in Rocca dei documentari E Vennero da lontano di Riccardo Stefani e Racconto di una strage di Simona Bezzi e Guido Pisi; un seminario sui luoghi di memoria (Viaggiare nella Storia), con riferimento sia ai viaggi della memoria per gli studenti emiliano-romagnoli sia ai potenziali viaggi in entrata.
A partire da ottobre, dopo l’uscita del bando 2016 della legge regionale 3/2016 sulla memoria del Novecento, il Museo si è fatto capofila di un progetto più ampio, che aveva come obiettivo quello di far collaborare tra loro i comuni della ex-zona libera in una prospettiva a medio-lungo termine.
È stato quindi elaborato il progetto Dalla Repubblica partigiana alla Repubblica italiana, che è stato accolto dalla Regione. L’iniziativa ha riunito un gruppo di una dozzina di ricercatori, per lo più giovani, di tutto il territorio, che hanno lavorato con un duplice obiettivo: mappare la situazione delle fonti storiche disponibili sul territorio; stendere alcune biografie esemplari di personaggi che hanno svolto un ruolo significativo nel passaggio dalla zona libera alla Repubblica democratica postbellica.
Il lavoro è culminato in un seminario di restituzione del 17 dicembre 2017, nel corso del quale sono state esposte le linee guida e le principali risultanze del progetto (che saranno disponibili anche sul sito www.resistenzamontefiorino.it). Complessivamente esso ha dato risultati apprezzabili, sia in termini scientifici sia di valorizzazione territoriale. In particolare, ha riproposto all’attenzione dei cittadini alcune figure, note e meno note, che possono rappresentare punti di riferimento importanti per l’identità locale e la coesione comunitaria; e messo a confronto i giovani con alcuni esempi interessanti di consapevolezza, responsabilità e iniziativa.
Le celebrazioni 2017. Nell’ambito delle iniziative per il 73° anniversario della zona libera, il Museo ha avuto anche il piacere di ospitare per la prima volta il Presidente nazionale dell’Anpi, Carlo Smuraglia.
Le celebrazioni sono cominciate nella serata di sabato 17 giugno con la conferenza spettacolo Dalla notte all’alba della democrazia, a cura di Giovanni Taurasi, Stefano Garuti e Francesco Grillenzoni, che si è tenuta in piazza Teofilo Fontana.
La mattina di domenica 18 giugno si è svolta la commemorazione ufficiale con la deposizione della corona davanti alla lapide del 1964. Poi il Presidente Smuraglia ha tenuto una lezione dal titolo Dalle repubbliche partigiane alla Repubblica italiana, a coronamento del progetto regionale.
È stata l’occasione per ribadire l’importanza delle repubbliche partigiane, sia come esperienze di maturazione politica della Resistenza sia come anticipazioni del ritorno alla vita democratica. In particolare Smuraglia ha ricordato le pratiche elettive restaurate nell’estate partigiana ‘44; le sperimentazioni amministrative messe in atto dalle giunte popolari (compresi provvedimenti inediti nel campo della scuola e della sanità); e le vere e proprie anticipazioni della Costituzione repubblicana presenti in alcuni atti dei governi partigiani.
Il Presidente ha inoltre ricordato la sua esperienza personale di resistente nell’Italia centrale che, anche dopo la liberazione della sua città, decide di proseguire la lotta arruolandosi nei gruppi di combattimento; esempio quindi dello spirito di sacrificio e di servizio all’ideale di rinascita nazionale proprio di una generazione di giovani cresciuti, loro malgrado, nell’Italia fascista. Smuraglia ha anche ribadito lo sforzo intrapreso dall’Anpi per trasmettere la memoria di queste esperienze eroiche alle nuove generazioni, anche per contrastare il dilagare di voci inconsulte che recuperano il fascismo come elemento neutro quando non positivo della storia italiana.
Nel pomeriggio del 18 giugno si è quindi tenuta una riunione delle Anpi del territorio dell’ex zona libera con l’obiettivo di rilanciare la vita associativa di quest’area e di strutturare un coordinamento tra le Anpi locali. Tra i primi appuntamenti messi in calendario figura la “Pastasciutta antifascista” prevista per il 25 luglio prossimo, nell’ambito della rete promossa da Casa Cervi; e un History Camp sul tema memoria e cittadinanza, da svolgere in collaborazione con Arci Emilia Romagna alla fine di agosto.
Mirco Carrattieri, direttore del Museo della Repubblica di Montefiorino e della Resistenza
Chiara Asti, collaboratrice del Museo e dell’Anpi
Pubblicato giovedì 6 Luglio 2017
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