In risposta a una richiesta di Paolo Vacca, Segretario Generale dell’Unione dei Federalisti Europei, l’ANPI nazionale ha aderito alla Marcia per l’Europa, promossa in occasione dell’anniversario della firma dei trattati di Roma. Nella lettera della Segreteria nazionale si precisa la posizione dell’ANPI in merito al documento preparatorio della Marcia, che viene giudicato carente su quattro aspetti cardine del futuro (e del presente) dell’UE: la linea di politica economica e sociale, il risorgere di forze neofasciste e neonaziste, la questione delle migrazioni, in tema della pace e della guerra. Ecco il testo integrale della lettera della Segreteria nazionale dell’ANPI.
«Gentile Segretario Generale, accogliendo il Suo cortese invito, l’ANPI nazionale aderisce alla “Marcia per l’Europa”, in occasione del 60° anniversario della firma dei Trattati di Roma. Per la circostanza, abbiamo letto con attenzione il documento che illustra le ragioni della marcia. Ci pare di conseguenza doveroso esprimerci in merito.
Condividiamo le linee generali del documento. Ci sembra però necessario specificare, dato che sul documento il tema non sembra affrontato, l’urgenza di una svolta nella politica economica e sociale dell’Unione Europea che non ha sufficientemente rilanciato l’economia del continente, determinando sacche pesantissime di impoverimento per decine di milioni di persone e colpendo gran delle conquiste sociali che erano alla base del welfare; anche per queste ragioni l’Europa subisce oggi l’assalto di nazionalismi e populismi.
Non va inoltre taciuta, in questo scenario, la rinascita in forme dirette o indirette, di neofascismi e neonazismi: ne è sintomo e simbolo il recente episodio avvenuto durante la plenaria del Parlamento Europeo, quando l’eurodeputato polacco Janusz Korwin-Mikke ha fatto il saluto nazista.
Ci sembra poi opportuno sottolineare, nelle finalità generali della marcia, la necessità di una politica comune nei confronti del fenomeno palesemente irreversibile dell’ondata migratoria e nei confronti della conseguente politica di accoglienza; l’assenza di tale politica è infatti una delle ragioni delle tensioni a cui i Paesi che aderiscono all’UE sono stati sottoposti negli ultimi anni.
Ci sembra infine importante sottolineare il rigore con cui occorre che l’UE affronti il tema della pace nel mondo. La premessa non può che essere la ricerca in ogni modo di soluzioni negoziate davanti alle situazioni di conflitto. Purtroppo l’esperienza degli ultimi vent’anni ci dimostra che spesso molti Paesi europei hanno partecipato anche sotto l’ombrello della NATO a conflitti di varia natura e genere. Per di più, sono noti i dati sull’industria delle armi in Europa: emerge, in palese contrasto con i trend industriali prevalenti, un export florido e crescente, e quasi sempre nei confronti di Paesi impegnati in vicende belliche.
C’è bisogno, in sostanza, di un ritorno reale allo spirito del manifesto di Ventotene, perché un’Europa forte, unita e democratica può avvenire solo a condizione che sia l’Europa della libertà, dell’uguaglianza, della solidarietà e della pace».
Pubblicato martedì 21 Marzo 2017
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