Lo scorso 11 ottobre all’Aquila si sarebbe potuta scrivere finalmente una pagina di semplice, ordinaria democrazia. Era l’occasione – sull’onda dell’attacco fascista alla sede nazionale della Cgil – per esprimere ai massimi livelli istituzionali la richiesta di condanna e scioglimento di Forza Nuova e la volontà di garantire sempre una vigilanza antifascista nel governo cittadino.
E invece, purtroppo, il Consiglio comunale, su spinta del sindaco Pierluigi Biondi, Fratelli d’Italia, ha respinto la mozione del centrosinistra che, oltre alla doverosa solidarietà, chiedeva di non assegnare spazi pubblici ad associazioni di chiaro stampo fascista e razzista.
Già nel febbraio 2018, l’assise civica aveva bocciato una proposta simile che subordinava la concessione di spazi e contributi pubblici alla sottoscrizione, da parte delle organizzazioni richiedenti, di una dichiarazione con cui si affermasse di non professare idee e comportamenti ispirati a odio razziale, omofobia, antisemitismo, fascismo e nazismo. E infatti, una sala comunale era stata concessa ad Altaforte (casa editrice di CasaPound) proprio nei giorni in cui veniva espulsa dal Salone internazionale del libro di Torino.
Non solo, in Consiglio regionale, sono state respinte dalla maggioranza di destra (il presidente Marco Marsilio è anche lui di FdI) altre due mozioni sempre finalizzate a contrastare il risorgere di associazioni violente e fasciste. Dunque, la destra ha dimostrato di non sapere e di non volere sciogliere il cordone ombelicale che la lega a una cultura e ad ambienti estremisti, pericolosi e violenti.
In compenso (lo diciamo con ironia, naturalmente) il Comune dell’Aquila ha annunciato, con enfasi degna di miglior causa, un progetto di ristrutturazione dell’albergo di Campo Imperatore dove venne recluso Mussolini dopo il 25 luglio 1943: un intervento già comunicato nel 2018 e poi finito in un limbo di ritardi, rimpalli di incartamenti tra uffici e rimodulazioni finanziarie.
Parliamo di un progetto che vale 3,8 milioni di euro (!) per una struttura che da decenni si dimostra impossibile da gestire.
Costruito negli anni 30 su volere del gerarca fascista aquilano Adelchi Serena a oltre 2.000 metri di quota, l’albergo è da anni in stato di abbandono per gli esorbitanti costi di gestione, il ridotto utilizzo dovuto alle condizioni meteo e una sostanziale inutilità di fruizione poiché tutti i turisti preferiscono in pochi minuti (con l’auto o la funivia) tornare a valle e soggiornare nei ben più confortevoli e accoglienti paesi alle pendici del Gran Sasso. Peraltro l’ospitalità turistica è stata finora assicurata da un ostello che è più che sufficiente a rispondere alla domanda di ristorazione e alloggio.
Tuttavia, si vuole insistere a spendere milioni di euro di denaro pubblico per un’opera nota solo perché per qualche ospitò il capo del fascismo “liberato” dai nazisti col consenso della monarchia in vergognosa fuga da Roma. D’altra parte il meschino tentativo di valorizzare Campo Imperatore con questa triste pagina di storia fu già fatto anni fa – sempre dall’attuale giunta dell’Aquila – che propose una fallimentare “Festa della montagna” finalizzata a celebrare Campo Imperatore come la Predappio d’Abruzzo.
Insomma, abbiamo assistito a una penosa giornata in cui ha prevalso l’indifferenza verso la violenta escalation di frange fasciste e una assurda nostalgia del ventennio mascherata da intenti turistici.
La prossima primavera all’Aquila si tornerà al voto e si spera di poter dare alla città capoluogo d’Abruzzo una nuova amministrazione degna di questo nome.
Fulvio Angelini e Stefano Albano – Anpi dell’Aquila
Pubblicato venerdì 15 Ottobre 2021
Stampato il 24/11/2024 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/servizi/laquila-no-al-patentino-antifascista-si-al-restauro-dellhotel-prigione-di-mussolini/