Monsignor Ricchiuti con il fazzoletto Anpi omaggio del presidente nazionale dei partigiani, Gianfranco Pagliarulo

Nei giorni 9 e 10 novembre scorsi, a Lamezia Terme, oltre al Coordinamento delle donne del Sud dell’Anpi si è svolto anche il coordinamento dei Punti Pace del Sud di Pax Christi e, per l’occasione, monsignor Giovanni Ricchiuti, presidente del movimento, è stato invitato all’assemblea dell’Anpi, domenica mattina, per un breve saluto.

Don Giovanni ha voluto salutare l’assemblea ricordando come il valore della Pace sia universale e attuale oggi come ieri. Troppe guerre stanno insanguinando l’Europa e il mondo. Crescono le spese militari a dismisura, a scapito del welfare e della scuola. La retorica della guerra è sempre più invasiva e non si riesce nemmeno a pensare a una solida logica di disarmo. Il presidente di Pax Christi ha sottolineato, infatti, come sia necessario disarmare il linguaggio, il pensiero e, di conseguenza, le azioni quotidiane di ognuno di noi.

Dobbiamo partire da una pedagogia del disarmo e dalla decostruzione della cultura della guerra che pervade ogni ambito del nostro agire. Inoltre, il presidente di Pax Christi ha voluto evidenziare come, quando si pensa alle radici cristiane dell’Europa, non si considera minimamente come queste vengono puntualmente violate e disattese: dai muri alle frontiere e ai respingimenti dei migranti, dalle spese militari all’export di armamenti in zone di guerra.

(Imagoeconomica, Saverio De Giglio)

Quali scelte sta compiendo oggi l’Europa nella direzione della tutela dei diritti umani essenziali, dell’accoglienza dei migranti e del disarmo, sempre più necessario? Quale fraternità universale stiamo costruendo?

(Imagoeconomica, Giulia Palmigiani)

La Costituzione italiana ha inscritto il tema della Pace come portante e non residuale nel nostro ordinamento giuridico. Occorre ripartire dall’art 11 della nostra Carta Costituzionale perché il ripudio della guerra è strettamente connesso con la promozione della dignità di ciascuno e della salvaguardia dei diritti essenziali. L’auspicio è in un futuro di pace e giustizia per tutti i popoli. Solo percorrendo la strada della pace insieme, come comunità umana capace di accogliere le differenze – la convivialità delle differenze, avrebbe detto don Tonino  Bello, già vescovo di Molfetta e presidente nazionale di Pax Christi Italia –  il raggiungimento della meta sarà possibile.

Papa Francesco (Imagoeconomica, Giuliano Del Gatto)

E la strada della Pace passa anche dalle relazioni di cura e di reciprocità, non di potere. Da relazioni di ascolto e di parità: occorre “smaschilizzare” la nostra società, smaschilizzare la Chiesa, ha sottolineato inoltre monsignor Ricchiuti. “Uno dei grandi peccati che abbiamo avuto è ‘maschilizzare’ la Chiesa…”, si appellava papa Francesco alla Commissione Teologica internazionale lo scorso 30 novembre.

“È un compito che vi chiedo, per favore. Smaschilizzare la Chiesa” e la società, ha aggiunto don Giovanni: perché il tempo della cura e dell’accoglienza, della Pace e del disarmo passa anche dalla decostruzione dei modelli egemonici di oggi. Passa dal concedere maggior spazio alle donne. Passa dalla nonviolenza e dalla capacità di ricerca di modelli di sviluppo rispettosi di tutti i popoli e delle differenze e di composizione dei conflitti non armati, non violenti.

Antonello Rustico, presidente provinciale Anpi BAT