Bologna, la giornalista Laura Gnocchi ideatrice insieme a Gad Lerner di Noipartigiani.it alla Festa nazionale Anpi

Una delle attività principali della battaglia culturale ANPI è fornire alla cittadinanza strumenti di conoscenza, diffondere cultura. Creare mezzi attraverso i quali chiunque possa reperire e recepire facilmente informazioni corrette e verificate.

Le nuove tecnologie hanno molto facilitato la realizzazione di questi progetti, nella fase di produzione dei contenuti e soprattutto nella loro diffusione.

Sono così nati tanti luoghi digitali di cultura democratica, molti dei quali grazie all’intuizione e al lavoro dell’ANPI. Strumenti puramente divulgativi, banche dati, mappature interattive di avvenimenti diffusi sul territorio nazionale con relativi approfondimenti storici; progetti spesso volti a decodificare e tradurre materie e questioni complesse altrimenti accessibili ai soli addetti ai lavori.

Questi lavori selezionano le informazioni, facilitano e favoriscono lo studio attraverso la creazione di un unico luogo digitale in cui trovare agevolmente le informazioni necessarie. In questo modo danno forma, ordinano, catalogano.

L’Atlante delle stragi nazifasciste (https://www.straginazifasciste.it/) ci permette di ricordare e individuare, grazie a una mappa interattiva, tutti gli episodi di violenza – stragi, eccidi e rappresaglie – commessi dai nazifascisti sul territorio nazionale italiano tra il 1943 e il 1945. Questo lavoro ricorda che gli episodi di violenza furono 5.626, per un totale di 23.662 vittime.

Così anche Memo, la mappa (inter)attiva della Resistenza (https://memo.anpi.it/), un nuovo progetto dell’ANPI Nazionale, ideato e diretto da Giovanni Baldini, dall’intento chiaro e necessario: censire per non dimenticare i luoghi della Resistenza.

È già attiva una mappatura digitale di lapidi, monumenti, cippi, sacrari, statue, pietre d’inciampo, murales e sentieri partigiani. Per diventare sempre più completa necessita adesso del contributo di chi vive i territori.

Un altro importante strumento di diffusione di cultura voluto e creato dall’ANPI è https://promemoria.anpi.it/.

Questo progetto offre una approfondita panoramica storica del lungo e complesso trentennio che va dal 1918 al 1948. Sono inoltre presenti percorsi didattici per gli insegnanti e una breve serie di videolezioni tenute da noti storici.

“Noi, Partigiani – Il memoriale della Resistenza” (https://www.noipartigiani.it/) non è inquadrabile in una categoria, entra di diritto in ognuna.

È sicuramente uno dei più impegnativi e formidabili progetti. Ideato da Laura Gnocchi e Gad Lerner e realizzato col contributo decisivo dell’ANPI (con un sostegno iniziale di Spi-Cgil), ci permette di salvare dal tempo che passa non solo le testimonianze ma anche i volti, le voci e le emozioni delle partigiane e dei partigiani.

Per altro con una modalità di lavoro nuova, le video testimonianze sono state raccolte in modo sistematico e organizzato. È un lavoro giornalistico, e quindi culturale, nato per ospitare e conservare la memoria personale di tutti coloro che hanno preso parte alla guerra di Liberazione.

In cinque anni di lavoro sono state registrate e rese pubbliche oltre 500 videotestimonianze; a queste si stanno aggiungendo, quando inviate da familiari, storici, sezioni ANPI, tutte quelle registrate negli anni passati a resistenti che non ci sono più. Il memoriale della Resistenza sarà sempre più completo.

Le testimonianze sono di donne e uomini, ai tempi probabilmente poco più che bambini, il più delle volte sconosciuti al grande pubblico.

L’edificazione del memoriale della Resistenza non è cominciata con la corsa sfrenata alla ricerca e pubblicazione di vecchie interviste rilasciate dai più noti comandanti partigiani, quanto piuttosto offrendo una lente di ingrandimento diversa, quella delle storie più varie delle persone più umili.

Quante volte abbiamo sentito raccontare la Resistenza attraverso le storie e le gesta dei comandanti? Noi, partigiani dà voce, ricerca e conserva anzitutto i ricordi di chi altrimenti non avrebbe lasciato testimonianze.

Quelle ragazzine e quei ragazzini, finiti a combattere per la libertà nei modi più vari, si raccontano e ci offrono storie di vita comune. Di molte di queste, senza il progetto ideato da Laura Gnocchi e Gad Lerner, probabilmente non avremmo conservato il ricordo e sicuramente non lo avremmo salvato così.

Il progetto si sviluppa anzitutto tramite un luogo digitale e sempre fruibile. Nato con pretese non storiche quanto piuttosto giornalistiche, culturali e divulgative, inevitabilmente offre immense possibilità agli storici. Se qualcuno è interessato a condurre una ricerca storica sulla Resistenza in Piemonte può selezionare sul portale la Regione (o la Città) di interesse e trovare agevolmente decine e decine di testimoni diretti che raccontano quei fatti.

Il progetto “Noi, Partigiani – Il memoriale della Resistenza” non si esaurisce però nella piattaforma digitale che ospita le testimonianze.

Sono infatti nati due libri per Feltrinelli, una trasmissione televisiva Rai, un profilo Instagram seguitissimo e una serie di podcast. Come ha annunciato ieri Laura, il prossimo 25 aprile a Genova si terrà uno spettacolo teatrale.

Dal palco della Festa nazionale dell’ANPI a Bologna, infatti, ho avuto modo di discutere del Memoriale con Laura Gnocch.

È stata l’occasione per raccontare il lavoro svolto, riflettere sulle potenzialità degli strumenti oggi in campo e annunciare alcune future intenzioni. Tra queste quella di cominciare a caricare sul portale le schede delle partigiane e dei partigiani che sono morti senza rilasciare video interviste.

Abbiamo inoltre discusso dello straordinario successo e apprezzamento di cui gode il profilo Instagram del progetto che, attivo da cinque mesi e già a quasi 50mila follower, pubblica ogni giorno un estratto di una testimonianza. Con una singola testimonianza sono state raggiunte anche 405mila visualizzazioni.

Proseguendo il lavoro di creazione di nuovi strumenti è fondamentale curare, aggiornare e pubblicizzare quelli già esistenti, individuando una modalità per mantenerli costantemente sotto gli occhi di tutti.

Infatti alcuni strumenti creati, preziosissimi per chiunque – cittadinanza, scuole, storici e tanto più per chi vive l’ANPI dall’interno come luoghi di formazione – troppo spesso sono poco conosciuti e utilizzati. Mentre questi sono veri e propri argini al revisionismo storico.