I ragazzi della classe 4D del liceo Carlo Cafiero che hanno partecipato al progetto

La memoria storica, quel delicato filo che ci lega al passato, è spesso l’unico ponte attraverso il quale possiamo comprendere chi siamo e come siamo arrivati fino a qui. Un ponte che ci permette di rivivere le epoche che ci hanno preceduto, le battaglie che sono state combattute e i sacrifici che hanno forgiato la nostra identità collettiva. Lo scorso anno scolastico, nel nostro percorso di studio della Storia, dopo un’attenta analisi storica del ventennio fascista, cominciata nel primo mese di scuola del nostro terzo anno di frequenza del Liceo Scientifico “Carlo Cafiero” di Barletta, in occasione dell’anniversario del rastrellamento del Ghetto di Roma, ci siamo appassionati allo studio della Resistenza italiana.

I ragazzi della 4D al lavoro per la realizzazione del database dei partigiani barlettani

Guidati dalla nostra docente di Storia, professoressa Anna Valente, abbiamo seguito un percorso di approfondimento extracurricolare con il professor Roberto Tarantino, presidente onorario dell’Anpi Bat, in cui abbiamo conosciuto una narrazione autentica, completa, ampiamente documentata e emotivamente sentita della Resistenza, che ha suscitato in noi un forte desiderio di approfondire le storie di vita dei nostri concittadini, che hanno lottato per la loro e la nostra libertà. Così un anno fa, abbiamo intrapreso un viaggio tra i fascicoli dell’archivio storico dell’Anpi Bat, scoprendo veri e propri scrigni che raccoglievano le testimonianze dei partigiani di Barletta: lettere, fotografie e documenti ufficiali. Ogni foglio, ogni parola, ogni immagine rappresentava una tessera di un mosaico ancora incompleto, una storia che non poteva rimanere sepolta nel silenzio degli archivi. Abbiamo ritrovato le storie di nostri parenti e di conoscenti e scoperto la storia avventurosa del padre della nostra docente di Italiano.

“I tre inseparabili”. Nicola Filannino, Francesco Gammarota e Raffaele Capasso, i tre partigiani barlettani che hanno operato a Zavattarello, nell’Oltrepò Pavese e che sono sopravvissuti a mille peripezie

Nicola Filannino, membro di un trio indissolubile con Francesco Gammarota e Raffaele Capasso (“i tre ribelli inseparabili” come loro stessi si definirono), prestava servizio militare nella caserma di Albissola Capo (Savona). Dopo l’armistizio, i tre si ribellarono all’ordine di cedere le armi ai tedeschi, fuggendo nelle campagne. Consapevoli dell’impossibilità di tornare a casa, si diressero a Voghera (Pavia) dove una ragazza, con un gesto inaspettato, li tradì, consegnandoli ai tedeschi. Dopo un ulteriore tentativo di fuga, raggiunsero Torrazza Coste (Pavia), e si unirono ai partigiani della Brigata “Casotti” della Divisione garibaldina “Gramsci”. Gammarota adottò il nome di battaglia “Brancaleone”, ispirato a un valoroso cavaliere italiano della Disfida di Barletta. Nuovamente intercettati dai tedeschi, trovarono rifugio nel cimitero di Zavattarello (Pavia), dove una ragazza, a differenza della precedente, si sacrificò per aiutarli offrendo loro sostegno quotidiano. Con il gruppo partigiano decimato, Nicola Filannino fu catturato dai fascisti e torturato nella prigione di Piacenza.

Francesco Del Vecchio

Nell’aprile del 1945, il comando generale della Divisione “Garibaldi” ordinò ai suoi partigiani di continuare la lotta. Seguirono giorni intensi fino alla Liberazione del 25 aprile 1945, quando le forze nazifasciste si arresero. A seguito della sua liberazione, Filannino si ricongiunse con i suoi compagni e insieme fecero ritorno a Barletta, a differenza di altri barlettani come Francesco Del Vecchio, classe 1921, che venne fucilato per “rappresaglia” il 9 Aprile 1945 a Udine.

Foto lapide Francesco Del Vecchio

La ricerca non si è fermata alla semplice analisi dei dati. Il nostro scopo era quello di ridare vita al materiale, di trasformarlo in qualcosa che andasse oltre la mera documentazione storica; così, abbiamo creato un fascicolo che raccoglie i frutti di questa ricerca rielaborati in chiave creativa, attraverso un filtro che unisce Storia e immaginazione, un filtro che ha permesso di rendere questi racconti non solo comprensibili, ma anche emozionanti e coinvolgenti. Abbiamo presentato l’opuscolo durante l’assemblea studentesca di aprile, coordinandoci con altri gruppi classe che hanno focalizzato altri aspetti della Resistenza, come la partecipazione femminile alla Lotta di Liberazione, la giustizia mancata nel secondo dopoguerra, la scelta di chi aderì alla Resistenza e chi, invece, alla Repubblica Sociale Italiana.

I ragazzi della 4D alla ricerca di informazioni tra i documenti dell’archivio storico dell’Anpi Bat

Quest’anno abbiamo fatto un ulteriore passo avanti! Studiando la Resistenza abbiamo imparato che, unendo le forze, si riescono a superare più agevolmente grandi sfide e realizzare grandi opere. Quindi, nello spirito della Resistenza che ci parla di solidarietà, di capacità di andare oltre le differenze in vista del raggiungimento di obiettivi condivisi, abbiamo realizzato un’impresa comune! Abbiamo, quindi, collaborato con i nostri colleghi dell’Istituto Tecnico Tecnologico “Senatore Onofrio Jannuzzi” di Andria, che si sono cimentati nell’implementazione digitale di una piattaforma di raccolta e fruizione di schede biografiche e che hanno creato il database dei partigiani nati ad Andria.

L’archivio “Ricompart”

Così attingendo dal volume Deportati, Internati Militari, Partigiani e vittime della vendetta tedesca della Provincia Barletta-Andria-Trani, curato da Pati Luceri e Roberto Tarantino, dal Fondo “Ricompart” presso l’Archivio Centrale dello Stato e dalle banche dati di diversi Istituti storici, abbiamo catalogato, nella sezione dedicata alla nostra città, la storia resistenziale di ben 300 partigiani: un numero che denota l’importante contributo di una cittadina del Sud che all’epoca contava meno di 60.000 abitanti, sfatando il luogo comune che la Resistenza fu solo “il vento del nord”. Nel database è possibile reperire, per ciascun partigiano, i dati anagrafici, la/e formazione/i in cui operò, con l’indicazione precisa delle zone d’azione, e anche il nome di battaglia e, infine, la professione.

Murale del Liceo Carlo Cafiero per celebrare l’anniversario della Liberazione dell’Italia

Ha così preso vita un vero e proprio giardino della memoria, in cui le voci dei partigiani non saranno mai dimenticate, ma continueranno a risuonare nel tempo, a guidarci e a insegnarci, in modo da contribuire alla memoria storica. Grazie all’archivio digitale, ogni nome inserito sarà un seme che germoglierà, ogni storia un capitolo che non sarà dimenticato. Nel compiere il nostro viaggio nel labirinto della memoria, siamo stati pervasi da un sentimento intenso e ineludibile che, al contempo, ci lega al passato e ci proietta nel futuro: la consapevolezza della responsabilità di far rivivere le storie dei partigiani, di restituire voce a chi ha lottato per la libertà, di chi ha avuto il coraggio di opporsi ad un regime totalitario che sembrava imbattibile.

Il nostro compito non è stato solo quello di raccogliere dati, ma di restituire dignità a chi, nell’ombra della Storia, ha sacrificato la propria vita per un ideale più grande. Ogni documento, ogni parola tramandata sono scintille capaci di accendere la fiamma della nostra coscienza collettiva. Auspichiamo, dunque, che il database possa essere ampliato da altri nostri colleghi degli altri Comuni della provincia, per poter costruire una memoria storica completa, ampiamente condivisa e largamente fruibile. La banca dati delle partigiane e dei partigiani delle prime due città, Andria e Barletta, sarà presentata al pubblico in occasione del prossimo 25 aprile e sarà accessibile attraverso collegamenti sulle homepage dei due Istituti. Da parte nostra, intendiamo assumere un impegno: continuare il lavoro di analisi storica e di divulgazione con la produzione, nel prossimo anno scolastico, di un podcast dedicato a tutti i nostri concittadini che a Barletta e altrove, civili e militari, donne e uomini, ebbero il coraggio di schierarsi dalla parte giusta.

Il professor Roberto Tarantino, presidente onorario Anpi Bat

Desideriamo esprimere il nostro più sincero e profondo ringraziamento all’Anpi, al professor Tarantino, il cui instancabile impegno e dedizione nel preservare e tramandare la memoria storica dei partigiani ha rappresentato per noi una fonte inesauribile di ispirazione e una guida. La sua passione per la verità e il suo amore per la libertà hanno orientato e sostenuto il nostro viaggio, offrendoci non solo il suo sapere, ma anche un esempio di integrità e responsabilità. La sua presenza costante e il suo incoraggiamento sono stati per noi un faro che ha illuminato il nostro cammino per dar voce a chi ha lottato per un ideale di giustizia e libertà. Grazie, professor Tarantino, per il suo insostituibile contributo alla nostra missione.

La Classe 4ª D Liceo Cafiero di Barletta: Andrea Montenegro, Annamaria Lattanzio, Antonio Rizzitelli, Christian Di Gaeta, Corrado Grieco, Cristina Gialluisi, Francesca Cardone, Francesco Bollino, Gianna D’arcangelo, Giorgia Alfarano, Giorgia Di Pietro, Giorgia Laporta, Ilary Inchingolo, Michele Dargenio, Nicola Filannino, Nicolas Cannone, Paolo Rizzi, Sabina Sciusco, Salvatore Tupputi, Sofia Borraccino, Sofia Tupputi, Teresa Lanotte