Il simbolo del Comune di Aquileia

Aquileia, 3 marzo 2018 – Aquileia, città di incontro tra culture e mondi distinti ma in alcun modo distanti, volenterosi di reciproca conoscenza, scambio economico, interazione intellettuale. Non a caso l’incontro tra le massime delegazione antifasciste slovene e italiane ha avuto sabato 3 marzo come cornice e teatro la città di Aquileia: peraltro non era frutto del caso il precedente incontro con l’oggi Presidente Emerito dell’Anpi Carlo Smuraglia ed il Presidente dell’Unione delle Associazione dei Combattenti per i Valori della Lotta di Liberazione Nazionale della Slovenia Tit Turnšek il 28 febbraio 2015 sempre ad Aquileia.

Come ha infatti ricordato e sottolineato il Coordinatore regionale dell’Anpi Friuli Venezia Giulia  Dino Spanghero nel suo intervento-relazione sui contenuti della firmanda Intesa, “Aquileia è un esempio internazionale di cooperazione e collaborazione tra tre culture, slava, latina e germanica, che hanno gettato le basi per una prassi di buona democrazia e convivenza. Questo luogo non conosce razzismi e nazionalismi ma è abituato ad una cooperazione trasversale non confinata in soffocanti logiche di appartenenza nazionale”.

L’Italia liberale prima e fascista dopo, nonché l’annessione violenta al Terzo Reich attraverso la fondazione dell’Adriatisches Kunstenland da parte della Germania nazista dopo l’8 settembre 1943, hanno voluto a tutti i costi cancellare questo lascito di prassi democratica e cooperazione interculturale per affermare una artificiale e faziosa supremazia dell’italianità e della razza superiore. Ma la forte ed unitaria rivolta antifascista condotta dai combattenti sloveni ed italiani ha saputo, riuscendovi, riportare le forme di rappresentazione storica ad un’unica realtà verificabile ed intrinsecamente adeguata: la fratellanza e l’unità tra i popoli nel comune sentire antifascista, nella condivisione quindi di un sistema di valori universalmente riconosciuti e slegati dalle logiche di nazione, nazionalità o cultura.

Ciò è stato anche ampiamente confermato nella giornata di sabato 3 marzo, in cui nella sala del consiglio comunale di Aquileia sedevano compagni rappresentanti delle associazioni combattentistiche slovene e italiane che, seppur in larga misura non conoscendo reciprocamente la lingua dell’altro, si sono uniti ancora una volta in forza di quegli ideali antifascisti che hanno giocato un ruolo dirompente e decisivo nella comune vittoria sulla bestia fascista e nazista.

Un momento dell’iniziativa (da http://www.youreporter.it/gallerie/ Incontro_tra_ANPI_e_ZZB_NOB_Slovenije/#2)

Le traduzioni degli interventi sono dunque sfociate nel pleonasmo, in quanto l’uditorio sentiva e sapeva benissimo qual è lo spirito che muoveva la firma dell’Intesa di coordinamento delle attività delle associazioni resistenziali slovene ed italiane a ridosso del confine nazionale. Questo spirito smentiva come false e astoriche le affermazioni di certa parte politica e associativa, che vogliono dipingere il confine italo-sloveno come luogo di scontri e pulizie etniche di ogni sorta e calibro, e che si presentano con sempre maggior veemenza dopo l’approvazione di quella discutibile legge del 2004; nella legge si mescolano fatti e avvenimenti storicamente slegati l’uno dall’altro e frutto di decennali cause e concause, ma rappresentati come avvenimenti di per sé esaustivi: foibe, esodo, e, sempre più rilegata nel dimenticatoio “la più complessa vicenda del confine orientale”. La più eclatante e misconosciuta delle quali è lo spostamento dello stesso confine per almeno sei volte nell’arco di nemmeno due generazioni, destabilizzando così territori interi con le loro popolazioni, ritrovatesi entro Stati diversi, con diversi ordinamenti giuridici e differenti posizioni governative ed ufficiali verso le maggioranze o minoranze venutesi artificialmente a creare.

La giornata del 3 marzo si presenta quindi come giornata di festa, con l’avvallo delle massime rappresentanze resistenziali italiane, la Presidente Carla Nespolo, e slovene, il Presidente Tit Turnšek, richiamando sempre la fratellanza tra italiani e sloveni, così come oramai prassi negli incontri internazionali come quello citato del 28 febbraio 2015 tra Smuraglia e Turnšek sempre ad Aquileia e come quello di Gorizia del 2013, a cui aderirono anche il Presidente dell’Unione dei Partigiani Combattenti ed Antifascisti della Repubblica di Croazia (SABA RH) Ratko Marićić e la Presidente dell’Unione dei Partigiani della Carinzia Austriaca Katja Šturm-Schnabl. L’intesa infatti riprende e ingloba i contenuti di entrambe le precedenti Risoluzioni e Dichiarazioni congiunte, a riprova che questi incontri ai massimi livelli non si verificano in maniera isolata e non coordinata, ma sono il frutto di un percorso da costruirsi comunemente e tuttora in fieri.

Il passo avanti dell’intesa di quest’anno è difatti, come esaustivamente riportato da Dino Spanghero, il coordinamento delle attività dell’ANPI – VZPI [1] e della ZZB-NOB della Slovenia nell’area confinaria italo-slovena. In questa direzione si stanno già muovendo il Coordinamento regionale del Friuli Venezia Giulia e il Distretto dell’Unione dei Combattenti di Nova Gorica, avendo già assunto l’impegno di dare concreta attuazione all’intesa con la promozione di un tavolo italo-sloveno composto da dieci rappresentanti per ogni parte con la previsione di una prima seduta d’insediamento del nuovo organismo paritetico già per il mese di maggio. La collaborazione italo-slovena ha sempre prodotto buoni frutti e dalle premesse si deduce che così sarà anche nel futuro prossimo venturo.

Tornando alla giornata di festa antifascista, va ricordato il saluto da parte dell’organismo ospitante nella persona del sindaco di Aquileia Gabriele Spanghero, che si è detto fiero di ospitare già per la seconda volta un incontro internazionale di enorme portata ideale e di valori. Il sindaco ha inoltre sottolineato che l’incontro si svolge nella sala consiliare, ovvero nel luogo concreto di svolgimento di quella democrazia per cui le forze unite partigiane hanno combattuto ed l’hanno infine ottenuta al prezzo di enormi sacrifici e perdite di giovani vite. Ha ricordato anche la manifestazione nazionale antifascista del 24 febbraio a Roma, ribadendo che mai il fascismo e l’antifascismo possono essere concepiti solamente come due varianti di opinione. L’antifascismo è pace, libertà, cooperazione, il fascismo è un crimine.

Nella foto da sinistra a destra Tit Turnšek, Carla Nespolo e Patrik Zulian (da http://www.youreporter.it/gallerie/ Incontro_tra_ANPI_e_ZZB_NOB_Slovenije/#13)

Il Presidente della sezione Anpi di Aquileia, Lodovico Nevio Puntin, ha ricordato come la lotta per la Liberazione ha avuto avvio prima in Jugoslavia che in Italia ed e proprio per questo che nel Triestino, nel Goriziano e nell’Udinese si è potuto assistere ad un’insurrezione precoce già nel biennio 1942 e 1943 grazie allo sprone ed all’assistenza data dalle formazione del IX Corpus di Tito agli partigiani italiani, ed anche grazie all’internazionalismo operaio delle grandi realtà produttive dell’Isontino, esempio fra tutti l’Italcantieri di Monfalcone, che hanno dato i natali alla prima formazione partigiana d’Italia, la Brigata Proletaria, che si è distinta subito dopo l’otto settembre 1943 nella Battaglia di Gorizia.

La Presidente Nespolo e l’omologo sloveno Turnšek nei loro interventi hanno trovato profondo accordo nel constatare l’inefficacia (e la mancata volontà) delle istituzioni europee a far fronte alla sempre più marcata diseguaglianza sociale frutto della crisi finanziaria mondiale. In questo modo la rabbia e la volontà di riscatto si sfogano attraverso l’adesione crescente ad organizzazioni antidemocratiche, xenofobe e infine funzionali alle classi finanziarie dominanti, che trovano nella guerra tra ultimi e penultimi della società terreno fertile per fagocitare quel poco che rimane dello stato sociale, del diritto del lavoro, del diritto alla dignità del singolo. L’Europa sta così sprofondando nella melma separatista ed ultranazionalista, così simile al brodo di coltura dei fascismi europei della prima metà del secolo scorso. L’auspicio è quindi che tutte le associazioni europee consorelle possano fare proprie le istanze minime di democrazia e dignità dell’uomo ribadite nell’Intesa italo-slovena, nella consapevolezza che solamente attraverso il sistema di valori posto dalla Lotta di Liberazione, che trascende nazionalità e appartenenza a gruppi ristretti di interessi particolari, si possa approdare ad un Europa a misura d’uomo, migrante o meno, e non a sponda sicura per speculazioni finanziarie e operazioni bancarie a totale disprezzo della dignità umana.

La Presidente Carla Nespolo ha inoltre sottolineato la lotta alla galassia nera operante in Italia, affermando che il Ministero dell’Interno ha il compito, in base alla XII Disposizione transitoria e finale ed in forza delle leggi Scelba e Mancino, di sciogliere le organizzazioni neofasciste: questo deve essere un punto fermo, che non può essere messo in discussione dalla diatriba tra amministrazione e potere giudiziario in merito all’interpretazione della legge.

La collaborazione italo-slovena è pertanto insediata su un binario forte e storicamente e fattualmente fondato: la prossima tappa sarà l’incontro tra la Presidente Nespolo e Tit Turnšek a Lubiana a luglio 2018 in occasione delle celebrazioni per il 70° anniversario della costituzione della ZZB za vrednote NOB Slovenije (L’Unione delle Associazioni dei Combattenti per i Valori della Lotta di Liberazione Nazionale della Slovenia).

Patrik Zulian, del Comitato Nazionale dell’Anpi


[1] VZPI è l’acronimo sloveno che sta per ANPI, e corrisponde a VSEDRŽAVNO ZDRUŽENJE PARTIZANOV ITALIJE. Il F-VG ha infatti adottato, con ordine del giorno presentato al Consiglio nazionale di Chianciano Terme e successivamente approvato dal Comitato Nazionale, la denominazione bilingue, peraltro prassi già lungamente consolidata nei Comitati Provinciali di Trieste e Gorizia.