Sarà forse suggestione, ma non è un caso che nel giorno in cui viene intestata una piazza a Carla Nespolo, proprio a Firenze si svolga un’imponente manifestazione democratica e antifascista, quasi a fare da cornice al fatto toponomastico che la città d’arte realizza per prima.
Sarà forse suggestione che tale manifestazione tocchi il mondo che era di Carla Nespolo, quello della scuola. Perché ragazzi che prendono a calci e pugni propri coetanei davanti a scuola, rievocano il fascismo, al pari del fatto che un ministro della Repubblica si spenda a criticare l’operato di una dirigente scolastica avveduta, precisando che in Italia non c’è alcuna deriva violenta e autoritaria, non c’è alcun pericolo fascista, mentre la preside aveva di fatto condannato la violenza e la prepotenza fascista e biasimato l’indifferenza!
Sarà forse suggestione che la grande risposta del popolo della Costituzione sia finalmente unitaria, nello spirito della Resistenza. Sarà forse suggestione che nella manifestazione il primo striscione adocchiato sia quello della sezione grossetana “Carla Nespolo”.
Sarà forse suggestione che in un cammino lungo una settimana, partendo da Firenze, passando per la tragedia dei migranti morti in mare lungo le coste di Crotone – Carla aveva battezzato l’Italia come “porto di umanità”, evocando l’8 marzo, festa della donna e dell’emancipazione femminile nata sulle montagne ove le partigiane si resero protagoniste dei propri destini – si arrivi a Riace.
Già, Riace, dove sabato 11 marzo si intesta la neonata sezione dell’ANPI proprio a Carla Nespolo, con tanto di cerimonia pubblica. E sarà forse suggestione, ma Riace è la città di Mimmo Lucano, al quale Carla nel 2018 (da presidente nazionale) volle tenacemente conferire la tessera ad honorem dell’ANPI.
Quel Mimmo Lucano che la giustizia ha praticamente condannato, perché l’accoglienza va fatta nell’osservanza delle regole e del diritto, pensando magari ai corridoi umanitari dei quali ci si dimentica quando si è troppo impegnati a dare le giuste colpe agli scafisti che fanno affari proprio perché quei corridoi umanitari non si aprono.
Perché “prima gli Italiani” non trova fondamento nel diritto e ancor più nella giustizia ma va tanto di moda! Perché le operazioni di polizia e l’inibizione alle ONG a intervenire hanno maggiore valenza delle operazioni di soccorso. Perché il diritto al lavoro di quei poveri cristi che hanno il merito di essere sopravvissuti a traversate improbabili del Mediterraneo, cede il passo al “diritto” al guadagno, ovvero al profitto!
Perché pensare a un modello di comunità per cui gli italiani accolgono e rianimano paesi altrimenti destinati allo spopolamento, il cosiddetto “modello Riace”, cozza col fatto che gli emigranti italiani (soprattutto del Sud) ormai tendono a essere di più degli immigrati in Italia, come tragico ritorno al passato.
Perché l’equazione “immigrazione uguale delinquenza” è stato il cavallo di battaglia di certi decreti diventati legge. Legge che non va violata, ovvio, ma quando si trasforma in legalismo o peggio formalismo, è tanto, troppo deleteria. Perché per salvare vite umane, non sarà forse giusto violare certe leggi?
Perché dire “aiutiamoli a casa loro” è un capro espiatorio che surroga il brodo di cultura entro cui ha proliferato e prolifera il fascismo, ovvero il razzismo. Perché è un modo per narcotizzare le coscienze.
In fondo basterebbe invertire i ruoli, come faceva Gaber nel suo celebre monologo “Sogno in due tempi”, per arrivare a capire che tra la parola aiutare e la parola vivere, non dovrebbe esserci nessuna differenza.
Ecco, semmai, per tutto questo Mimmo Lucano va condannato e, sarà suggestione, ma sento che Carla Nespolo invece lo ha già assolto, perché Carla parlava la stessa lingua di Mimmo, quella dell’umanità, l’umanità al potere, per non rassegnarsi alla mediazione col mondo che c’è, ma per coltivare l’idea che un altro mondo sia possibile.
Quello che volevano i partigiani di ieri, quello che hanno il diritto e dovere di perseguire ancora i partigiani di oggi! E… sarà forse suggestione ma siccome Carla è nata lo stesso giorno di un tal Lucio Dalla che cantava “…se io fossi un angelo”, parafrasando “…se io fossi un naufrago”, forse sarebbe più facile assolvere i colpevoli di umanità.
Vincenzo Calò, responsabile Centro-Sud e componente della Segreteria nazionale Anpi
Pubblicato venerdì 10 Marzo 2023
Stampato il 21/11/2024 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/servizi/il-lungo-cammino-di-carla-fa-tappa-a-riace/