Il tribunale della città veneta ha comminato, accogliendo la richiesta del Pm, un mese di reclusione a 5 vicentini per violazione della legge Mancino. I condannati – in primo grado – dovranno pagare all’Associazione nazionale partigiani d’Italia, parte civile, 3.400 euro di spese legali mentre l’importo del risarcimento sarà quantificato in un secondo momento dal tribunale civile. I rei sono esponenti storici della estrema destra locale, l’ex segretario provinciale de “La destra”, e un appartenente del locale Movimento Italia sociale.
I fatti risalgono a 4 anni fa, il 28 aprile, giorno della morte di Mussolini era stato pubblicato un necrologio sulla stampa locale (“Sei sempre nei nostri cuori”), poi il cosiddetto momento di preghiera al cimitero cittadino era divenuto, secondo i giudici, una riunione pubblica in cui «si compivano manifestazioni esteriori e ostentavano emblemi e simboli riconducibili al disciolto partito fascista». Durante il raduno era stata esposta la bandiera della Rsi e al grido di “camerati attenti”, seguito da “camerata Benito Mussolini”, ripetuto per tre volte, era stato risposto “presente”, facendo il saluto romano.
L’Anpi di Vicenza aveva presentato un esposto, sostenendo che il testo dell’elogio funebre conteneva una “esaltazione del principale esponente del fascismo”, mentre la manifestazione aveva evidenti contenuti di apologia del reato in violazione della legge del 1952, ribadita dalla legge Mancino del 1993.
“L’esperienza dimostra – aveva inoltre scritto nella denuncia l’Anpi Vicenza – che spesso in manifestazioni pubbliche come quella convocata al cimitero vengano tenuti comportamenti indirizzati ad esaltare esponenti, principi, fatti e metodi del fascismo”. I giudici le hanno dato ragione.
Pubblicato giovedì 13 Gennaio 2022
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