Il presidente nazionale Anpi, Gianfranco Pagliarulo, vicino alla foto del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. Ringraziamo per le foto Gaspare Semprevivo e Fabio Militello

L’ha sottolineato Caterina Pollichino, prima donna segretaria della Camera del lavoro di Corleone, da anni dirigente Anpi Palermo: “Celebrare i nostri eroi non il giorno in cui le loro vite sono state spezzate, ma il giorno della nascita, è un modo per rendere omaggio alla vita e veicolare un messaggio potente, positivo, di speranza”. Questa scelta era già stata fatta una prima volta lo scorso 2 gennaio, per l’anniversario della nascita di Placido Rizzotto, il segretario della Camera del lavoro che aveva guidato le lotte contadine nel secondo dopoguerra, dopo aver militato nelle brigate partigiane a Roma.

Corleone, al monumento in memoria del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa

E il 27 settembre è stata ripetuta con il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, che proprio a Corleone, da giovane capitano, nel 1949 aveva iniziato la sua carriera di contrasto al crimine organizzato, dopo un’esperienza tra le file dei partigiani a San Benedetto del Tronto, nelle Marche.

Il presidente Pagliarulo di fronte a un manifesto murale dedicato a Placido Rizzotto insieme a Caterina Pollichino

A organizzare l’iniziativa la Cgil, l’Anpi e il comune di Corleone, che hanno invitato per la prima volta in città il presidente nazionale dell’Associazione Partigiani, Gianfranco Pagliarulo. Proprio a Corleone le vite di Placido Rizzotto e di Carlo Alberto Dalla Chiesa si sono intrecciate.

Il primo atto della giornata, quindi, non poteva che essere la visita alla tomba monumentale di Placido Rizzotto, che nel 2012 il comune di Corleone donò alla Cgil per accogliere il corpo del sindacalista, ucciso e fatto sparire nel 1948 in una fenditura (“ciacca”) di Roccabusambra dal boss Luciano Liggio e dai suoi complici. Proprio Dalla Chiesa, che l’aveva promesso alla famiglia (“Rizzotto era un partigiano come me!”, disse all’anziano padre Carmelo), indagò per primo sul delitto Rizzotto, riuscì ad arrestare due degli assassini (Pasquale Criscione e Vincenzo Collura), denunciò Liggio e gli altri componenti del commando mafioso.

Ma la giustizia “ingiusta” di allora bloccò il giovane capitano e assolse per insufficienza di prove gli assassini di Rizzotto. Solo nel 2012, dopo le insistenze della Cgil e della famiglia, la polizia di Stato, su autorizzazione della magistratura, riuscì a recuperare il corpo di Rizzotto e, con l’esame del Dna, avere la certezza che quelli fossero davvero i resti del sindacalista.

Pagliarulo, accompagnato dalla delegazione della Cgil (la segretaria della CdL Pollichino, il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo e il responsabile dipartimento Archivio e Memoria storica Dino Paternostro) e dell’Anpi (il neo-presidente del circolo di Corleone avvocato Salvatore Di Miceli, il presidente di Palermo e coordinatore regionale Ottavio Terranova, l’avvocato Armando Sorrentino, Salvo Li Castri, Gina Marino, l’Anpi Valle Jato e Trapani) ha visitato la tomba al cimitero di Corleone. E non ha nascosto la sua forte emozione di fronte alla piccola urna che conteneva i resti del sindacalista, circondata da pietre colorate, magliette e bandiere che i tanti visitatori di diverse località e regioni d’Italia hanno lasciato come segno di affetto nei confronti di Placido.

La targa dell’Anpi in ricordo dei partigiani corleonesi

Emozione che si è ripetuta poco dopo, durante la visita al cippo che ricorda i sette Partigiani di Corleone, istallato in Villa comunale, nella centralissima piazza Falcone e Borsellino.

Un momento del convegno. A parlare è il capitano dei Carabinieri, Daniele Giovagnoli

A seguire la visita alla caserma dei Carabinieri, dove dal 1949 al 1950 Dalla Chiesa prestò servizio, comandando le squadriglie per la lotta al banditismo. Ad accogliere Pagliarulo, la delegazione Cgil-Anpi e l’assessore del comune di Corleone Pio Siragusa, il giovane capitano Daniele Giovagnoli, comandante della Compagnia Carabinieri di Corleone, insieme al maresciallo Dario Virga, comandante della Stazione, che ha ringraziato per questa scelta di ricordare Dalla Chiesa nell’anniversario della nascita. Davanti al busto bronzeo del generale, all’interno della caserma, sono state deposte delle corone di fiori.

Murales dedicato a Bernardino Verro, sindaco di Corleone assassinato dalla mafia

Lungo corso Bentivegna, la delegazione ha avuto modo di apprezzare le “pietre d’inciampo della memoria”, proposte dalla Cgil e collocate sul marciapiedi di fronte ad un grande murale del volto del capo dei Fasci dei lavoratori Bernardino Verro.

L’incontro al Centro Internazionale sulla mafia e sul movimento antimafia, a cui hanno partecipato un gruppo di studenti delle sezione di agraria dell’IISS “Di Vincenti”

La tappa finale della giornata è stata la conferenza che si è svolta al Centro Internazionale sulla mafia e sul movimento antimafia, a cui hanno partecipato un gruppo di studenti delle sezione di agraria dell’IISS “Di Vincenti”. Qui, dopo i saluti dell’assessore Siragusa, del capitano Giovagnoli e del professor Mario Ferraro, sono intervenuti Francesco Citarda, presidente della coop “Placido Rizzotto – Libera Terra”, Mario Ridulfo e Dino Paternostro, coordinati da Caterina Pollichino.

Il professor Nando Dalla Chiesa, figlio del generale, impossibilitato a partecipare alla giornata, ha inviato un toccante messaggio, che è stato letto ai presenti: “Desidero ringraziare la Cgil e l’Anpi, e tutti gli amici di Palermo e Corleone per questa giornata così generosamente e responsabilmente dedicata al ricordo di mio padre, che con tanto slancio scelse di legare la propria storia alla terra di Sicilia. Purtroppo impegni accademici e istituzionali mi impediscono di partecipare. Grazie per un programma così ricco di gesti di memoria e di costruzione del nuovo. Ricevi, anche per tutte le istituzioni presenti, i segni della gratitudine della nostra famiglia. Un caro augurio per il più grande successo di questa giornata, carica di significati e di grande importanza simbolica”.

Il presidente nazionale Anpi, Gianfranco Pagliarulo, e Dino Paternostro

Le conclusioni della giornata sono state tratte dal presidente Pagliarulo, che ha svolto una sorta di lectio magistralis sulla Costituzione, la libertà e la democrazia.

Riportiamo la bellissima conclusione del suo apprezzato discorso: «Non è vero, come sostengono alcuni – ha detto Pagliarulo – che l’8 settembre 1943 la Patria muore. Certo, muore lo Stato fascista e si disgrega l’intera struttura sociale disegnata dal fascismo; ma la Patria rinasce: rinasce nei carabinieri deportati, nei marinai di Cefalonia sterminati, nei partigiani torturati e uccisi, negli Internati Militari Italiani, nelle donne che, o combattenti o con funzioni di servizio o logistiche, si impegnarono nella Resistenza. E la Patria rinata viene scolpita nella Costituzione, negli unici due articoli in cui si cita la parola Italia: “l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”, “l’Italia ripudia la guerra”. Ecco la nostra Patria, la Patria di tutti, la Patria della pace e del lavoro, la Patria dove si è liberi di pensare, di dire, di organizzarsi, di partecipare. Ed ecco il senso delle istituzioni, fedeli a questa Patria. La Patria del Segretario della Camera del Lavoro Placido Rizzotto, la Patria del Prefetto Carlo Alberto Dalla Chiesa, la Patria nostra».

Dino Paternostro, giornalista, responsabile Dipartimento Archivio e Memoria storica Cgil Palermo, direttore “Città Nuove Corleone”, volontario di Libera. Associazioni, Nomi e Numeri contro le mafie

 

 


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