Noi siamo la memoria che abbiamo
e la responsabilità che ci assumiamo.
Senza memoria non esistiamo
e senza responsabilità forse
non meritiamo di esistere.
(José Saramago)
Con uno sforzo significativo l’ANPI di Brindisi ha dato alle stampe il catalogo della mostra documentaria Sovversivi (1900-1943), mostra presentata la prima volta a Brindisi nel novembre del 2013. Il Catalogo è un contributo importante che l’ANPI e l’Archivio di Stato hanno realizzato nell’ambito dell’attività di “trasferimento di memoria” alle nuove generazioni perseguita negli ultimi anni, soprattutto nelle scuole, cercando di recuperare e rendere noti tutti gli elementi della memoria popolare, democratica e antifascista della città e del territorio.
Questo volume è il necessario completamento della mostra Sovversivi (1900-1943) che, quale strumento didattico estremamente efficace, è stata trasformata in pannelli fotografici e ha da tempo iniziato il suo viaggio nella provincia di Brindisi.
La mostra documentaria Sovversivi (1900-1943), si articola in quattro sezioni: le radici dell’antifascismo; gli strumenti del controllo e della repressione; storie di sovversivi; i personaggi.
Sovversivo, secondo il dizionario, è chi cospira, minaccia o agisce per distruggere l’ordinamento dello Stato o chi professa idee rivoluzionarie o appartiene a movimenti eversivi. Durante il terzo governo di Francesco Crispi (1894-96) furono indicati con il nome generico di sovversivi gli oppositori politici più pericolosi: i socialisti, i repubblicani e in particolare gli anarchici.
Fu, infatti, in seguito ad una serie di attentati di matrice anarchica che il governo emanò una legge speciale (19 luglio 1894, n. 316) intitolata Provvedimenti eccezionali di pubblica sicurezza: con l’art. 5 vietò le associazioni e riunioni che abbiano per oggetto di sovvertire per vie di fatto gli ordinamenti sociali. Nello stesso anno presso la Direzione generale della pubblica sicurezza si istituiva lo Schedario dei sovversivi, in cui furono raccolte le biografie di socialisti e anarchici segnalati dagli organi di governo locali. Con l’affermarsi del regime fascista e con la legislazione eccezionale del 1925 e del 1926, lo schedario dei sovversivi assume il nome di Casellario politico centrale. Durante il periodo fascista l’attività di sorveglianza e controllo della polizia si amplificò comprendendo non più soltanto i politici ma tutta un’indeterminata categoria di persone, definita genericamente antifascista.
Il Catalogo è lo “strumento” prezioso di approfondimento e di divulgazione per quanti avranno voglia di conoscere un aspetto importante del primo ’900 locale. È un racconto corale, in cui le foto segnaletiche, che immortalano volti ed espressioni, dimostrano che l’antifascismo brindisino su cui si abbatté la repressione fascista, fatta di confino, di olio di ricino e percosse, fatta di censura, di delazione, detenzione preventiva e tanta violenza, aveva come protagonista il popolo. Il catalogo racconta e documenta fatti e non generiche memorie locali, magari immaginifiche, prive dei sapori e dei colori delle persone e delle storie vere. In questo lavoro si narrano e documentano i primordi della partecipazione alla cosa pubblica in forma organizzata del mondo del lavoro e dei ceti popolari attraverso forme politiche e sociali nate da poco: l’affermarsi in Terra d’Otranto del partito socialista, le lotte per l’emancipazione e per la pace, la formazione delle leghe e di altre associazioni di lavoratori che iniziarono le prime attività sindacali attraverso le Camere del lavoro.
Dopo l’esordio del 2013 a Brindisi, a palazzo Nervegna, con il patrocinio del Comune capoluogo, la mostra è stata infatti presentata a Mesagne, grazie all’Amministrazione comunale, nella primavera del 2015 nei saloni del Castello ed inaugurata alla presenza del vicepresidente nazionale dell’ANPI, Luciano Guerzoni. Per l’occasione, era stata arricchita da una ricerca del tutto inedita su fatti e personaggi mesagnesi.
Sempre nella primavera del 2015 la mostra è stata replicata a San Pancrazio, con l’Amministrazione comunale, nell’ambito del Laboratorio urbano “Centro Giovani”, presso i locali del Centro polifunzionale documentaria.
Poi a Ostuni nella primavera del 2016, in collaborazione con il circolo Arci “Pablo Neruda”, la mostra fu allestita nel chiostro del palazzo di città.
Infine di nuovo a Brindisi, sempre nel 2016, nell’ex convento di Santa Chiara, la CGIL di Brindisi ha inteso riproporre i Sovversivi nell’ambito di un convegno incentrato sulla carta dei diritti universali del lavoro e per la presentazione di un nuovo Statuto del lavoro. La mostra, tra l’altro, ricordava ai presenti e ai visitatori le prime vicende della Camera del lavoro di Brindisi, che per diversi anni fu anche l’unica di Terra d’Otranto: istituita nell’agosto 1904, la sua prima sede fu in via Ferrante Fornari e il suo primo segretario fu Vincenzo Vacirca.
La Mostra e il catalogo sono frutto della pluriennale collaborazione tra ANPI e Archivio di Stato, sono infatti parte integrante del progetto “Prova di Democrazia”, che ha coinvolto nel tempo il personale insegnante e gli studenti delle scuole superiori della città e della provincia. Il progetto è un apporto che si è integrato alle attività didattiche, ha fornito informazioni sulla storia e la memoria delle radici democratiche locali e ha contribuito alla crescita culturale, civica e democratica delle nuove generazioni alle quali è affidato il futuro del territorio. Il progetto dell’ANPI e dell’Archivio di Stato ha poi trovato riprove più autorevoli che ne hanno confermato la bontà dell’impostazione. Infatti, con il protocollo di intesa tra ANPI Nazionale e il Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca (nel 2014) si attestava la necessità di promuovere i contenuti della Costituzione e della Resistenza nelle scuole.
Il progetto “Prova di Democrazia” si è concretizzato con una serie di attività didattiche che hanno visto prevalere, come strumento principale, la forma della mostra documentaria. Diverse sono state le mostre, come quella su Vincenzo Gigante con documenti inediti dell’Archivio di Stato e la pubblicazione del catalogo relativo, la mostra Vento da sud che raccontava di un Mezzogiorno d’Italia martoriato dalla guerra ma pieno di speranze, dallo sbarco degli alleati in Sicilia nel luglio ’43 sino alla liberazione di Roma del giugno del ’44. Vi è stata inoltre la mostra Il militante e il dirigente: Umberto Chionna e Antonio Vincenzo Gigante, che metteva a confronto due figure molto diverse di brindisini sovversivi e antifascisti accomunati dalla tragica fine per mano nazista.
Per concludere ci piace ricordare ciò che affermarono due grandi antifascisti e resistenti. Max Salvadori, nella sua Breve storia della Resistenza italiana, scrive: “… in Italia operavano già gli antifascisti; per questi la Resistenza «corta» del 1943-45 non fu che un capitolo della Resistenza «lunga» che per molti aveva avuto inizio fin dai primi scontri con i fascisti nel lontano 1919. L’antifascismo (…) fu un movimento di attivisti i quali appartenevano a gruppi diversi, di uomini e donne di ogni età e di ogni condizione sociale, dotati di profonda coscienza morale e di forte carattere (…). Gli antifascisti della Resistenza «lunga» furono il lievito che svegliò e sviluppò le coscienze; diedero coesione alla Resistenza del 1943-45, le diedero pure il significato di movimento non solo antitedesco, cioè patriottico, ma anche e soprattutto antifascista, cioè democratico (…)”.
Allo stesso modo Franco Antonicelli rivendica storicamente il termine “Resistenza” già al periodo che correva dal 1919 al 1943, giacché sempre accanto al fascismo sorse, combatté e, nei casi che contano, non si piegò l’autentico antifascismo.
È bello pensare, confortati anche da tali autorevoli pareri, che le radici democratiche e antifasciste della terra di Brindisi sono state anche loro, come in molte altre parti del Paese, “Resistenza” al fascismo.
Donato Peccerillo, presidente del comitato provinciale ANPI di Brindisi
Pubblicato martedì 2 Maggio 2017
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