“Non si pensi assolutamente di tumulare al Pantheon Vittorio Emanuele III. Al Pantheon ci sono persone, autorità, storie simboliche che hanno onorato la Patria. Lui no. Lui ha dato un colpo grande a questo Paese”. Così al Tg5 la Presidente nazionale dell’Anpi Carla Nespolo sulla richiesta della famiglia Savoia, peraltro bocciata da innumerevoli ed autorevoli altre voci. Perché non si possono dimenticare le gravissime responsabilità del re “sciaboletta” nella recente storia d’Italia, dall’inerzia davanti all’assassinio di Giacomo Matteotti all’avallo delle leggi razziali del 1938 alla fuga dell’8 settembre, solo per citarne alcune.
Né sembrano credibili e tantomeno autorevoli i suoi epigoni, che si sono fatti portavoce di tale richiesta: dalla discussa e grottesca figura di Vittorio Emanuele di Savoia (nome completo: Vittorio Emanuele Alberto Carlo Teodoro Umberto Bonifacio Amedeo Damiano Bernardino Gennaro Maria), membro della P2 e con una lunga storia di rapporti con la giustizia, al giovine Emanuele Filiberto, definito “personaggio televisivo”, noto perché a fine di aprile 2016 apparve sul suo account il seguente tweet: “I parassiti partigiani, con le loro 179 associazioni, costano al contribuente 3 milioni di euro”. Dopo una valanga di polemiche, ecco la sua rettifica: “Qualcuno è entrato nel mio account e ha mandato articolo su partigiani volendo cavalcare la diatriba sulla mia visita a Noto! Mi dispiace!”. Ma non tutti ci hanno creduto. Insomma, rimembranze monarchiche e dinastiche oggi: polvere di stelle. O di stalle?
A questo link, le dichiarazioni di Carla Nespolo al Tg5 del 18 dicembre dal minuto 00:14:10
http://www.video.mediaset.it/video/tg5/full/edizione-ore-20-00-del-18-dicembre_788988.html
Pubblicato giovedì 21 Dicembre 2017
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