La Casa della Memoria di Vado

La memoria non è fatta solo di pensieri, voci, ricordi che rischiano di sbiadire se non sono ravvivati, ricolorati e confermati dalla loro trasformazione nelle idee dell’oggi. La memoria è anche fatta di oggetti, documenti, fotografie e, insieme, di quel legame stretto con i territori dove sono vissute quelle persone e avvenuti quei fatti. È questo legame stretto tra la Resistenza e il suo territorio che si ripercorre visitando la nuovissima Casa della Memoria di Vado Ligure, città MdA VM in provincia di Savona, inaugurata sabato 1° ottobre presso la sede Anpi di piazza Clelia Corradini, operaia antifascista madre di tre figli, fucilata a 41 anni il 24 agosto del 1944, decorata con Medaglia d’Argento VM alla Memoria.

Il 95enne partigiano Giuseppe De Grandi, “Tuono”, racconta la “sua” Resistenza

La collocazione non è certo l’unico legame tra il territorio e la “Casa”, un progetto nato nel 2015 e arrivato a compimento con l’impegno di soggetti diversi, ma coinvolti nella necessità di uno sforzo coeso per non far impallidire quelle memorie di ieri, a fronte di un oggi molto più incerto e confuso di quanto non si potesse immaginare ancora pochi anni fa.

Piera Murru, la presidente dell’Anpi di Vado vicino alla lavagna multimediale in dotazione alla struttura

Non è quindi un caso che si sia data tanta importanza alla multimedialità, come ha ricordato Piera Murru, attuale presidente dell’Anpi di Vado, sottolineando la presenza di una lavagna multimediale, touch screen e videoproiettori, fondamentali per interessare e coinvolgere i ragazzi delle scuole in visita: ma ai cittadini viene esteso l’invito per arricchire la raccolta presente nella Casa della Memoria con altri documenti, oggetti e fotografie. Perché sia davvero la casa di tutte e tutti: dei partigiani e dei loro eredi. “Sarà non solo un luogo di conservazione, ma anche di generazione di una memoria viva nel nostro presente” dice Murru.

La sindaca di Vado Ligure, Monica Giuliano, alla cerimonia di inaugurazione della Casa della Memoria

Quella del primo ottobre non è stata però solo un’inaugurazione e una festa, ma anche la conferma che Vado Ligure, con la sindaca Monica Giuliano e il Consiglio comunale, hanno revocato la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini, conferita il 12 maggio del 1924 e cancellata, su richiesta delle Anpi del comprensorio tra Vado e Savona, il 29 settembre scorso.

Emozione, condivisione, il gran lavoro fatto dalle donne – in particolare – e dagli uomini dell’Anpi di Vado per i locali luminosi e pieni di oggetti e cose da guardare e “toccare”, appunto, grazie alle nuove tecnologie.

Il partigiano Sergio Leti, “Gin”, figlio della Medaglia d’Argento Clelia Corradini

Emozionati anche i due partigiani vadesi Giuseppe De Grandi, “Tuono”, 95 anni, e il figlio di Clelia Corradini ora novantasettenne, Sergio Leti “Gin”, hanno donato a loro volta ricordi della lotta di Liberazione e della propria vita. Per realizzare la Casa sono stati tanti i soggetti, anche realtà produttive del territorio, ad aver contribuito: Fondazione De Mari, Unione industriali della provincia di Savona, Coop Liguria, Alstom, Infineum, Transmare, Assemblea legislativa della Regione Liguria, Comune di Vado. Adesso, nel paesino del Savonese, si continua il lavoro di digitalizzazione dei materiali; la Casa si può visitare il giovedì pomeriggio, giorno di apertura della sezione, o su appuntamento (anpivado@gmail.com).