Nel pomeriggio di sabato 5 febbraio una grande assemblea antifascista ha riempito Porta San Paolo, a Roma. Le bandiere dell’Anpi insieme a quelle di tante associazioni e partiti della società civile hanno colorato la piazza, sotto le targhe in memoria della battaglia che lì, il 10 settembre 1943, decretò l’inizio della Resistenza italiana al nazifascismo.
Con “Basta fascismo, mafie e diseguaglianze per un’Europa dell’accoglienza” finalmente, di nuovo, le parole e i volti dell’antifascismo si sono ritrovati in presenza. L’adesione e la partecipazione, al fianco dell’Anpi, delle altre associazioni della Resistenza, di tanti rappresentanti delle istituzioni e dei volontari di tutti i sodalizi che ribadiscono i valori fondanti della democrazia, sono state un segnale importante che ha dato valore all’occasione. Tante e diverse sono, poi, state le realtà politiche e sociali che si sono fatte promotrici dell’assemblea.
Nei primi momenti, un pensiero carico di emozione è stato dedicato a Lorenzo Parrelli, ragazzo poco più che maggiorenne, morto a Udine mentre in orario scolastico svolgeva uno stage sul modello dell’alternanza scuola-lavoro. Una morte che lascia senza fiato e segna il presente del nostro Paese. La necessità di incontrarsi era quella che ha tratteggiato, in un denso intervento introduttivo, il presidente dell’Anpi provinciale di Roma e coordinatore regionale, Fabrizio De Sanctis, che ha parlato anche a nome dell’Aned. La pandemia ha acuito in modo strutturale le disuguaglianze sociali. Tutto intorno, ai confini dell’Europa, si alzano muri e fili spinati che lasciano fuori migliaia di donne e di uomini. Le destre reazionarie accrescono i propri consensi in molti Paesi e, in Italia, partiti e organizzazioni neofasciste sviluppano e rafforzano legami pericolosi per la nostra democrazia. De Sanctis ha elencato gli innumerevoli episodi di violenza fascista avvenuti tra Roma e la provincia nel breve arco di tempo tra l’assalto squadrista alla sede della Cgil dello scorso ottobre e oggi.
L’importanza di arginare fenomeni di revisionismo storico, con particolare attenzione alla ferita della Shoah nella storia del nostro continente, è un elemento culturale fondamentale nel ruolo delle organizzazioni antifasciste. L’orizzonte europeo è quello disegnato dalla Resistenza, di fratellanza, pace e solidarietà tra popoli. Per questo era importante incontrarsi, mettere al centro di una discussione larga ed eterogenea il valore dell’antifascismo, come perno della Costituzione repubblicana e fondamento di un nuovo impegno collettivo per l’attualizzazione dei valori della Resistenza.
In apertura, l’assemblea ha goduto del saluto del partigiano Gastone Malaguti, membro della 7 VII Gap di Bologna, che con commozione ha raccontato la sua fuga dall’arresto da parte della Gestapo, avvenuta proprio il 5 febbraio. Un ringraziamento è stato diretto, a tutte e tutti i presenti, in particolare, ai giovani cui ha lasciato il monito di mantenere alta la guardia in tempi difficili. “Viva la Resistenza”, ha concluso, alzando il pugno. Al suo fianco anche Mario Di Maio, partigiano di San Lorenzo. Nei successivi interventi hanno preso la parola i rappresentanti dell’Anfim (associazione nazionale famiglie italiane martiri), dell’Anppia (associazione nazionale perseguitati politici italiani antifascisti), dell’Anpc (associazione nazionale partigiani cristiani), dell’Aicvas (associazione italiana combattenti volontari antifascisti di Spagna), oltre che della già citata Aned (associazione nazionale ex deportati) per la quale ha parlato De Sanctis.
Non semplici sigle, ma un fondamentale segnale di adesione che ha contribuito a rendere partecipata la discussione e a strutturare in modo più compiuto, attraverso il processo democratico, le proposte. Parole comuni sono state indirizzate verso il comune obiettivo dello scioglimento delle organizzazioni fasciste e il loro sgombero dai locali pubblici, senza alcuna possibilità di equiparazione con le occupazioni di necessità. Un ulteriore tema, corollario del precedente, è stato l’adozione di un regolamento che vincoli ai principi della Costituzione repubblicana l’affidamento e la concessione di spazi pubblici, escludendo le associazioni che dovessero rinnegarli.
Giuseppe De Marzo, dell’associazione Libera, ha sottolineato uno dei punti cardine dell’appello di convocazione della giornata: il legame tra la lotta alla mafia e l’antifascismo, attuale, oggi più che mai, nella rivendicazione di servizi e giustizia sociale per combattere la frammentazione delle nostre città. Un invito all’attenzione lo ha indirizzato alla gestione del Pnrr e al rischio di infiltrazioni mafiose. La lotta alla mafia, come quella al fascismo, vive e si rafforza nella partecipazione.
Ulteriori contributi alla discussione sono arrivati dall’associazione Progetto Memoria, dal Circolo di cultura omosessuale “Mario Mieli”, dalla Cgil di Roma e del Lazio e dalle organizzazioni studentesche sia liceali che universitarie. Non sono mancati gli interventi dei rappresentanti dell’Arci, del Prc, Pci, Verdi. Amedeo Ciaccheri, presidente del Municipio VIII di Roma, quello in cui si trovano Porta San Paolo e le Fosse Ardeatine, ha evidenziato l’importanza della presenza attiva delle istituzioni repubblicane, dell’impegno a ritrovarsi nell’identità antifascista e nel presidiare le scuole, i quartieri, i posti di lavoro, nella costruzione di un futuro che dia valore e dignità alla memoria che coltiviamo.
Presenti alla discussione anche i consiglieri comunali Alessandro Luparelli e Michela Cicculli di Sinistra civica ecologista e Claudia Pappatà del Partito democratico e gli assessori alla memoria del I Municipio Adriano Labbucci, del VII Municipio Riccardo Sbordoni e dell’VIII Municipio Maya Vetri. Tra gli altri, hanno portato i loro saluti il deputato Andrea Casu e la consigliera regionale Marta Bonafoni.
La densa discussione, partecipata dalle tantissime organizzazioni, associazioni, collettivi che hanno firmato l’appello di convocazione, è stata arricchita dal contributo musicale del coro del Circolo Gianni Bosio. Un saluto in particolare è stato rivolto al prof Alessandro Portelli, presente in piazza. Molti e ulteriori sono stati gli interventi del pomeriggio, come le parole dello storico Davide Conti, che hanno accompagnato la chiusura dell’assemblea. Questa piazza ci consegna un bagaglio solido di valori e di idee che devono trovare la forza quotidiana di camminare nella società e divenire azioni, moto di cambiamento e avanzamento, di partecipazione e di emancipazione, per dare una risposta al tempo in cui viviamo e alle nuove generazioni.
Iacopo Smeriglio
Pubblicato martedì 8 Febbraio 2022
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