A Fondi, nel territorio di Latina, dove nella prossima tornata elettorale si voterà per il rinnovo del sindaco e del Consiglio comunale, l’Anpi locale denuncia un serio problema nella lista civica a sostegno del candidato di Fratelli d’Italia, Giulio Mastrobattista.
Se l’aspirante primo cittadino era già stato colto dai partigiani locali nell’atto di fare il saluto romano durante un incontro pubblico (“solo un fraintendimento”, la sua difesa) ora è l’affaire D’Amamo a tenere banco nel dibattito di uno dei principali centri del sud laziale.
Tutto è iniziato alcuni giorni fa quando l’Anpi di Fondi, in un comunicato diffuso su Facebook, ha denunciato la presenza del trentaduenne pizzaiolo Cristian D’Adamo, noto per essere un neofascista, in una delle liste a sostegno di Mastrobattista.
Addirittura nella sua biografia di Twitter, diffusa assieme al comunicato stampa di denuncia, D’Adamo si definisce “naziskin, negazionista, omofobo, xenofobo, antidemocratico, anticostituzionale, anticomunista e antisemita”. Ciò assieme a innumerevoli foto che lo ritraggono con il braccio teso tra fasci littori, busti di Mussolini e bandiere di Forza Nuova accostate a quelle della Lazio, la sua squadra del cuore.
Per questo l’associazione dei partigiani ha chiesto immediatamente all’avvocato Mastrobattista di prendere le distanze dal suo candidato e di escluderlo dalle liste.
All’appello dell’Anpi si sono uniti immediatamente il presidente del Gay Center, Fabrizio Marrazzo, e il segretario del Partito democratico del Lazio, Bruno Astorre, che in due diverse note hanno definito “impresentabile” e un “insulto alla democrazia” la candidatura del D’Adamo. Persino l’associazione Lazio e Libertà APS, in un comunicato del direttivo, ha attaccato duramente il candidato per l’utilizzo improprio dello stemma della SS Lazio accanto ai simboli neofascisti e ha chiesto che venga indagato per apologia di fascismo ed estromesso dalla corsa elettorale.
Alla richiesta dell’Anpi di prendere posizione, Mastrobattista aveva risposto sul quotidiano La Repubblica affermando: “non conoscevo questa persona e abbiamo già lanciato l’hashtag #nessunovotid’adamo. Per quanto riguarda la candidatura dovrebbe rinunciare lui, ma stiamo verificando se lo stesso responsabile della lista sia legittimato ad estrometterlo. Intanto – aveva concluso – io e tutti i candidati stiamo appunto lanciando l’hashtag”.
Assieme a lui, a prendere le distanze dentro FdI c’era il senatore pontino Calandrini che assicurava di aver chiesto al candidato sindaco di estromettere D’Adamo dalla lista.
Silenzio invece dalla leader del partito Giorgia Meloni, che però ha rinunciato a partecipare il 2 settembre all’iniziativa promossa in favore di Mastrobattista. Ad annunciarlo lo stesso candidato sindaco di FdI con un video postato su Fb: “Mi assumo la responsabilità di avere candidato una persona che non doveva assolutamente essere candidata”, ha dichiarato correndo ai ripari. Poi si è scusato perché, pur avendo verificato certificato penale, carichi pendenti e casellario giudiziario di ogni candidato, non ha fatto altrettanto per quanto pubblicato sui social.
Intanto, in vista delle amministrative, crescono in tutto il Paese, nelle coalizioni di centrodestra, i casi simili a quello di D’Adamo sui quali l’Anpi sta attentamente vigilando.
Samuele Marcucci
Pubblicato martedì 1 Settembre 2020
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