Una manifestazione così imponente non si vedeva da tempo. Solo i movimenti femministi negli ultimi mesi erano riusciti a portare in piazza così tanta gente. Che ha sfilato nelle strade della capitale per una mobilitazione che ha unito 100mila persone provenienti da tutta Italia e ha saputo mettere d’accordo realtà associative, sindacati, partiti, collettivi studenteschi, centri sociali, artisti che come si suol dire “ci hanno messo la faccia”.
Dietro lo striscione di apertura, “A pieno regime contro il Ddl paura”, un cartello con il disegno di Meloni che bacia Mussolini, e i rappresentanti di oltre 200 sigle. Passo dopo passo, mentre il corteo si ingrossava si faceva sempre più era nitida l’immagine del Paese che non ci sta, capace di stabilere un patto tra generazioni e organizzazioni anche molto differenti.
C’era l’Anpi, tanta Anpi, con il presidente nazionale Gianfranco Pagliarulo, per dire No a un provvedimento governativo che mirerebbe a cancellare conquiste democratiche dalle nobili origini antifasciste e partigiane.
Sfiava lo storico striscione “Mai più fascismi” e, nel segno della Resistenza, decine e decine di cartelli richiamavano l’impegno a lottare contro la guerra, in solidarietà con i morti a Gaza, con i curdi del Rojava, in favore dell’accoglienza, accanto a chi deve difendere il posto di lavoro e a chi sta operando affinché non ci si metta pure l’autonomia differenziata a creare nuove disuguaglianze.
C’erano Adelmo Cervi, il figlio di uno dei sette Fratelli uccisi dai nazifascisti nel dicembre 1943, gli attori Elio Germano e Michele Riondino, l’attore e regista Valerio Mastandrea, il cantante romano Tommaso “Piotta”, il fumettista Zerocalcare.
C’erano Amnesty, Libera, l’Arci e gli operai fiorentini della ex Gkn, la Cgil e la Fiom, che hanno dato un contributo formidabile alla partecipazione contro il “ddl della paura”, i Giuristi democratici, e la Rete No Bavaglio, a cui aderiscono personalità di grande profilo e giornalisti che il provvedimento dell’esecutivo vorrebbe nei fatti privare del diritto/dovere di informare, o meglio del dovere di informare i cittadini, primo imperativo di chi fa questo mestiere.
Criminalizzare il dissenso in ogni forma, la contestazione per l’ambiente scempiato o la rivendicazione del diritto all’abitare è troppo distante da un’idea di democrazia consapevole e partecipata.
Perché sicurezza è tutelare la vita nei luoghi di lavoro, garantire cure a chi sta male, istruzione e futuro alle nuove generazioni. E dare un presente dignitoso a chi ha tante primavere sulle spalle.
Non è che l’inizio hanno sottolineato quanti sono intervenuti dai megafoni durante il percorso e poi in una piazza del Popolo gremitissima. Sono stati rilanciati gli appuntamenti per 10, 11 e 12 gennaio, quando il ddl sicurezza approderà in Senato.
Intanto, “Ora e sempre Resistenza”.
Ed ecco una galleria di foto, per ripercorrere insieme una giornata memorabile.
Pubblicato domenica 15 Dicembre 2024
Stampato il 16/12/2024 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/servizi/100mila-no-al-ddl-sicurezza-ed-e-solo-linizio/