Del romanzo kafkiano, incompiuto, la storia è nota: due uomini si presentano nella abitazione di Josef K. per comunicargli un mandato di arresto, si dovrà quindi tenere un processo. Di cosa sia incolpato non è chiaro, lui si dichiara innocente, ma non basta, dovrà comunque difendersi. Altri tempi, grande letteratura, accostamenti arditi con la vicenda di Mimmo Lucano che però, al pari del protagonista dell’opera immaginata dal grande scrittore del Novecento, in questi anni di vita processuale ne sta vedendo e subendo di belle e di brutte.
Siamo, forse, alla fine delle deposizioni degli accusatori; presto prenderà la parola la difesa. Nelle ultime settimane di udienze molte sono state le incrinature di testimoni e super testimoni. Le attese puntate sul teste chiave dell’accusa, tale Francesco Ruga, piccolo commerciante del borgo di Riace, si sono infrante qualche giorno fa in una serie di contraddizioni. La sua attendibilità ridotta ai minimi termini.
Fuori dal tribunale di Locri, oggi come ieri, se chiedete a Mimmo Lucano come si sente vi risponderà sempre allo stesso modo: “tranquillo perché io non ho fatto nulla di male”. Nel suo libro autobiografico “Il fuorilegge” ha ampiamente parlato con cuore e mente di questa assurda situazione.
Vorremmo tutti noi, che con lui abbiamo sostenuto e condiviso l’idea di umanità realizzata a Riace, che questo processo non venisse considerato una storia marginale appartenente alle solite cronache calabresi.
La grande stampa e i mezzi di comunicazione ignorano, per pigrizia oppure per scelta, quanto sta avvenendo. Non vediamo lo stesso affollamento di cronisti di quando si trattava di buttare fango, oggi che invece sarebbe utile e onesto raccontare l’andamento del processo. Una volta per tutte si deve comprendere che Riace con il suo naturale modello di accoglienza rimarrà un esempio per l’intero Paese. Alla fine di questo processo – su cui torneremo presto – sarà evidente il fallimento di quanti avevano in mente non la legalità ma un’idea distorta dei principi costituzionali.
Mario Vallone, coordinatore Anpi Calabria, componente del Comitato nazionale Anpi
L’avvocato Giuliano Pisapia, ex sindaco di Milano ed attualmente europarlamentare, è entrato a far parte del collegio difensivo di Mimmo Lucano. La costituzione in aula è avvenuta il 1° febbraio. Quando, nell’ottobre 2018, venne arrestato l’ex sindaco di Riace, fu tra quanti gli espressero vicinanza: “Conosco lui e il suo costante impegno per dare speranza a chi fugge dalla guerra, dalla fame e dalla violenza. Mimmo Lucano in questi anni ha cercato sempre di essere amico della sua comunità A lui va la mia solidarietà”. Adesso potrà difenderlo. Pisapia affiancherà “pro bono” l’avvocato Andrea Daqua che segue la causa fin dall’inizio, subentrando all’avvocato Antonio Mazzone, scomparso lo scorso 31 dicembre per un infarto.
Pubblicato giovedì 4 Febbraio 2021
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