Hanno dato vita a una conferenza stampa, insieme. Ci sono i presidenti delle associazioni partigiane e della Resistenza, parlamentari e costituzionalisti nella sede nazionale dell’Anpi a Roma. Per rivolgersi con una sola voce al governo Draghi lo scioglimento di Forza Nuova e delle organizzazioni neofasciste.
“Nulla è successo – ha denunciato in una conferenza stampa il Forum dei sodalizi partigiani con il presidente nazionale Anpi, Gianfranco Pagliarulo – dall’approvazione settimane fa, alla Camera e al Senato, di due mozioni dopo i fatti di quel pomeriggio che, con l’assalto alla Cgil e a un Pronto soccorso e il tentativo di una Capitol Hill nostrana ha fatto precipitare il Paese a cento anni fa, ai tempi del biennio nero”. L’esecutivo si è invece limitato a nominare un gruppo di esperti “di cui non si conosce neppure il nome, tanto meno se hanno lavorato ed elaborato una proposta. Finora non abbiamo avuto alcun contatto con loro, non sappiamo chi siano, né se si sono mai riuniti”. Ma una legge nell’ordinamento italiano c’è ed è la Scelba che dà attuazione alla XII disposizione della Costituzione. Uno strumento messo a disposizione dei governi in casi di urgenza.
“Basta tentennamenti”, dunque. “L’applicazione della legge non può essere condizionata da opportunità politiche”, ha aggiunto Pagliarulo. Sono i gravi fatti che si continuano a ripetere settimana dopo settimana a parlare e dimostrarne la necessità immediata di applicare l’articolo 3 comma 2 della norma. L’estrema destra ha ormai egemonizzato la protesta no vax, trasformandola in un tentativo di sferrare un attacco alle istituzioni della Repubblica. Non si tratta più di infiltrazioni documentano le cronache: la maschera è caduta nella violenza delle piazze e negli slogan di una miscela esplosiva che inghiotte e stravolge il senso di parole come libertà, e di esperienze storiche quali il comitato di liberazione nazionale. Perché tanta timidezza da parte del governo?
Ed è immorale fare paragoni con la deportazione e lo sterminio, ed inaudito se arriva da rappresentanti delle istituzioni. “C’è un brutto clima in giro – sottolinea Dario Venegoni, presidente nazionale Aned – Ci tengo a denunciare i vertici di orrore insopportabili che abbiamo raggiunto: è noto il vergognoso post del consigliere leghista di Lissone contro Liliana Segre. Le scuse sono state tardive e inaccettabili; in virtù dell’art. 54 della Costituzione chiediamo le sue dimissioni. Bisogna ripulire – ha concluso il rappresentante degli ex deportati nei campi di sterminio – le istituzioni da queste presenze”.
Un appello è stato rivolto anche alle amministrazioni locali. Serena Colonna, segretaria generale dell’Anppia, si è rivolta ai sindaci neoeletti: “Si promuovano nei territori, come fatto altrove, regolamenti sugli spazi pubblici affinché vengano concessi solo a organizzazioni che si riconoscono nel valori dell’antifascismo e dunque ripudiano il fascismo. Fare questo – ha detto l’esponente dei perseguitati politici antifascisti – significa ribadire il valore democratico delle Istituzioni”. Invece in molti luoghi dove erano stati varati i “patentini antifascisti” si è scelto addirittura di revocarli, come a Verona.
Il fronte democratico ha lanciato anche una proposta legislativa sulla toponomastica con la, presidente nazionale dell’Anpc, Maria Pia Garavaglia: “Fino al 1998 erano i prefetti a valutare e approvare o meno le nuove intitolazioni, da allora il compito è passato alle amministrazioni comunali. Ma occorre emendare la normativa, introducendo il divieto di intitolare vie piazze a personaggi compromessi col regime fascista e con i suoi crimini. Le città sono le nostre case – è la metafora della rappresentante dei partigiani cristiani – e non si può permettere che vengano illuminate figure rappresentative di valori che contrastano con la Costituzione”.
Sulla necessità della decretazione d’urgenza per sciogliere Fn e le organizzazioni neofasciste è intervenuto il costituzionalista Massimo Villone: “Il Governo non può tacere – ha detto – si sono verificati fatti gravissimi che richiedono immediata applicazione del provvedimento, a meno che il Governo non voglia nascondersi dietro gli esperti che ha incaricato, tanto più che il suo impiego agirebbe da deterrente verso chi ha comportamenti eversivi ”.
Sull’occorrenza di mettere in pratica la legge Scelba si sono espressi anche i deputati Andrea De Maria e Emanuele Fiano e la senatrice Monica Cirinnà, presenti alla conferenza stampa: “Dopo l’approvazione delle due mozioni il governo sembra voglia ignorare la volontà del Parlamento”. E questo accade nella Repubblica Italiana, dove la rappresentanza democratica della volontà popolare è affidata proprio al Parlamento.
Pubblicato lunedì 22 Novembre 2021
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