Due, due, due e poi ancora tanti due: il 22-02-’22 il maestro Giuliano Montaldo ha compiuto novantantadue anni! Gli studenti del Cine Tv Roberto Rossellini di Roma hanno avuto il piacere e il privilegio di festeggiare nella loro scuola il compleanno di un monumento del cinema italiano.
Un evento organizzato dall’Anpi provinciale di Roma, rappresentato dalla vicepresidente Marina Pierlorenzi, che ha visto con Vincenzo Calò anche la partecipazione della Segreteria nazionale degli eredi della Resistenza.
Grazie alla dirigente scolastica Maria Teresa Marano e al sentito contributo dei docenti Silvia Cifani, Claudia De Paolis e Simone Novelli, l’Associazione nazionale partigiani d’Italia – che sempre e comunque “entra” nelle scuole, ma questa è stata davvero un’occasione da segnare sul calendario e da ricordare – ha trovato una sala gremita di studenti interessati, coinvolti ma soprattutto preparati ed emozionati. Prima o poi quei giovani realizzeranno quanto sono stati fortunati ad aver condiviso insieme al grande regista una mattinata speciale.
Dopo i saluti istituzionali del presidente dell’VIII Municipio Amedeo Ciaccheri e dell’assessore alla Cultura del Comune di Roma, Miguel Gotor, tanti gli amici che lo hanno festeggiato con straordinario affetto. A cominciare da Francesco Bruni, regista di “Scialla”, che ha diretto Montaldo nel 2017 in “Tutto quello che vuoi”, col quale il festeggiato ha vinto il suo ultimo David di Donatello come migliore attore non protagonista.
Per continuare con Alfredo Pea, noto attore che era agli esordi quando venne scelto da Giuliano Montaldo per interpretare Tonitti ne “L’Agnese va a morire”. Il celebre film del 1976 è stato un po’ al centro dell’evento, incentrato appunto sul ruolo delle donne nella Resistenza.
L’opera fu girata ad Alfonsine (RA) e nelle valli di Comacchio e il sindaco della cittadina Medaglia d’Argento al Valor Militare per la lotta di Liberazione, Riccardo Graziani – a capo di una delegazione formata un assessore, dal Museo della battaglia del Senio e dall’Istituto storico della Resistenza di Ravenna – ha consegnato nelle mani di Giuliano Montaldo una pergamena attestante il conferimento della cittadinanza onoraria. «Per il suo costante impegno nel combattere, attraverso la Sua opera cinematografica, l’esercizio intollerante del potere contro i soggetti più deboli e indifesi della società», riporta la motivazione.
Era inoltre presente lo scrittore Massimo Recchioni, autore di numerosi saggi sulla Resistenza, che recentemente – ripercorrendo i set e i luoghi dell’opera filmica tratta dal romanzo di Renata Viganò e attraverso un forte sodalizio con Montaldo – ha scritto “Una svedese in guerra. La storia de L’Agnese va a morire”, da cui gli studenti hanno tratto numerose letture, oltre a tanti spunti per rivolgere domande al Maestro, a partire dagli splendori del cinema neorealista.
Molto bella l’esibizione dell’artista Fabrizio Zanotti, dei Foce Carmosina, che ha proposto dal vivo una parte del suo spettacolo su un altro capolavoro di Giuliano Montaldo, “Sacco e Vanzetti”.
C’è stato, pur nell’atmosfera di festa, un filo conduttore profondo: tutti hanno sottolineato l’importanza non solo della memoria partigiana, ma l’impossibilità di prescindere, ancora oggi, da quei valori e da quegli ideali che della Resistenza furono insieme mezzo, fine e motore. Oggi spesso è la cronaca a documentare rigurgiti fascisti e intolleranze con sigle dell’estrema destra pronte ad approfittare di ogni pur piccolo segno di cedimento del fronte civile democratico.
Citando il libro di Recchioni, verrebbe da chiedersi: «Agnese ha dunque lottato, rischiato e perso la vita invano? La risposta la dobbiamo cercare dentro i nostri cuori, ché forse facciamo ancora in tempo a scegliere un futuro migliore. Mentre noi pensavamo di avere tutto il tempo del mondo, quel tempo è passato troppo in fretta. E con esso tutto il resto: non ci siamo accorti di quanto succedeva, intorno a noi, mentre vivevamo anni a dare tutto per scontato. Ci stiamo accorgendo, e da un po’, che scontato non era affatto. E Agnese rischia di restare lì per sempre: in terra, nella polvere, a morire di nuovo».
Sappiamo però che fino a quando ci saranno ragazzi come gli studenti del Rossellini, gli anticorpi li avremo, forti e attivi. E soprattutto un grazie a Giuliano: hai dimostrato che, nello spirito, resti ancora il più giovane di tutti noi!
Viola Conti
Pubblicato mercoledì 23 Febbraio 2022
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