L’unico fattore che forse nessuno si aspettava è stata la velocità: nell’arco della mattinata del 7 maggio 2021 tutti i punti del denso ordine del giorno sono stati discussi e approvati dal gruppo dirigente dell’Anpi nazionale. Una dimostrazione ulteriore di quanto sia capace e organizzata l’associazione dei partigiani, naturalmente senza tralasciare alcuna riflessione o sorvolare su aspetti che all’esterno potrebbero essere considerati minori. Il nullaosta al documento e al regolamento per i lavori del 17° congresso esigeva immediatezza. E se non è mancato un bilancio sull’ultimo 25 aprile, riuscitissimo, sono state già messe in cantiere nuove iniziative, confermando la vitalità degli eredi della Resistenza.
Nella sede del Comitato nazionale, a Roma, il presidente nazionale Gianfranco Pagliarulo e il vicepresidente nazionale vicario Carlo Ghezzi, chiamato a presiedere l’incontro, danno il via ai lavori. Il momento è solenne per chi ha cuore il sodalizio: «stiamo ponendo le basi per il futuro del sodalizio nei prossimi 5 anni» dice Ghezzi, dando voce alla consapevolezza di tutti i presenti in sala e in diretta via web.
Si comincia con la relazione del presidente, ricchissima di spunti e proposte: c’è l’analisi dell’attualità italiana e internazionale, il contrasto fattivo ai neofascismi, le attività da promuovere perché memoria e passione per la democrazia non conoscono soste, e c’è l’impianto logistico dei prossimi mesi dedicato alla fase precongressuale in vista delle assise di sezione e provinciali per poi approdare all’assemblea generale.
Anche il rispetto della forma fa parte della tradizione partigiana, unita a una sorta di pignoleria, va detto, che rivela in realtà un amore per l’esattezza. Lo sa bene chi ha conosciuto donne e uomini combattenti della lotta di Liberazione.
«Non possiamo abituarci a una mostruosa normalità – comincia Pagliarulo – per cui a scadenza periodica sono inghiottite centinaia di vite nelle acque del Mediterraneo» e punta il dito sulla mancanza di soluzioni «che rendano reale la difesa dei diritti umani e non, come troppe volte accade nell’ambito dell’Unione Europea, una proclamazione retorica o una giustificazione a conflitti politici, territoriali o peggio militari». Un’assenza di un rispetto dell’umanità sofferente che stride ancor di più in un anno segnato solo nel nostro Paese da 122.000 morti per Covid e circa 4 milioni contagiati. «Come sono nostri lutti» i Caduti sul lavoro, gli ultimi di una strage continua e silenziosa in nome della produttività: Luana, giovane madre, operaia tessile a Prato, i due uomini uccisi dai macchinari nel giro di poche ore, senza dimenticare i ragazzi che corrono senza alcuna sicurezza in bici o in motorino semplicemente per consegnare una pizza. Ed ecco il momento “irrituale”, una denuncia partecipata, gridata verrebbe da dire se non fosse un ossimoro, perché resa sostanza con un minuto di silenzio.
Riprende la relazione il presidente Pagliarulo, illustra una Festa del 25 aprile rappresentata da una speranza di alba, come scritto sul manifesto nazionale e dalla straordinaria e coinvolgente campagna “Strade di Liberazione” a cui hanno partecipato «un numero di cittadini e di associazioni larghissimamente superiore alle forze dell’Anpi», grazie alla «meravigliosa mobilitazione di iscritti e dirigenti dell’associazione». Un segno, tra i tanti, a rimarcare come il sodalizio sia diventato punto di riferimento imprescindibile della società civile e dunque ha il dovere, senza oltrepassare il suo ruolo, di segnalare necessità sociali e bisogni delle persone. I numeri descrivono fin troppo un Paese piagato dalla pandemia, scontando in aggiunta problemi antichi: più di 5 milioni e mezzo di persone sotto la soglia della povertà assoluta e nell’ultimo anno 900.000 lavoratori e in particolare lavoratrici diventati disoccupati.
Per reagire tuttavia, ribadisce il presidente, c’è la strada tracciata dalle partigiane e dai partigiani. Lo attestano i sogni, le speranze, i propositi raccontati nelle testimonianze raccolte nel Memoriale virtuale della Resistenza italiana presentato per la Festa della Liberazione 2021. Con «un successo molto superiore alle previsioni, e un rilevantissimo numero di contatti», sottolinea Pagliarulo, probabilmente non a caso obiettivo di hackeraggio. Un monumento parlante che sarà arricchito nel breve e nel lungo periodo: il 2 giugno, Festa della Repubblica, verrà inserito un altro gruppo di interviste, e così ancora il 25 luglio, per poi proseguire in date successive.
Altra colonna della bellissima giornata, e dalla vastissima eco, è stata la No-stop su Facebook, avvalorando la grande simpatia verso l’Anpi di strati fondamentali del mondo della cultura e dello spettacolo. Tutto ciò mentre si realizzavano centinaia di iniziative locali ideate con le altre associazioni partigiane e tanti sindaci, che hanno voluto in questo modo onorare la fascia tricolore, rimarcando i frutti della lotta di Liberazione: la conquista della democrazia e della Costituzione.
Pagliarulo ha voluto inoltre segnalare il discorso del presidente del Consiglio Draghi al Museo di via Tasso, simbolicamente riassunto dalla frase “non siamo stati tutti brava gente”. Una scelta «evidentemente politica – riflette Pagliarulo – seguita alla mancanza di un esplicito riferimento sui temi dell’antifascismo al momento dell’insediamento dell’esecutivo». In attesa di capire come «si manifesterà una coerenza fra le sue parole e gli atti a venire del governo, spetta all’Anpi – ha aggiunto il presidente nazionale – mantenere alta la guardia e denunciare e contrastare con ogni mezzo legittimo e democratico le iniziative apologetiche che si susseguono».
Intanto, dopo una lettera, resa pubblica, al ministro Lamorgese, il 14 maggio ci sarà un incontro con il capo di gabinetto del dicastero. Già, perché le centinaia di saluti romani alla manifestazione fascista in omaggio a Sergio Ramelli del 29 aprile a Milano, la commemorazione a Dongo autorizzata dalla prefettura di Como, sono fonte di preoccupazione. Di più: lo slogan adottato da CasaPound indicendo per il 29 maggio una manifestazione nazionale a Roma rivela un aumento di aggressività e, se possibile, di spregiudicatezza dell’organizzazione neofascista: si afferma che “il Tricolore affonda le sue origini in un’epopea fatta di sangue e di suolo”, in tedesco Blut und Boden, proprio come propagandava Goebbels. Guarda al prossimo anno il presidente nazionale Anpi: «Dobbiamo avere a mente uno scenario inquietante: se nel 2020 e nel 2021 cadeva l’anniversario del Biennio rosso, nel 2022, esattamente il 28 ottobre, ricorrerà il centenario della marcia su Roma».
E da ora è possibile prevedere una crescita della mobilitazione neofascista intrecciata, come in parte sta avvenendo, col profondo malessere sociale del Paese: «Quanto basta affinché noi chiediamo allo Stato e alle istituzioni democratiche le contromisure necessarie e urgenti». E anticipa «una suggestione» condivisa in Segreteria nazionale: preparare per il 28 ottobre 2022 una grandissima mobilitazione popolare a Roma, promossa da tutte le forze democratiche, a cominciare dai firmatari dell’appello unitario di gennaio. Una manifestazione di piazza, a piazza del Popolo, per oscurare qualsiasi ambizione autoritaria e qualsiasi nostalgia fascista.
Ancora. La tutela dell’architettura democratica in Italia diventa necessità pressante in un contesto mondiale che dall’India di Mori al Brasile di Bolsonaro, dal regime golpista e sanguinario dei colonnelli del Myanmar alla Spagna con Vox e al governo liberalconservatore della Colombia che spara sulla folla (un odg sarà licenziato a fine riunione), passando per le tensioni tra Cina e Russia, tratteggia uno scenario minaccioso, intrecciato all’emergenza sanitaria e alla mancata disponibilità dei vaccini per tutte le popolazioni. Sul piano nazionale, Pagliarulo riepiloga brevemente le iniziative intraprese: per esempio sull’endorsement del Corriere della Sera nei confronti di Giorgia Meloni, da focalizzare in una specie di guerra dei Rose’s per una manciata di voti fra la numero uno di Fratelli d’Italia e Salvini.
Pagliarulo informa anche della sigla del Protocollo d’intesa con gli studenti dell’Udu, gli universitari per corsi formativi e di un accorso protocollo similare con la Cgil, Funzione pubblica.
È il momento della proposta, anzi delle proposte, lungimiranti come sempre, da lanciare sul trampolino dell’esperienza: «quella delle Strade di Liberazione – ragiona Pagliarulo – ci suggerisce di passare all’offensiva», replicando con una battaglia toponomastica alle vie, piazze e aree verdi intitolate a personalità legate al fascismo, nonché ai cambiamenti di denominazione di luoghi dedicati a Pertini oppure all’attribuzione di vie a Giorgio Almirante in numerose località guidate dal centrodestra.
Fin dalle prossime settimane si promuoverà una vivace campagna provvisoriamente chiamata “adottiamo una partigiana o un partigiano” per intestare in ogni città una via, una piazza o un giardino a donne e uomini della Resistenza e dell’antifascismo. «Scopro per esempio, con disappunto – dice Pagliarulo – che nella capitale d’Italia non c’è neppure un vicolo intitolato a Arrigo Boldrini, per questo abbiamo chiesto un incontro alla sindaca Raggi, e mi dicono che così è persino a Ravenna».
L’invito è di coinvolgere tutte le associazioni partigiane e resistenziali, Fiap, Fivl, Anpc, Anppia, Aned, Anfim, Aicvas, con cui l’Anpi sta cercando di costruire un rapporto fecondo.
La battaglia toponomastica è solo la tappa di un viaggio nel calendario civile che toccherà il 2 giugno, valorizzando con provinciali e sezioni le partigiane e i partigiani di ogni territorio accanto ai grandi nomi del Comando generale del Corpo Volontari della Libertà e alle donne che hanno operato nella lotta di Liberazione, a cominciare dalle Medaglie d’Oro al Valor Militare. «E fra queste in particolare coloro che sono cadute in combattimento o le tantissime morte sotto le sevizie dei nazifascisti».
Stazione seguente della memoria attiva sarà il 6 giugno, il compleanno dell’Anpi, nata in quel giorno del ’44. Capitando di domenica, sarà «una ottima e bellissima occasione per una altrettanto bella festa del tesseramento», da predisporre nell’osservanza delle misure anticovid. La butta a metà tra il serio e faceto il presidente Anpi, concedendosi il gusto di immaginare: «sarebbe opportuna una bicchierata via Zoom, collegando la grande parte dei provinciali alle ore 12».
Un altro appuntamento, invece, richiama a un dovere nei confronti della storia democratica. «Nelle prossime settimane – informa Pagliarulo – daremo vita come Anpi nazionale e Anpi provinciale di Roma a un’iniziativa ad Affile, presso il cosiddetto monumento Graziani, per ricordare una delle pagine più nere del colonialismo fascista: il massacro del convento di Debra Libanos, quando dal 21 al 29 maggio 1937 furono sterminati dall’esercito italiano da 1500 a 2000 religiosi».
Se può sembrare impensabile per chi non è dell’Anpi mettere in agenda tante iniziative realizzabili con relativa facilità, forti della grande passione e dedizione della famiglia antifascista, Pagliarulo dà un’attesa notizia: documento e regolamento congressuali sono pronti per essere portati al vaglio ed eventualmente al voto del Comitato nazionale. Si tratta della conclusione di un percorso portato avanti con la Vicepresidenza e la Segreteria del nazionale. A stesura completata, il testo è stato inviato ai componenti del Comitato nazionale per eventuali emendamenti. In attesa di suggerimenti di modifica parziale dell’ultim’ora, il vicepresidente nazionale Ghezzi propone di votare sul cambio di guida del Coordinamento nazionale donne Anpi.
Nella relazione il presidente Pagliarulo aveva infatti informato che, nei giorni immediatamente precedenti, la responsabile Vania Bagni, vicepresidente nazionale e presidente del Comitato provinciale di Firenze, per motivi personali aveva dovuto lasciare il mandato. Ringraziandola a nome di tutto il gruppo dirigente per il grande e appassionato lavoro svolto, il presidente aveva disegnato una soluzione transitoria. I pochi mesi di separazione dal Congresso sconsigliavano infatti la scelta di una nuova responsabile da parte del Comitato nazionale. Tuttavia per non lasciare vacante un incarico rilevante e condizionare l’attività tutta del Coordinamento, già complicata anche dal covid, l’idea avanzata era di indicare una reggente. Individuata in Tamara Ferretti, compagna di Ancona, persona di grande valore, spessore ed esperienza oltre ad avere un’imponente biografia famigliare, una figlia d’arte resistente, coinvolta in passato in iniziative nazionali dell’associazione. Per permetterle di svolgere al meglio il suo ruolo, si imponeva anche la necessità di cooptarla nel Comitato nazionale. Dunque il voto: Ferretti è stata eletta all’unanimità.
Anche documento e regolamento congressuali sono stati assunti all’unanimità, integrati dagli emendamenti vagliati e accolti (Albino Amodio sull’impiego in sicurezza dei militari, lavoratori come tutti gli altri, Roberto Cenati sulla difesa della Costituzione e sull’antisemitismo, Fabrizio De Sanctis sull’urgenza di una più profonda democratizzazione del sistema istituzionale europeo, Filippo Giuffrida Repaci sulla condivisione di ogni concreta iniziativa giuridica contro il fascismo e sugli italiani che si recano all’estero per trovare migliori condizioni di vita, Stefano Oliviero su una parte del più grande tema della scuola, Floriana Rizzetto sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, Alessandro Pollio Salimbeni su vari temi).
Documento e regolamento congressuale saranno stampati per fine maggio (il primo sarà simultaneamente pubblicato sul sito Anpi: una proposta di Gino Niccolai accolta dal Comitato nazionale) per poter essere utilizzati nella campagna precongressuale. Ed è già in tipografia l’altrettanto utile e prezioso “Essere ANPI”, primo figlioletto della neonata linea editoriale “I libri di Bulow”, con cenni storici e le regole essenziali della vita associativa.
La fase precongressuale descritta nell’impianto dal presidente Pagliarulo relativo, ovviamente sa va sans dir, è propedeutica alla campagna congressuale vera e propria, costretta a fare i conti con la pandemia e la disponibilità di vaccini. Dovendosi svolgere in presenza «perché nessuno va lasciato indietro» prenderà avvio a ottobre, se tuto va bene, con i congressi di sezione e provinciali per giungere all’Assise nazionale nei primi mesi del 2022. Prima invece, a partire da fine maggio, sarà possibile avviare una fase precongressuale via Zoom. Si terranno una ventina di riunioni regionali, accorpando il Piemonte con la Valle d’Aosta e la Campania con la Basilicata, e a seguire un centinaio di riunioni provinciali, eventualmente mettendo insieme realtà più piccole. Come fare di necessità virtù, in altre parole. Le riunioni consentiranno di riflettere e discutere il documento e organizzarsi capillarmente sulla base del regolamento e insieme avere una visione molto più ravvicinata delle realtà locali, in particolare le questioni sociali, molto diverse nel panorama italiano.
Una novità sottoposta al voto del gruppo dirigente nazionale, come prevedono le regole associative, è la nascita di una sezione Anpi a Monaco di Baviera, ennesima conferma di un bisogno di Anpi e dei suoi valori anche fuori dai confini italiani.
E ora, avanti tutta Anpi!
Pubblicato mercoledì 12 Maggio 2021
Stampato il 26/11/2024 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/primo-piano/anpi-avanti-tutta/