Per ancorare la memoria storica, distanziandosi da un rituale puramente commemorativo, diventa importante “attivare” la percezione dei luoghi e la conoscenza dell’ambiente attraverso percorsi storico-naturalistici che possano rievocare anche persone ed eventi, preservandoli così dalla inevitabile precarietà del ricordo conseguente allo scorrere del tempo.
Tra i sentieri della Resistenza in Cansiglio proposti dall’Istituto per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea del Vittoriese e raccolti in una guida con 29 itinerari curata da Pier Paolo Brescacin e Fernando De Conti, desta un interesse particolare quello dedicato alla Brigata partigiana “Ciro Menotti” che viene ripreso e ripresentato nel diario del Comandante Raimondo Lacchin “Chirurgo-Glucor” pubblicato con il titolo Quando vestivamo alla Garibaldina. Diario 1944-1945.
In Cansiglio tra il 1943 e il 1945 confinavano tra loro la Repubblica Sociale Italiana, l’Adriatisches Küstenland e l’Alpen Vorland; oggi, invece, si intersecano le province di Belluno, Treviso e Pordenone, e due regioni, il Veneto e il Friuli Venezia Giulia.
L’esplorazione, accompagnata dalla lettura di stralci tratti dal diario di “Chirurgo”, permette di rivivere emozioni, paure, fatiche e tensioni, ma anche momenti di comunanza e di amicizia all’interno della brigata partigiana quando nell’inverno del 1944 sono: «sprofondati nella nebbia e nella neve, isolati da tutto il resto del mondo. […] sotto folate di vento e pioggia ghiacciata che spazzano incessantemente la piccola radura».
Ripercorre questi luoghi, auspicando che in un prossimo futuro possano essere installati dei pannelli didattici ed esplicativi, significa non solo tutelarli, ma anche renderli più attrattivi, attraverso un’identità storica precisa.
Il percorso, che non è segnalato, si avvale di sentieri già conosciuti e di grande percorrenza da parte degli escursionisti attraversando mulattiere, sentieri, strade sterrate e piste forestali, facilmente accessibili. Lungo il cammino si trovano prati, boschi ed emergono particolarità naturalistiche (presenza di una faggeta e di una pecceta) e climatiche (inversione termica) che rendono l’esplorazione ancora più interessante.
L’escursione inizia dal Monumento della Resistenza installato in Pian del Cansiglio e dedicato ai Caduti della Divisione Nino Nannetti, opera dello scultore Augusto Murer: due gigantesche mani sintetizzate nell’immobilità della pietra da cui spiccano il volo delle colombe.
Una lapide ricorda:
“In questo bosco si strinsero la mano i volontari della libertà di tre Province, oggi gelose custodi di tre medaglie d’oro al valor partigiano. Qui ebbero sede il Comando della Divisione Nannetti ed il Comando della Zona Piave espressi da un popolo in lotta. Qui tremila italiani, esaurite le munizioni, infransero l’accerchiamento nazista e qui ritornarono ancora più forti. Da questo bosco i 406 caduti della Nannetti indicano le vie luminose del progresso, della libertà, della pace e riconsacrano Vittorio Veneto a simbolo dell’indipendenza della patria – Bosco del Cansiglio, settembre 1943-aprile 1945”.
Si tratta di un luogo della memoria fondamentale per la storia della Resistenza veneta, in cui dal 1989 ogni seconda domenica di settembre si commemora il grande rastrellamento nazifascista dell’8 settembre 1944 che aveva impegnato oltre 10mila tedeschi e fascisti; le Brigate partigiane sopravvissero grazie ad uno sganciamento che salvò i reparti permettendone la loro ricostituzione solo dopo pochi giorni.
L’escursione prosegue ad est raggiungendo l’Archeton, un’area ricreativa immersa nel verde, e continua tra faggete e abeti bianchi fino a raggiungere la zona chiamata Candaglia e la Stazione Forestale di Candaglia.
Il cammino porta poi a Casera Ceresera (Zharesera) attigua a un rifugio recentemente ristrutturato dal CAI di Sacile. In questa casera vennero ospitate le missioni alleate Beriwind e Scorpion e, dall’ottobre del 1944 alla primavera del 1945, si era stanziato il Comando della Brigata “Ciro Menotti” con il suo comandante “Chirurgo” (Raimondo Lacchin), il commissario politico “Giorgio” (Giorgio Vicchi) e il capo di stato maggiore “Milos” (Roberto Anelli Monti).
Il percorso procede fino alla località denominata Masonil Vecio in cui si erano insediati i battaglioni Nievo e Peruch della Brigata “Ciro Menotti”, dal dicembre del 1944, e dove si tenevano le ore di politica come quelle in cui «Giorgio, il commissario di brigata, ha parlato del futuro assetto che l’Italia dovrà avere a Liberazione avvenuta. A suo avviso grande spazio dovranno avere le classi più povere, i contadini e gli operai, che tanta parte hanno nell’attuale lotta contro i nazifascisti e che fin ora sono rimaste ai margini della vita politica. La nuova Italia – secondo Giorgio – dovrà garantire più libertà, ma soprattutto partecipazione, giustizia ed uguaglianza alle classi più povere» (Quando vestivamo alla Garibaldina, p. 7).
Il cammino riprende attraversando un sentiero pianeggiante che conduce all’ex cimitero dei partigiani. Purtroppo i segni delle sepolture sono nascosti dall’erba e poco riconoscibili. Proseguendo l’escursione si raggiunge nuovamente la Candaglia e il Monumento della Resistenza in Pian del Cansiglio, completando così il percorso ad anello.
Per un approfondimento rinvio a:
- http://isrev.it/
- Pier Paolo Brescacin, Fernando De Conti, Sui sentieri della Resistenza in Cansiglio. 29 itinerari storico-naturalistici sulle orme del Gruppo Brigate Vittorio Veneto, Isrev, 2007 (4ª edizione)
- Pier Paolo Brescacin, Raimondo Lacchin, Quando vestivamo alla Garibaldina. Diario 1944-1945, Isrev, 2003
Pubblicato lunedì 21 Marzo 2016
Stampato il 04/12/2024 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/persone-e-luoghi/sprofondati-nella-nebbia-nella-neve/