Anche anni dopo essere uscito da Palazzo Tursi, la sede del Comune di Genova dove era entrato nel 1960 da giovane consigliere comunale socialista, poi via via assessore e vicesindaco nelle giunte di centrosinistra e infine, dal 1975 al 1985, primo a guidare una coalizione di sinistra, Fulvio Cerofolini restava u scindicu. Poco importava che di sindaco ce ne fosse un altro: lui restava tale, ed è stato così ancora a lungo, quando è diventato parlamentare e poi, tornato a Genova, consigliere e presidente del consiglio regionale, confluendo, lui socialista lombardiano da sempre, nel Pds-Ds. Ma soprattutto, il “sindaco tranviere” come fu soprannominato facendo riferimento al suo lavoro nei primi anni Cinquanta di bigliettaio (e poi sindacalista) per la Uite, l’azienda genovese di trasporto pubblico, è stato un antifascista sempre orgoglioso della sua scelta.
Figlio di un oppositore del regime, con tutte le fatiche che ciò comportava per una famiglia operaia con sette figli, uno dei quali Angelo, partigiano con il nome di “Paolo”, fu ucciso in Veneto.
E poi l’essere stato uno dei ragazzi con le magliette a strisce che il 30 giugno del ‘60 furono in piazza a Genova per impedire il congresso del Msi, un unico filo rosso che lo portò a diventare dirigente dell’Anpi e della Cgil, segretario della Camera del Lavoro genovese, e per molti anni, fino alla scomparsa il 24 maggio 2011, presidente provinciale dei partigiani genovesi.
Non a caso, quindi, è stata l’Anpi di Genova, con il suo presidente Massimo Bisca , a chiedere – a dieci anni dalla morte, il lasso di tempo previsto dalla norma sulla toponomastica – che a Cerofolini venga intitolata una strada, una piazza, un luogo rappresentativo della città per u scindicu, uomo di “rigore, lavoro e antifascismo” come è stato definito nella lettera aperta dell’associazione dei partigiani rivolta al primo cittadino attuale, Marco Bucci, a capo di una coalizione di centrodestra. Un luogo adeguato “a ciò che un uomo come lui ha saputo esprimere in ogni suo atto”, ha chiesto Anpi, sottolineando nell’operato del dirigente scomparso il costante impegno ad ampliare l’attenzione verso i giovani, precursore della “nuova stagione”, la trasmissione della memoria resistente nei loro confronti e il rigore nella difesa dei valori costituzionali.
E il sindaco Bucci, poche ore dopo, ha subito detto sì. “A dieci anni dalla sua scomparsa ricordiamo un uomo che ha saputo servire Genova con grande spirito e passione. La sua figura è ancora viva oggi tra i cittadini che ne hanno apprezzato soprattutto il volto umano e la sua vicinanza alle persone” ha scritto su Facebook. Una vicenda che in poche ore si è conclusa in positivo, e che ha – almeno in questo contesto – allontanato le critiche spesso aspre che Anpi ha più volte rivolto a Marco Bucci per scelte anche sconcertanti prese dalla sua amministrazione, la più recente delle quali è stata l’inaugurazione, due settimane fa, della statua commemorativa di Giorgio Parodi, aviatore e uno dei fondatori della Moto Guzzi, ritratto però in divisa della regia Aeronautica, la stessa con cui partecipò alla guerra d’Etiopia.
Ma su Cerofolini, antifascista rigoroso, non ci possono essere divisioni: la lettera aperta di Anpi ricorda di lui “la semplicità, la capacità di ascolto, l’impegno senza timori per sé anche in una stagione durissima come quella del terrorismo in cui si svolse il suo mandato da sindaco”. E mentre sono annunciate mozioni dal Pd e dai gruppi della minoranza di sinistra in Comune che sollecitano l’intitolazione (peraltro già promessa dal sindaco), in tanti ricordano che Cerofolini è stato sepolto dieci anni fa nel pantheon del cimitero di Staglieno, primo operaio tra i genovesi illustri. Pochi anni prima ad esservi traslate erano state le spoglie di Aldo Gastaldi, il partigiano “Bisagno”.
Pubblicato giovedì 27 Maggio 2021
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