Il Monferrato presenta, specialmente nella zona di Camagna, dove mossero i loro passi i ragazzi polarizzati dal magnetismo e dal carattere di Agostino, una conformazione più dolce a livello orografico, con il difetto, per l’epoca, di offrire pochi luoghi di riparo in caso di inseguimenti. L’area è, oggi come allora, al centro di quel triangolo industriale di interscambi che, anche con le strade di un tempo, permetteva di inviare truppe senza troppe difficoltà.
Allora assunsero caratteri peculiari, all’interno di quello straordinario mosaico di storie che fu la Resistenza, anche se non si è avuta la fortuna (fino ad ora) di vederla narrata da grandi autori.
La Resistenza della Banda Lenti – così sono informalmente identificati – fu la storia di una formazione partigiana dedita alla protezione dei raccolti, mediante il contrasto alla borsa nera, tornando a far produrre il pane a prezzo calmierato, ed anche la salvaguardia dei tanti giovani renitenti a una leva che sarebbe servita solo per i fascisti traditori e i loro alleati nazisti. Fu proprio in relazione a quest’ultimo fatto che si decise il loro destino.
Dopo un’azione di guerriglia, in cui riuscirono a distruggere, nell’arco di pochi mesi, gli elenchi dei registri annonari e di quelli di leva dei Comuni di Camagna Monferrato, Cuccaro Monferrato, Terruggia Monferrato, Rosignano Monferrato, Cella Monte, Vignale Monferrato, Altavilla Monferrato, Ottiglio, Frassinello Monferrato e Olivola, al fine anche di evitare ritorsioni per la popolazione civile di Camagna, decisero di spostarsi da quel contesto cittadino “di paese”, che li aveva in qualche modo protetti fino a quel momento, preferendo riparare in località Madonna dei Monti, territorio al confine tra le province di Alessandria e Asti, formalmente nel Comune di Ottiglio. Lì, si dice complice una delazione, furono catturati, condotti a Valenza dove, dopo un processo farsa, furono barbaramente uccisi.
I loro nomi erano: Agostino Lenti, di Camagna Monferrato; Piero Lenti, di Camagna Monferrato; Giuseppe Accatino, di Camagna Monferrato; Leandro De Bernardi, di Camagna Monferrato; Piero De Bernardi, di Camagna Monferrato; Pietro De Bernardi, di Camagna Monferrato; Pietro Leone, di Camagna Monferrato; Edoardo Lupano, di Camagna Monferrato; Mario Manassero, di Camagna Monferrato; Felice Pastrone, di Camagna Monferrato; Pierino Scarrone, di Camagna Monferrato; Giovanni Spigo, di Camagna Monferrato; Cesare Amisano, di Frassinello Monferrato; Aldo Bergamaschino, di Vignale Monferrato; Angelo Bordino, di Mathi; Paolo Cantamessa, di Casale Monferrato; Guido Chiesa, di Casale Monferrato; Luigi Filippini, di Casale Monferrato; Pietro Lupano, di Santa Maria del Tempio, frazione di Casale Monferrato; Marcello Luparia, di Rosignano Monferrato; Crescentino Marinone, di Santa Maria del Tempio, frazione di Casale Monferrato; Biagio Mazzucco, di Vignale Monferrato; Renato Morandi, di Casale Monferrato; Giuseppe Pampuro, di Borgo San Martino; Jofre Briati, di Vignale Monferrato; Giovanni Ronco, di Rosignano Monferrato; Giovanni Zeppa, di Santa Maria del Tempio, frazione di Casale Monferrato.
Oggi il loro ricordo è affidato alle Sezioni ANPI di Camagna Monferrato e di Valenza che, con una doppia cerimonia, da diversi anni hanno ormai portato la data all’interno delle celebrazioni ufficiali dei due Comuni, legati tra loro dal sangue di questi patrioti.
Il taglio che si è deciso di attribuire al loro ricordo è quello di un pieno coinvolgimento del mondo della scuola, perché la narrazione di una realtà così piccola, eppure fatta di tante storie dietro a ciascun nome è il modo migliore per far immedesimare un giovane di oggi su come fosse quell’epoca difficile della nostra storia.
L’eccidio della Lenti non è l’unico fatto resistenziale legato a Camagna Monferrato: da qualche anno è stato avviato un progetto di recupero museale presso la casa natale di Vitale ed Eusebio Giambone, il primo caduto a Huesca, durante la guerra di Spagna nel 1937 e il secondo Medaglia d’Oro al Valor Militare, caduto al Martinetto assieme al Gen. Giuseppe Perotti e altri membri del Comitato militare del CLN regionale piemontese il 5 aprile 1944.
La casa museo vuole diventare un riferimento per la storiografia sulla Resistenza nella zona, con una parte etnografica legata al peculiare sviluppo dai tratti rurali e tenere insieme gli elementi più organizzati, come i Giambone, divisi tra Spagna (di cui si vorrebbe arrivare ad una sezione dedicata a livello di centro di documentazione), confino in Francia e il Comitato militare del CLN, da un lato, e quello più spontaneo, come l’esempio dei Lenti, dall’altro.
Luca Beccaria, presidente sezione ANPI Camagna Monferrato
Pubblicato martedì 3 Ottobre 2017
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