Come staffetta partigiana si chiamava Miranda. Questo il nome adottato da Rossana Rossanda, giovanissima combattente della Resistenza milanese. Era appena entrata all’Università Statale ed era al suo professore, il grande filosofo Antonio Banfi che, sottovoce, si diceva fosse comunista, che dopo l’8 settembre si era subito rivolta. Per chiedere cosa poteva fare. E Banfi l’aiutò a prendere i contatti necessari.
Rossana è rimasta partigiana tutta la vita, vivendo, nel Pci, una milizia che ha assorbito la sua intera esistenza, riuscendo a intrecciare il suo ruolo di punta della cultura postbellica, quando gli intellettuali italiani cominciarono ad aprirsi alle correnti europee a loro largamente sconosciute per via della gabbia fascista che li aveva tagliati fuori dal mondo, con il lavoro del partito nelle fabbriche.
Per questo fu direttrice della mitica Casa della Cultura di Milano, ma anche, contemporaneamente, membro della segreteria della Federazione comunista milanese. Togliatti, pur inizialmente diffidente nei confronti delle avanguardie culturali che si incontravano alla Casa della cultura milanese capì che bisognava sprovincializzare gli intellettuali italiani e fu lui che scelse proprio Rossana per dirigere la importantissima commissione culturale nazionale del partito.
Poi, nel ’69, la dissidenza che portò all’uscita della rivista Il manifesto, e alla conseguente radiazione dal partito. Che Rossana, come del resto tutti noi, abbiamo vissuto con grande dolore.
Con lo stesso spirito militante Rossana si impegnò comunque nella nuova avventura, quando uscì il quotidiano mettendosi alla macchina da scrivere come una scolaretta ad apprendere il mestiere di giornalista.
Colpita una decina di anni fa da un ictus che l’ha paralizzata quasi interamente, ha continuato ad essere combattente: non poteva più muovere le sue membra, ma il cervello era rimasto perfetto. Leggeva tutti i libri che uscivamo e i giornali, si informava su tutto.
Era certo melanconica come tanti di noi per il brutto mondo che ci è cresciuto intorno e per la crisi profonda delle nostre sinistre. Ma non si lamentava abbandonandosi come tanti a una sconfortata inattività. Non era rassegnata, curiosa cercava di capire, e non si sottraeva all’impegno.
Nell’ultima campagna elettorale per le europee è venuta a fare una manifestazione delle candidate della lista Sinistra. E all’ultimo congresso di Sinistra Italiana volle inviare un messaggio che fu letto da un giovanissimo e accolto da un prolungato commosso applauso dei delegati.
Pubblicato lunedì 21 Settembre 2020
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