Il Municipio di Ampezzo, palazzo Unfer, nei mesi di settembre e di ottobre del 1944 fu la sede del Governo della Repubblica partigiana della Carnia e dell’Alto Friuli, una vasta zona liberata dai partigiani che comprendeva 46 comuni – di cui 8 liberati solo parzialmente – con una popolazione di circa 90.000 abitanti. Il CLN della Zona libera o Giunta provvisoria per il Governo degli affari civili istituito e ufficializzato il 26 settembre, dopo una riunione preparatoria tra i CLN Carnico, di Maniago e di Spilimbergo che si era tenuta il 21 settembre, includeva i cinque partiti antifascisti – Partito comunista, Partito socialista, Democrazia cristiana, Partito d’azione e Partito liberale – e le organizzazioni di massa che avevano, però, solo voto consultivo: Gruppi di Difesa della Donna, Fronte della Gioventù, Comitati dei contadini, Comitato degli operai. Nella medesima giornata venne stilato e approvato un Manifesto, prova della maturità politica e della capacità organizzativa della Giunta di Governo:
«Attuando le disposizioni del CLNAI, nella zona del Friuli liberata dal nazi-fascismo si è costituito con funzioni di governo provvisorio il Comitato di Liberazione Nazionale per la Zona Libera. Agendo quale legittimo rappresentante del governo Nazionale Democratico di Roma esso conta sulla collaborazione di tutti i CLN locali, e di tutte le Giunte Comunali per dare al mondo la dimostrazione della capacità degli italiani di darsi liberi ordinamenti democratici».
La Giunta organizzò la Zona liberata separando i poteri civili da quelli militari ed emanando una serie di delibere e di decreti sulla giustizia, istituendo il principio di gratuità per la sua amministrazione e abolendo la pena di morte per i reati comuni, sulle imposte introducendo una tassa progressiva sul patrimonio, sulla tutela del patrimonio boschivo, sull’approvvigionamento alimentare della popolazione, sull’istituzione di una Guardia del popolo che potesse garantire l’ordine pubblico e sulla formazione scolastica bonificando i libri di testo di impronta fascista. Per la prima volta, dopo oltre un ventennio di dittatura, la popolazione veniva coinvolta direttamente nella vita politica. Questa isola di democrazia all’interno della Operationszone Adriatisches Kuestenland si infranse a seguito dell’imponente rastrellamento nazifascista, l’operazione Waldläufer (Corriere del bosco), che iniziò l’8 ottobre con l’impiego di 20.000 militari delle truppe tedesche, fasciste, caucasiche e cosacche e che si concluse il 10/12 dicembre 1944 con la dissoluzione totale della Zona libera.
Dedicata alla memoria di Giovanni Spangaro “Terribile” indimenticabile presidente dell’ANPI “Città di Udine” e dell’Istituto Friulano per la Storia del Movimento di Liberazione, il 9 ottobre 2016, la sezione ANPI “Città di Udine”, in collaborazione con la Saf (Società alpina friulana) e il CAI sezione di Udine, ha organizzato un’escursione sulle tracce della memoria partigiana che, partendo dal Municipio di Ampezzo luogo simbolo della Repubblica partigiana della Carnia, ha raggiunto alcuni dei siti storici ricordati nel recente film-documentario Carnia 1944. Un’estate di Libertà del regista Marco Rossitti.
Le voci narranti della camminata, accompagnate dalle letture di Federica Vincenti, sono state quelle di Maurizio Corrado, socio del CAI e iscritto all’ANPI di Udine, Giulio Magrini, Presidente dell’Asca (Associazione delle sezioni montane del Club alpino italiano) e socio dell’ANPI Val Degano-Val Pesarina, Mido Martinis dell’ANPI di Ampezzo.
L’esplorazione è proseguita, dopo un breve percorso in auto, nella Conca di Pani, dove confluiscono le Valli Degano, Pesarina, Tagliamento e Lumiei, sito interessante sia dal punto di vista paesaggistico che storico.
La Conca di Pani nel volume Percorsi della memoria civile. La Carnia. La Resistenza di Alberto Buvoli e Ciro Nigris, pubblicato dall’Ifsml, viene descritta come «un luogo meraviglioso, da vedere ricordando i tempi nei quali a valle dominavano tedeschi e cosacchi, mentre lassù si tracciavano le linee del futuro del nostro Paese». È una scenografia perfetta per ripercorrere parte della storia del Movimento di Liberazione in Carnia e di alcuni dei suoi protagonisti locali come il medico partigiano Aulo Magrini “Arturo”, Medaglia d’argento al Valor Militare alla Memoria, e il mitico “Ors di Pani” (Antonio Zanella), collaboratore della Resistenza.
Nella Conca di Pani, in seguito all’attacco nazifascista dell’ottobre 1944, si erano raccolte le formazioni garibaldine e osovane. Nel mese di novembre ci fu un violento scontro tra nazifascisti e garibaldini. L’obiettivo primario dei tedeschi, coadiuvati dalle truppe cosacche, era quello di cancellare ogni forma di Resistenza armata, in particolare in quelle zone tra la Carnia e il Cadore dove si erano sistemati i partigiani in seguito all’offensiva autunnale iniziata l’8 ottobre. Dopo l’allarme lanciato dal servizio informazioni che avvisava di un probabile rastrellamento, il Battaglione Friuli attaccò il vicino presidio cosacco di Raveo riuscendo a metterlo in fuga. In previsione di una risposta armata del nemico, i garibaldini allestirono un sistema di difesa. L’incursione, difatti, non si fece attendere e il 19 ottobre iniziò con un violento bombardamento di mitraglieria leggera e di mortai con l’impiego di un contingente di 700 cosacchi. Le formazioni partigiane riuscirono a resistere, nonostante le forze numericamente inferiori e le condizioni climatiche avverse. Il giorno successivo ci fu un ulteriore combattimento con esiti altrettanto negativi per i nazifascisti, che persero sia uomini che armi. Dopo queste offensive nemiche, il Battaglione Friuli decise di trasferirsi nella zona di Caprizi per difendere il Monte Rest, ultimo baluardo della Zona libera nelle Prealpi carniche.
Il percorso ad anello, previsto dall’ANPI, ha seguito un sentiero facilmente percorribile, immerso nel verde tra prati, faggi ed abeti che partendo dalla Forca di Pani raggiunge una serie di stàvoli (Signorût, Ronchiadia, Grant, Pani di Raveo, Naulenis) – caratteristiche costruzioni in pietra della Carnia e della Canal del Ferro – e la Malga Avedrugno, sede dei corsi per i commissari politici della Brigata Garibaldi Carnia dove, il 28 febbraio 1945, Mario Foschiani “Guerra”, il Commissario politico di brigata, venne catturato dai Cosacchi.
L’escursione si è conclusa allo stavolo Pulit con una pausa conviviale a base di polenta, formaggio, salame e canti della Resistenza.
Pubblicato lunedì 31 Ottobre 2016
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