È il 16 ottobre. A Roma tra le strade del Ghetto si commemora il 77° di quel giorno terribile del ’43 che vide il rastrellamento e la deportazione degli ebrei capitolini da parte delle forze naziste di occupazione.
Contemporaneamente, in un’altra parte della città, a Garbatella, l’ottavo Municipio ha deciso di riscoprire e raccontare una delle tante storie della Resistenza che attraversano i vicoli di quello storico quartiere, apponendo una targa in ricordo di due medici: Vittorio Emanuele Sacerdoti e Giuseppe Rizzi.
I due medici sono noti alle cronache per aver salvato dalla persecuzione, assieme ad altri loro colleghi, diverse decine di ebrei e antifascisti romani grazie all’espediente del “morbo K”: un terribile morbo inventato dai sanitari dell’ospedale Fatebenefratelli per tenere lontani i tedeschi dal reparto in cui nascondevano i ricercati, impaurendoli con la possibilità del contagio. Dopo la guerra, hanno deciso di aprire insieme un ambulatorio in via Roberto De Nobili, nel cuore della Garbatella.
In questo luogo, è stata apposta una targa alla loro memoria da una delegazione guidata dal presidente dell’ottavo Municipio, Amedeo Ciaccheri, accompagnato dalla sua assessora alla memoria, Michela Cicculli.
A loro si sono uniti l’assessore alla memoria della Comunità Ebraica romana, Massimo Finzi, e i testimoni della vicenda, Settimio Limentani e Rina Perugia.
Insieme, anche un piccolo gruppo di cittadini, limitato nel numero dalle disposizioni anti covid.
La cerimonia è stata aperta dall’assessora Cicculli, che per prima ha promosso questa iniziativa, raccontando il difficile lavoro fatto in queste settimane per ricostruire questo pezzo di storia della Garbatella. «La storia di Sacerdoti e Rizzi riporta alla memoria non solo le biografie delle persone che soffrirono le persecuzioni razziali – ha dichiarato durante il suo discorso – ma anche la forza della solidarietà della popolazione locale che difese e sostenne le famiglie di religione ebraica, offrendo ogni tipo di supporto con coraggio e spirito resistente. Ancora oggi al dolore per quanti non tornarono dai campi di concentramento – ha detto ancora l’assessora alla memoria dell’ottavo Municipio capitolino – si unisce la gratitudine per chi non ebbe paura di stare dalla parte giusta, a difesa della vita e dei valori democratici».
È successivamente intervenuto Massimo Finzi che, nel portare i saluti della Comunità Ebraica di Roma, ha mostrato grande emozione nel ricordare vicende a lui ben note, essendo stato paziente di Sacerdoti e diventato poi lui stesso medico.
Dopo, c’è stata l’occasione di ascoltare i ricordi di Settimio Limentani e Rina Perugia, entrambi figli di famiglie di religione ebraica della Garbatella, scampate ai rastrellamenti grazie alla protezione di un quartiere che non li ha traditi ma, anzi, li ha nascosti e aiutati durante gli anni bui dell’occupazione di Roma.
Ha poi concluso il minisindaco Ciaccheri che, dopo aver riportato la partecipazione del Municipio e della cittadinanza alla tragedia che si commemora il 16 ottobre, ha voluto ringraziare gli intervenuti. «Dentro una storia, tante storie, individuali, collettive, che hanno mosso il loro cammino carsico attraverso le testimonianze e i ricordi che ancora vivono nei nostri quartieri», ha detto il presidente Ciaccheri.
Ringraziando i tanti che hanno collaborato all’iniziativa, tra cui Giovanna Arcidiacono, Claudio Daguanno, Ilaria Limentani e Elio Limentani, il presidente si è rivolto al rappresentante della Comunità Ebraica cittadina: «Abbiamo condiviso assieme all’assessore alla memoria della Comunità Ebraica di Roma, Massimo Finzi, il riconoscimento del nostro territorio a questi due uomini straordinari, prendendo in carico ancora una volta il testimone della memoria per dargli voce attraverso i volti e i luoghi che li hanno visti vivere, e che tocca a noi, con gratitudine, rendere monito per il futuro nella città che abbiamo ereditato».
Poi lo svelamento della targa che ricorderà a ogni passante la storia eroica di Sacerdoti e Rizzi, da oggi ricordati dal quartiere Garbatella con sentimento di gratitudine e forte memoria resistente.
Si ringrazia per le immagini Silvia Varani, fotografa e responsabile della comunicazione dell’VIII Municipio di Roma
Pubblicato lunedì 19 Ottobre 2020
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