(Imagoeconomica)

Sabato 9 ottobre si è consumato un atto senza ritorno per la consapevolezza nazionale. Una manifestazione pacifica e imponente di cittadini contrari alle disposizioni governative in merito al controllo della salute pubblica si è trasformata in un attacco preciso e premeditato alla sede del principale sindacato italiano, lasciando ampia e documentata devastazione. Non è stata una accidentale infiltrazione di forze dell’estrema destra italiana, spesso padrone del campo a Roma; non si parla di una occasionale contaminazione tra protesta e violenza. No.

Si è trattato di assalto chiaramente preparato, lungamente desiderato, covato all’interno di un movimento che non ha mai ripudiato la presenza neofascista al suo interno, né ha mai contrastato la regia strategica di certe sue azioni, linguaggi e metodi, appaltata allo squadrismo organizzato e impunito in questo Paese.

Il presidio davanti alla camera del lavoro di Reggio Emilia (reggionline.com)

La mattina del 10 l’Istituto Cervi era presente al presidio della Camera del lavoro di Reggio Emilia, insieme a tanti cittadini e rappresentanti delle istituzioni e della società, che è tutta civile e non ha bisogno di distinguersi in politica in base alla carica o alla rappresentanza. Lo abbiamo fatto in contemporanea con tante altre città e comunità che hanno mobilitato la cittadinanza attorno a un confine, un vallo superato una volta di troppo. Da molto tempo.

La manifestazione del 10 ottobre fuori dalla sede nazionale della Cgil (Imagoeconomica)

Ed è proprio dal 10 ottobre che può e deve partire un percorso di coscienza: da ora in poi non è più possibile alcun equivoco tra parole e azione, tra passato e presente.

Siamo di fronte alla reinvenzione di un fatto vecchio, dunque modernissimo e insidioso: il fascismo passa all’azione. Fa quello che sa fare meglio: attacca e nasconde la mano. Dietro ai manifestanti pacifici e scettici del green pass oggi, agli agrari accondiscendenti e impauriti dalle rivendicazioni ieri.

I disordini durante la manifestazione No green pass del 9 ottobre a Roma (Imagoeconomica)

Il fascismo sa sempre di se stesso: di violenza, di intimidazione. Il fascismo si nutre sempre delle stesse cose: della superficialità dei complici, della pavidità dei guardiani, dell’indifferenza di tutti gli altri.

Possiamo sapere tutto quello che vogliamo sapere sul fascismo, e lo sanno anche i volonterosi opportunisti che hanno consentito a un movimento legittimo (una diversa opinione sulle misure sanitarie in corso) di diventare l’ennesimo incubatore, il portatore malsano di un germe le cui varianti non sembrano finire mai.

Albertina Soliani (Imagoeconomica)

È ora che i fascisti sappiano che c’è una barriera, civile, pacifica, democratica e indistruttibile, di istituzioni e cittadini insieme, di società e di individui che li riconosce per quello che sono: una minaccia alla pace e al benessere della collettività.

Non ci sarà modo migliore per celebrare il prossimo anno, centenario del fascismo, che constatarne la definitiva espulsione da ogni ordinamento e da ogni dimensione legittima del nostro Paese. Lavoreremo per questo insieme ai sindacati, alle istituzioni, alle associazioni, e insieme agli italiani.

Albertina Soliani, presidente Istituto Cervi, vicepresidente nazionale Anpi