Ha richiesto ripetutamente al governo Draghi di sciogliere per decreto Forza Nuova e le organizzazioni neofasciste, il Forum delle associazioni antifasciste e della Resistenza. E si sono rivolti con un appello al presidente del Consiglio anche sei partigiani. Ci sono le condizioni per farlo a norma della legge Scelba? A rispondere è il costituzionalista Gaetano Azzariti.
Professore Azzariti, secondo lei ci sono oggi le condizioni per l’applicazione del 2 comma dell’articolo 3 della legge Scelba?
Sono un giurista e mi attengo alle norme vigenti. La legge Scelba attua la XII disposizione finale della Costituzione e stabilisce espressamente il divieto di ricostituzione del partito fascista sotto qualunque forma, sottolineo questa locuzione. Il legislatore specifica chiaramente che non si tratta di una questione nominalistica, chiamarsi partito fascista o dichiararsene eredi, prevedendo lo scioglimento di ogni formazione politica che esprime l’ideologia e la politica del partito fascista. Basta leggere.
L’articolo 3 della Scelba prende in considerazione due ipotesi per lo scioglimento.
Non a caso. Nel primo comma sono indicate le condizioni generali per lo scioglimento e una di carattere particolare. Il presupposto complessivo si applica nel caso di sentenza anche non definitiva della magistratura, avendo un giudice accertato la natura fascista di una formazione politica o dei suoi aderenti e le caratteristiche sono ben elencate nel primo articolo tra le finalità antidemocratiche di un movimento o partito o gruppo. Nel secondo comma, per “i casi straordinari di necessità e di urgenza”, la legge prevedere lo scioglimento per decreto governativo. Negli anni 70, dopo il pronunciamento della magistratura, il ministro dell’Interno sciolse Ordine Nuovo e Avanguardia nazionale, 1973 e 1976. Non va dimenticato che il primo giudice a indagare su Ordine nuovo fu Vittorio Occorsio e venne ucciso nel 1976 da Pier Luigi Concutelli, esponente di primo piano della formazione. Un terzo caso di scioglimento risale al 2000, quello di Fronte nazionale, ai sensi però della Mancino del 1993 sulla discriminazione razziale, che comprende anche il razzismo di stampo fascista.
Oggi le condizioni ci sono le condizioni affinché Draghi intervenga di urgenza?
Insisto, gli accertamenti vanno fatti rapidamente. Vorrei richiamare l’attenzione sulla necessità sia di un intervento del tutore delle leggi, la magistratura, nel pieno rispetto della sua autonomia, sia dei responsabili politici. E invito tutti a rileggere la più antica giurisprudenza della Corte costituzionale, la chiave giuridica è tutta lì. La Consulta cominciò a operare nel 1956 e intervenne subito, nel dettaglio, con due importanti sentenze: la n. 1 del 57 e la n. 74 del 1958. Affinché ci siano manifestazioni fasciste, rientrando così nell’ipotesi sanzionatoria specifica dello scioglimento previsto nella legge Scelba, “è necessario porre in essere atti idonei a creare effettivo pericolo”. Dice ancora la Corte: “bisogna valutare le circostanze ove questi atti sono compiuti”. Infine il passaggio più importante: “è necessario valutare le circostanze storico- ambientali”. Le parole dei giuristi sono pietre.
Con quanto accaduto a Roma il 9 ottobre sussistono anche le circostanze indicate dalla Consulta?
Lo sguardo va allargato al Paese, i fatti del 9 ottobre a Roma non sono isolati. Gli episodi violenti si stanno moltiplicando e le sigle coinvolte sono numerose. Ci sono state aggressioni a giornalisti, giornalisti che vivono sotto scorta, ripetute incursioni compiute da numerose sigle dell’estrema destra, da Forza Nuova a CasaPound a LealtàAzione, per citarne alcune. Pongono giurisdizione e organi politici di fronte alla necessità, forse all’obbligo, di valutare il contesto storico e ambientale. E torniamo alla domanda: quanto accaduto quel giorno nella Capitale ha creato effettivo pericolo o no?
Sono passati ormai quasi due mesi dal quel pomeriggio da biennio nero.
L’assalto squadristico alla Cgil e il tentativo di attaccare il Parlamento sono fatti gravissimi da valutare attentamente. Può farlo il giudice oppure il governo. Andrebbe evitato però un gioco di rimpiattino tra magistratura e ed esecutivo scansando, l’una e l’altro, così l’assunzione di responsabilità, giuridica per la magistratura e politica da parte del governo. Il popolo italiano ha diritto di sapere e presto. La domanda è: alla luce della legge Scelba le organizzazioni politiche che hanno assaltato la sede Cgil e hanno tentativo di arrivare al Parlamento usano “la violenza quale metodo di lotta politico”?
Chi dovrebbe dunque prendere l’iniziativa di scioglimento?
C’è la regola e c’è l’eccezione prevista dalla legge. Da giurista posso solo ricordare le due strade indicate dalla Scelba. Se la magistratura non interviene con immediato processo e sentenza, la norma assegna il compito di valutazione al governo. Oltre ciò, comprendo pure le difficoltà politiche nel prendere decisioni per un esecutivo di grande coalizione sostenuto anche da forze politiche meno attente al tema. Ricordo che anni fa la Lega propose l’abrogazione della legge Mancino per via referendaria.
Sei partigiani in un appello a Draghi per sciogliere le organizzazioni neofasciste, si sono detti preoccupati per i pericoli che corrono convivenza civile e futuro della democrazia. Hanno ragione?
Rispondo sempre da giurista. Per scelta dei Padri Costituenti, l’Italia non ha norme antisistema, come si dice tecnicamente, non siamo una democrazia protetta. In Germania, in Costituzione, è espressamente inserito il divieto dei partiti antisistema, mentre la nostra Carta è più aperta alla libertà di opinione, anche le più estreme. Per esempio prevede l’immodificabilità della forma repubblicana, eppure abbiamo avuto partiti monarchici con tanto di eletti in Parlamento. In Germania non potrebbero esistere, sarebbero stati immediatamente messi fuori legge.
Il governo Draghi ha incaricato un comitato di esperti.
Mi auguro non sia un escamotage per non decidere, rimandare, voltarsi dall’altra parte. Rispettare l’indipendenza della magistratura non vuol dire restare inerti, o esimersi dal sollecitare tempi rapidi per le indagini, l’accertamento dei fatti e l’eventuale l’applicazione della legge Scelba. Precisamente con quella norma la Repubblica italiana si è perfettamente dotata di strumenti normativi per difendersi.
Il Forum delle associazioni antifasciste e della Resistenza chiede l’applicazione del comma 2 dell’art. 3 della Scelba.
Richiesta sacrosanta, avallata dal comma 2 dell’articolo 3 della legge del 1952. Proprio il giornale dell’Associazione nazionale dei partigiani realizzò un’inchiesta importantissima sulla Galassia nera. Credo sia giunto il momento della valutazione e della presa di posizione sulla nebulosa neofascista. Ricordo che la legge Scelba ha introdotto anche il reato di apologia di fascismo, ma in questo caso l’Anpi sta chiedendo semplicemente l’applicazione del nucleo della norma, appena il minimo sindacale.
Pubblicato martedì 30 Novembre 2021
Stampato il 03/12/2024 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/interviste/azzariti-irrimandabile-decidere-sulla-galassia-neofascista/