Quirinale, 24 aprile 2015. L’attuale presidente emerito dell’Anpi, Carlo Smuraglia, l’allora ministro Stefania Giannini e il Presidente della Repubblica Mattarella per la premiazione degli studenti vincitori del concorso sulla Resistenza (Imagoconomica)

Era il 2014 quando l’allora presidente nazionale Anpi, Carlo Smuraglia, siglò il Protocollo con il dicastero dell’Istruzione per promuovere nelle scuole attività volte a far conoscere ai giovani la Costituzione e a colmare le lacune di conoscenza storica sul fascismo, l’antifascismo, la Resistenza, la guerra di Liberazione, la nascita della Repubblica. In Toscana, interpretando l’accordo rinnovato lo scorso anno, la Regione ha creato addirittura un sito web. Ed è solo il risultato più eclatante di un lungo lavoro nato dall’impegno dell’Anpi a Pisa. Bruno Possenti è il coordinatore dei partigiani toscani e il presidente provinciale dell’associazione a Pisa.

L’allora presidente nazionale Anpi, Carla Nespolo, con la maglietta dell’iniziativa

Possenti, mentre comincia il conto alla rovescia per l’inizio delle scuole, la cultura antifascista sembra essersi preparata per tempo, con la Toscana a fare da apripista all’interno del Protocollo tra Anpi e ministero dell’Istruzione. Come ci siete riusciti?

Dopo la firma del 2014 ci ponemmo subito l’obiettivo di creare le condizioni per renderlo operativo. E se a Pisa ci siamo riusciti è grazie al lavoro realizzato dal comitato provinciale, di concerto con l’ufficio scolastico provinciale e i Comuni del territorio, che in Toscana per l’istruzione e l’educazione sono raggruppati in conferenze di zona: a Pisa ne abbiamo 4. Il protocollo prevede inoltre un comitato paritetico, costituito da 2 rappresentanti dell’Anpi, 2 del provveditorato e i presidenti delle 4 conferenze. Ha il compito di progettare, programmare e monitorare le attività. Nell’anno scolastico 2016-2017, Pisa fu una delle 10 città che parteciparono al progetto nazionale Anpi sulla Costituzione e lo svolgemmo in un istituto della provincia sviluppando il tema del diritto alla cultura e alla istruzione come sancito nella Costituzione. Fu una interessante esperienza, coronata dall’invito al Quirinale degli studenti.

(Imagoconomica)

Quindi avete pensato di proporlo a livello locale?

Abbiamo messo a punto i progetti, che poi sono stati proposti con una circolare del Provveditorato a tutti gli istituti superiori di secondo grado: ne abbiamo 19, 18 statali e 1 paritario. Ebbene, la maggior parte delle scuole hanno aderito e partecipato. Le classi hanno scelto e sviluppato un argomento accompagnati dal loro insegnante di storia, coadiuvato da tutor del Laboratorio di cultura costituzionale dell’Università di Pisa, una comunità scientifica di altissimo profilo che mette insieme docenti e ricercatori del dipartimento di giurisprudenza e di scienze politiche. In più hanno collaborato, in qualità di tutor, professori e ricercatori della scuola superiore Sant’Anna e della Domus mazziniana, enti di indubbio valore storiografico.

Come funzionava il progetto?

Dopo un incontro introduttivo per inquadrare il tema scelto dalla classe, gli studenti hanno cominciato a lavorare con i loro insegnati, coinvolgendo il tutor per gli approfondimenti e per avere consigli bibliografici. A fine marzo, i ragazzi hanno presentato gli elaborati a una commissione di persone competenti, composta da un rappresentante dell’Anpi, uno del provveditorato, uno per il gruppo dei tutor, uno scelto dal Comune, più un incaricato dal prefetto. Il rettore dell’università di Pisa ha messo a disposizione addirittura il palazzo dei congressi, capienza ben 1.000 posti, per presentare tutti gli elaborati. La commissione ha valutato i lavori e scelto i tre migliori. E le premiazioni si sono tenute il giorno della Festa della Repubblica in una solenne cerimonia nella piazza più importante della città, il prefetto ha consegnato personalmente i riconoscimenti alle tre classi che avevano lavorato meglio. L’iniziativa si è ripetuta negli anni successivi coinvolgendo un numero sempre maggiore di scuole. Quest’anno hanno partecipato 48 classi di 13 istituti superiori, nonostante tutte le difficoltà dettate dalla pandemia.

Uno degli zainetti realizzati per gli studenti vincitori

In che consistevano i premi?

Il primo anno era una t-shirt realizzata per l’occasione: sulla parte anteriore aveva il logo della Repubblica e sulle spalle riportava il testo dell’articolo 3 della Costituzione, tradotto anche nella comunicazione alternativa e aumentativa, la lingua di quanti hanno difficoltà di lettura. L’anno successivo abbiamo chiesto la collaborazione di un prestigioso istituto d’arte e chiesto ai grafici, studenti anche loro, di 4ª, di crearci un logo per uno zainetto. È venuta fuori una cosa bellissima. Noi naturalmente abbiamo dato lo spunto, perché il tema era l’80° delle leggi razziali. E sotto l’immagine c’è una frase di Primo Levi: “Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario”.

Le magliette premio: sulla parte davanti, il logo della Repubblica, sul retro, il testo dell’articolo 3 della Costituzione tradotto nella comunicazione alternativa e aumentativa

Avete dovuto sostenere delle spese per il premio ai ragazzi?

Ci siamo rivolti ai sindaci della provincia per chiedere un contributo modulato per fascia di popolazione: i Comuni fino a 10.000 abitanti hanno cooperato con 50 €, quelli sopra i 50.000 con 400 €. Cifre alla loro portata, naturalmente. Gli zainetti sono stati confezionati da una ditta di Brescia che li produce in quantità per l’Aci, abbattendo i costi.

La pandemia, con le lezioni a distanza, ha ostacolato i programmi?

Abbiamo dovuto fare i conti con l’emergenza sanitaria. Infatti quest’anno ai ragazzi è stata consegnata come premio solo una pergamena perché abbiamo preferito sostenere le scuole nel dotarsi di attrezzature per le lezioni a distanza, la Dad. Però abbiamo tirato fuori dal cappello una app e così…

Una app?

Esattamente. Quest’anno l’argomento era la Costituzione. Un docente del Laboratorio di cultura costituzionale e membro del nostro comitato d’onore, Saulle Panizza, aveva scritto una pubblicazione, I numeri della Costituzione, per esempio analizzandone i concetti di maggioranza e minoranza. Valendosi di colleghi del Dipartimento di matematica e di altri professori universitari ha messo a punto la app “Smart EduCost”, uno strumento con cui studenti e docenti hanno potuto “giocare” con numeri, concetti e parole. Ora si trova sul sito dell’università di Pisa e può essere consultata da chiunque in tutta Italia a titolo gratuito.

La cerimonia di premiazione del 2019

E per l’anno scolastico che sta per cominciare?

Ci siamo preparati per tempo. Il comitato paritetico ha già indicato il tema, riassunto nel titolo “Risorgimento, Resistenza, Repubblica: la complessa costruzione della democrazia tra Stato nazionale e comunità locali”. Nel 2022 ricorre il centenario dell’avvento del fascismo ed è un’ottima occasione per approfondire una delle pagine più cupe e drammatiche della storia italiana. I ragazzi studieranno il primo dopoguerra ma anche la nascita della democrazia a partire dal Risorgimento e dalla Repubblica romana. Il provveditore ha già trasmesso una circolare ai dirigenti di tutti gli istituti superiori di secondo grado della provincia, in questo modo già da questo mese di settembre i ragazzi e i loro docenti possono cominciare immediatamente a lavorare. Quest’anno inoltre possiamo avvalerci di una pagina web della Regione Toscana.

Addirittura una pagina dedicata sul sito istituzionale?

Prima delle elezioni regionali chiedemmo a tutti i candidati alla presidenza l’impegno di promuovere un protocollo regionale e una sezione web dedicata. L’attuale presidente di Regione, Eugenio Giani, rispose affermativamente e dopo il voto ha mantenuto la parola. L’assessora all’Istruzione con delega alla Memoria, Alessandra Nardini, è iscritta all’Anpi e si è attivata con una tempestività encomiabile. Si sono tenute riunioni a cui hanno partecipato di persona anche i rettori degli atenei e in brevissimo tempo abbiamo messo a punto la prima bozza dell’accordo. Per farla breve: alla vigilia del 25 aprile il Protocollo era pronto, è stato il regalo della Regione per la Festa della Liberazione. Un buon inizio, no? L’idea di una pagina sul sito ufficiale della Regione Toscana scaturisce dall’esigenza di mettere insieme risorse ed esperienze da condividere e valorizzare. A Pisa siamo privilegiati perché esiste una comunità scientifica di rilievo, abbiamo un’università importante, oltre alla Normale, alla Scuola superiore Sant’Anna, alla Domus mazziniana. Tuttavia sono state realizzate iniziative formative importanti anche in altre località, e da questa constatazione è nata l’idea di mettere in un’unica bacheca tutte le risorse che esistono in Toscana. La pagina è ora in costruzione, sarà arricchita dai materiali che stiamo inviando, e una volta raccolti potranno tutti prenderne visione e trarne ispirazione. E va curata anche la parte di storia contemporanea più recente. Uno dei progetti realizzati due anni fa affrontava le stagioni della Costituzione tra difesa delle istituzioni e tutela dei diritti chiedendo agli studenti di riservare attenzione anche al periodo repubblicano, passando per Piazza Fontana fino agli anni 90. Per molti ragazzi è stata una scoperta e hanno lavorato con passione perché sono stati stimolati.

Il museo della Deportazione e della Resistenza di Prato (wikipedia)

Chi guida la cabina di regia del Protocollo?

Indispensabile per far vivere il Protocollo era un tavolo tecnico. Il bello è che più soggetti hanno voluto mettere a disposizione risorse. Per esempio il Parco Nazionale della Pace di Sant’Anna di Stazzema e il museo della Deportazione e della Resistenza di Prato: in luoghi dove l’emozione per le tragedie avvenute si percepisce nell’aria anche solo respirando, si terranno incontri e seminari dedicati alle nuove generazioni. Importante è guardare al futuro nella consapevolezza che i partigiani, per ragioni anagrafiche, non potranno andare a testimoniare nelle scuole e i giovani dovranno poter camminare sulle loro gambe, naturalmente aiutati da docenti e tutor. La pagina web ospiterà il calendario delle iniziative in ogni territorio. L’ambizione è di promuovere anche progetti generali comuni, consentendo a tutti di andare avanti, sia chi è ai nastri di partenza sia chi ha alle spalle più esperienza.

Palazzo della Carovana a Pisa, sede della Scuola Normale Superiore (wikipedia)

Un bel proposito, nel segno dei valori sanciti nella Costituzione.

Anche in questo caso il segreto per riuscire è fare rete. In Toscana ci sono 7 università: a Pisa, Firenze, Siena, c’è quella per stranieri sempre a Siena, la Normale di Pisa, la scuola Superiore Sant’Anna e l’Imt alti studi di Lucca. E non dimentichiamo gli istituti storici della Resistenza e dell’età contemporanea, in Toscana sono in 6 province. Tutti questi enti, nessuno escluso, interverranno dove servono: un territorio che non ha università potrà usufruire di opportunità e competenze offerte da altre zone. La pandemia ci ha mostrato la possibilità di lavorare a distanza, e seppur siamo lieti del ritorno in classe in presenza, avere un tutor che insegna a Pisa ma può essere utilizzato in videoconferenza a Grosseto rappresenta un’occasione da cogliere. Da parte mia, ho già scritto a tutti i presidenti provinciali Anpi della Toscana affinché venga individuata una figura che segua sistematicamente questo impegno presso l’ufficio scolastico provinciale. Qui a Pisa l’abbiamo e funziona, basti pensare che sono cambiati tre provveditori ma il rapporto costruito con gli uffici incaricati si è mantenuto.

Studenti in Dad durante l’a.s. 2020/2021 (Imagoeconomica)

È una figura indicata dall’Anpi che per il Protocollo segue i progetti provincia per provincia?

Il Protocollo prevede anche allargare la platea delle risorse coinvolgendo i giovani studenti già formati, è un’idea del rettore dell’università per stranieri di Siena e fa parte dell’accordo. Che nell’ultimo punto dell’articolo 6, “Impegni delle università toscane”, recita infatti: “Contribuire alla realizzazione delle attività didattiche, di formazione dei docenti, di divulgazione storica e delle altre iniziative realizzate in collaborazione con i soggetti aderenti al presente protocollo; nella realizzazione di queste iniziative le università potranno eventualmente coinvolgere anche i propri studenti più formati per realizzare attività fra pari con gli studenti delle scuole secondarie superiori”. Ora si tratta di metterlo in moto.

(Unsplash)

A Pisa siete pronti?

È così, negli anni ho potuto prendere atto delle varie criticità. Se si parte a settembre, i primi tre mesi passano senza fare nulla, poi dovendo contattare gli istituti e scegliere il tema si va a finire a dopo le feste di Natale. Naturalmente, non appena suonerà la prima campanella del nuovo anno scolastico inizieremo a farci avanti anche con i singoli dirigenti d’istituto e con i Comuni più piccoli. La collaborazione degli enti locali di maggiore prossimità è indispensabile, soprattutto nelle realtà municipali meno estese perché il rapporto con i cittadini è più diretto e immediato. Non a caso hanno siglato il Protocollo anche l’Anci e l’Upi Toscana.

I premi destinati alle classi vincitrici

E avete già pensato al premio?

Certamente. Vogliamo tornare a premiare i ragazzi. Ho chiesto un piccolo contributo ai Comuni e nessuno si è tirato indietro. Sarà una sorpresa per le ragazze e i ragazzi delle classi vincitrici. Credo proprio una bella sorpresa.